Italianieuropei 5/2009

Introduzione


Agenda
L'Europa e la socialdemocrazia

Focus
Il cambiamento climatico



Editoriale
di Giuliano Amato

Il 1989, anno della caduta del Muro di Berlino, viene ormai ricordato come si rammenta il 1789 di due secoli prima. Con il 1789 si fa coincidere la Rivoluzione francese, nonostante essa si sia dipanata negli anni successivi. Con il 1989 si fa coincidere la fine del comunismo, sebbene esso a Mosca sia invece sopravvissuto per alcuni anni e, con il volto più umano di Gorbaciov, sia stato anzi determinante nel rendere possibili la caduta del Muro e l’avvento dei primi governi non comunisti nei paesi dell’Est europeo. 

il Sommario

l' Editoriale

Editoriale 5/2009

Il 1989, anno della caduta del Muro di Berlino, viene ormai ricordato come si rammenta il 1789 di due secoli prima. Con il 1789 si fa coincidere la Rivoluzione francese, nonostante essa si sia dipanata negli anni successivi. Con il 1989 si fa coincidere la fine del comunismo, sebbene esso a Mosca sia invece sopravvissuto per alcuni anni e, con il volto più umano di Gorbaciov, sia stato anzi determinante nel rendere possibili la caduta del Muro e l’avvento dei primi governi non comunisti nei paesi dell’Est europeo.

gli Articoli

Agenda. L'Europa e la socialdemocrazia

L'impatto della crisi economica globale sul futuro della socialdemocrazia europea

di Roger Liddle

La crisi finanziaria globale ha rappresentato un paradosso crudele. Molti sono convinti però che essa abbia offerto al­la socialdemocrazia europea una preziosa opportunità di rinnovamento politico. Dopotutto, non è la socialdemocra­zia che ha sempre sostenuto la necessità di un intervento pubblico per contrastare i guasti del mercato? E non ab­biamo da poco fatto esperienza dei peggiori guasti del mer­cato dai tempi della grande recessione? Eppure l’elettora­to europeo stenta a trarre le giuste conclusioni dalla con­giuntura presente, almeno agli occhi dei socialdemocratici.

Agenda. L'Europa e la socialdemocrazia

La SPD nella trappola della credibilità

di Angelica Schwall-Düren

Dopo la débacle elettorale del settembre 2009, la socialde­mocrazia tedesca sta attraversando un periodo di grave cri­si. Condizione necessaria per una ripresa della SPD sembra essere, dopo la necessaria e attenta riflessione sulle cause che hanno condotto a tale battuta d’arresto, la capacità di recuperare gli obiettivi tradizionali dei socialdemocratici e di trasmettere all’elettorato un’immagine moderna e con vincente di equità sociale.

Agenda. L'Europa e la socialdemocrazia

La Germania che verrà

di Silvio Fagiolo

La Germania si apre a una fase di governo segnata dalla collaborazione tra cristianodemocratici e liberali, che avrà come primo compito quello di temperare il rapporto tra sfe­ra pubblica ed economia. A sinistra, intanto, il partito Die Linke raccoglie un numero sempre maggiore di consensi, ma la prospettiva di un fronte comune con i socialdemo­cratici resta lontana. In questi nuovi equilibri, nel rapporto con le istituzioni europee, con la Russia e con gli Stati Uni­ti di Obama, la Germania si gioca il volto che assumerà nel  l’immediato futuro.

Agenda. L'Europa e la socialdemocrazia

Perché il Partito socialista è in crisi?

di Zaki Laïdi

Il Partito socialista francese, che ha perso le elezioni presi­denziali per tre tornate consecutive, appare in crisi, benché mantenga una posizione dominante a livello locale. Con­dizione indispensabile per la ripresa appare essere l’indi­viduazione di un leader capace di trascinare la sinistra e il centro sulla base di un programma riformista, fondato in primo luogo sulla lotta contro le disuguaglianze.

Agenda. L'Europa e la socialdemocrazia

Il socialismo di Zapatero nella crisi della socialdemocrazia europea

di Alfonso Botti

Il nuovo corso socialista spagnolo ha assecondato e caval­cato le trasformazioni sociali e di mentalità che, germina­te negli anni Sessanta, erano giunte a maturazione dopo la morte di Francisco Franco. Zapatero ha raccolto e rilan­ciato sul piano dei diritti ciò che l’euforia democratica ave­va seminato durante la Transizione e che il vento gelido del “desencanto” non era riuscito a sradicare. La crisi econo­mica ha però evidenziato le carenze strutturali dell’eco­nomia spagnola e messo a nudo anche i limiti del nuovo corso socialista.

Agenda. L'Europa e la socialdemocrazia

La vittoria elettorale dei socialdemocratici greci e il suo significato per il centrosinistra europe

di Panos Papoulias

La vittoria del PASOK nella tornata elettorale svoltasi in Gre­cia lo scorso 4 ottobre e la concomitante caduta dei parti­ti conservatori e delle formazioni più estreme enfatizzano il malcontento degli elettori nei confronti del precedente governo di centrodestra. Tuttavia, tale vittoria va ascritta anche alla capacità dei socialdemocratici di riproporre gli ideali che da sempre ne hanno caratterizzato la storia e la tradizione pur accogliendo le sfide che il contesto locale e la situazione di crisi mondiale hanno portato di recente al l’attenzione.

Agenda. L'Europa e la socialdemocrazia

Il socialismo europeo e la globalizzazione. Le radici della crisi

di Giuseppe Vacca

Il contributo intende fornire un’analisi di lungo periodo del comportamento delle socialdemocrazie europee di fronte alle sfide poste dalla globalizzazione a partire dagli anni Settanta del secolo passato. Il saggio indaga nel contempo le cause della crisi di consenso in cui le socialdemocrazie attualmente versano avanzando l’ipotesi che derivino da un deficit di iniziativa nella guida dell’unificazione politica dell’Europa.

Focus. Il cambiamento climatico

Una nuova epoca energetica nella politica americana

di John D. Podesta

Se nell’ultimo decennio i rappresentanti politici della UE di ogni schieramento sembrano aver raggiunto un sostanzia­le accordo in materia climatica, un simile consenso non è stato ancora raggiunto negli USA. L’Ammistrazione Oba­ma, tuttavia, rappresenta una nuova opportunità per gli Stati Uniti di diventare una forza attiva negli sforzi globali per la salvaguardia del pianeta, soprattutto in vista del pros simo summit di Copenaghen.

Focus. Il cambiamento climatico

L'Unione europea e il rischio climatico

di Bernard Laponche

Gli obiettivi e le politiche dell’Unione europea e dei suoi Stati membri nella lotta contro il cambiamento climatico hanno alla base gli impegni presi nell’ambito del Protocol­lo di Kyoto. L’analisi delle prospettive future in questo set­tore mette in luce le difficoltà che l’UE e la maggior parte dei paesi incontreranno nell’ottemperare a tali impegni e obblighi, soprattutto in funzione dello scenario ancora più ambizioso come quello delineato dagli orizzonti del 2020 e del 2050, sia nell’ambito del sistema di scambio europeo delle quote di emissione (ETS) sia per le attività “non ETS”.

Focus. Il cambiamento climatico

Copenaghen: davvero una questione di vita o di morte?

di Alberto Clò

La prossima conferenza di Copenaghen, che coinvolgerà circa 200 paesi, ha come obiettivo la stipula di un accordo globale per la lotta contro i cambiamenti climatici. Tra gli strumenti a disposizione, in primo piano si collocano sen­za dubbio il coinvolgimento consapevole dei paesi emer­genti, l’individuazione delle quote di riduzione delle emis­sioni e la definizione di validi meccanismi di controllo e go­vernance, indispensabili per ricercare soluzioni condivise e strategiche per lo sviluppo futuro del pianeta.

Focus. Il cambiamento climatico

Cambiamento climatico: gli aut aut di Copenaghen

di Enzo Di Giulio

A oltre un decennio dal Protocollo di Kyoto le principali questioni relative al cambiamento climatico rimangono aper­te, a testimonianza della debolezza intrinseca dell’accordo del 1997. Prevedere l’esito della prossima Conferenza di Copenaghen sul clima è piuttosto arduo. Molto, in defini­tiva, sembra dipendere dalla possibilità che gli Stati Uniti siano disponibili alla sottoscrizione di un accordo legalmente te vincolante.

Focus. Il cambiamento climatico

Verso Copenaghen: quali politiche per l'Italia?

di Giuseppe Surdi

L’Italia si trova tra i paesi in prima fila nella lotta ai cambia­menti climatici e tuttavia sembra presentarsi alla vigilia del-l’appuntamento di Copenaghen ancora priva di una stra­tegia complessiva entro cui si inquadrino singoli provvedi­menti e iniziative. Altri paesi europei, come ad esempio la Germania, affronteranno invece in maniera più consape­vole obiettivi e impegni globali e specifici per la propria co munità nazionale.

Focus. Il cambiamento climatico

I cambiamenti climatici e il processo negoziale internazionale da Kyoto verso Copenaghen

di Sergio Castellari

Il tema dei cambiamenti climatici è una questione scottan­te sui tavoli dei decisori politici che cercano, con diverse vi sioni, di raggiungere a Copenaghen un possibile nuovo ac­cordo climatico da attuare dopo il 2012, alla fine del pri­mo periodo individuato dal Protocollo di Kyoto.

 

Focus. Il cambiamento climatico

Le prospettive per Copenaghen

di Riccardo Valentini

I negoziati sul clima vivono un momento di stallo, che il prossimo summit di Copenaghen dovrà cercare di smuove­re, pena una pericolosa recrudescenza dello scenario del ri­scaldamento planetario. Tra le vie percorribili per il raggiun­gimento di un accordo globale, particolare rilevanza è rive­stita dai meccanismi di flessibilità (la possibilità per i paesi industrializzati di ottenere permessi di emissione su un mer­cato più ampio) e dal trasferimento tecnologico di meto­dologie estrattive alternative dai paesi ricchi ai paesi in via di sviluppo.

Internazionale. Cina

La Cina: esempio virtuoso o modello di uno sviluppo senza regole, valori o identità?

di Giovanni Segni

Cina e Italia rappresentano due realtà politiche, eco­nomiche e sociali con storie profondamente diffe­renti. Entrambe le nazioni, tuttavia, sembrano per­correre traiettorie di evoluzione e involuzione che convergono in diversi punti, in particolare per ciò che attiene alle dinamiche relative allo sviluppo eco­nomico. Nonostante permangano elementi di note­vole divergenza, ad una analisi approfondita le due nazioni appaiono oggi più vicine di quanto venga percepito.

Internazionale. Cina

L'economia cinese oltre il PIL: l'inarrestabile crescita del Dragone e il suo tallone d'Achille

di A. Spalletta, A. Talia e G. Ziggiotti

Nonostante la crisi mondiale, la Cina sembra punta­re al traguardo della crescita del PIL all’8% per il 2009. Questo sta accadendo grazie all’imponente pacchetto di stimoli all’economia varato dal gover­no e finalizzato, tra l’altro, alla costruzione di un si­stema di welfare sociale che dovrebbe contribuire ad alleggerire le preoccupazioni della popolazione e a dirottare risorse sui consumi, instaurando così un circolo virtuoso che, a sua volta, favorirebbe la ripresa e la diversificazione della produzione indu­striale destinata al mercato interno.

Internazionale. Cina

Cina, diritto e democrazia: un'amicizia possibile?

di Federico Roberto Antonelli

Partendo dalla constatazione del processo di moder­nizzazione del sistema giuridico in atto negli ultimi decenni nella Cina popolare e dell’intensa opera di codificazione che sta accompagnando le più note riforme economiche, vengono evidenziate alcune delle caratteristiche fondamentali di tale trasforma­zione e l’eco che stanno trovando nella società civi­le; più in generale, l’attenzione si concentra sul pos­sibile impatto positivo che le riforme del diritto po­trebbero avere sul sistema istituzionale cinese e sul-l’avvio di un processo di democratizzazione.

Internazionale. Cina

Alle origini di un G2? I rapporti tra Cina e Stati Uniti nell'era Obama

di Enrico Fardella

Il declino relativo della potenza americana non è un fenomeno recente e ad esso si accompagna, come movimento parallelo, la progressiva emersione eco­nomica del gigante cinese. Divisi tra una politica di contenimento e di impegno verso il competitor cine­se, gli Stati Uniti, in particolare dopo l’insediamento di Obama, puntano tuttavia a una partnership spe­ciale con la Cina, un G2 che miri alla realizzazione di una global governance e che trova nel Dialogo stra­tegico sull’economia uno dei pilastri più solidi.

 

Internazionale. Cina

Riflessioni sulla dialettica tra Stato e società nella Repubblica Popolare Cinese

di Ivan Franceschini

Il processo storico che sta portando allo sviluppo di una vera e propria società civile nella Repubblica Po­polare Cinese è segnato, da un lato, dall’attivismo di organizzazioni e associazioni e, dall’altro, dall’im­piego del web: strumenti entrambi in grado di sti­molare l’opinione pubblica e di rappresentare po­tenti mezzi di denuncia dei soprusi commessi dal po­tere centrale. L’analisi di questo processo e della sua evoluzione evidenzia, d’altro canto, la complessità della dialettica attualmente in atto tra Stato e socie­tà civile, la quale continua ad operare, nonostante le recenti aperture, all’interno di un sistema fonda­mentalmente autoritario.

Versus

La crisi di identità dell'università italiana

di Saverio Ricci

All’indomani del d.d.l. del ministro Gelmini che an­nuncia la riforma complessiva dell’università, riemer­ge il dibattito sul fallimento del processo riformato­re che da anni accompagna la vita dell’istituzione italiana. La riflessione suggerita coinvolge piani di­versi da quelli meramente legislativi, che attengono la necessità di ripensare la funzione universitaria e la sua identità a partire non solo dalle misure concre­te come la razionalizzazione degli insegnamenti e dei meccanismi di reclutamento, ma anche dal re­cupero della centralità dei valori della conoscenza.

Versus

Riforma Gelmini: troppo e troppo poco

di Marta Rapallini

Il tema della riforma universitaria appare centrale non solo per l’importanza strategica che il sistema universitario riveste per il paese, ma anche per gli innumerevoli interessi trasversali che esso muove. Ripensare e ridisegnare l’università italiana è dun­que un processo complesso, che il governo sta af­frontando con provvedimenti volti soprattutto a ra­zionalizzare la spesa e a riorganizzare il meccanismo di reclutamento del personale. Tra gli elementi di de­bolezza del disegno di legge spicca l’assenza di nuo­vi investimenti in ricerca e sviluppo, centrali per la ripresa dell’economia di qualunque paese.

Le idee

Le superpotenze e il 1989 nell'Europa dell'Est

di Norman M. Naimark

Per molte ragioni, a vent’anni dagli eventi che nel 1989 mutarono definitivamente il volto dell’Europa, è possibile affermare che le due superpotenze di al­lora, USA e URSS, abbiano reagito a quegli eventi piuttosto che averli governati e che, quindi, i princi­pali protagonisti delle rivoluzioni del 1989 furono in primo luogo gli europei dell’Est.

 

Le idee

Il post-comunismo in Italia

di Roberto Gualtieri

Il modo in cui il Partito Comunista Italiano ha vissu­to il periodo successivo al crollo del Muro di Berli­no costituisce un caso di grande interesse analitico, anche per alcune analogie rintracciabili con quan­to avvenuto nei sistemi politici dell’Europa orienta­le. Un’analisi approfondita mostra tuttavia che una reale comprensione di come il PCI abbia interpreta­to la svolta del 1989 non sia possibile senza consi­derare l’originalità dell’esperienza storico-politica italiana.

Le idee

Semplificazione e liberalizzazione dell'attività amministrativa

di Roberto Garofoli

Nell’esaminare le politiche di semplificazione proce­dimentale in atto, si intendono porre in risalto i pe­ricoli insiti in un processo riformatore che, sul piano organizzativo, precarizza la dirigenza rendendola meno idonea ad assicurare imparzialità e capacità di comparare gli interessi coinvolti e che, sul piano funzionale, rende facoltativa l’adozione di un prov­vedimento espresso e motivato.

Le idee

Per Krugman, (ben) oltre Krugman. Riflessioni sulla crisi attuale

di Luca Michelini
“Il ritorno dell’economia della depressione e la crisi del 2008” di Paul Krugman si presenta come una critica serrata al pensiero economico dominante; og­getto centrale della polemica, rivolta ai liberisti, è la sottovalutazione della “trappola della liquidità”, se­condo una felice definizione di Keynes. Centrale per approfondire l’analisi dell’attuale crisi finanziaria e industriale, il lavoro di Krugman non si rivela esen­te da pregiudizi ideologici, la cui considerazione è utile per esplorare i meccanismi di mercato e le po­litiche economiche adeguate per governarli.
Dizionario civile

Populismo

di Loris Zanatta

Parola, fenomeno, concetto, il po­pulismo va e viene, scompare di tanto in tanto dalla scena della storia per ricomparire dove e quando non te l’aspetti. Sarà che è un termome­tro, un grezzo strumento lessicale che misura la temperatura della democra­zia e suole indicarne l’allarmante asce­sa. Di tale infermità è a sua volta cau­sa, ma è perlopiù e dapprima sinto­mo.

I libri di Italianieuropei

La sfida educativa. Rapporto-proposta sull'educazione (prefazione di Camillo Ruini)

di Francesco Ursini
L’educazione come problema, come emergenza, ma anche come opportunità e come sfida: è questo il duplice punto di partenza, ben sintetizzato nella definizione di rapporto-proposta, del volume “La sfida educativa. Rapporto-proposta sull’educazione”, a cura del Comitato per il progetto culturale della Conferenza Episcopale Italiana, il cui obiettivo è infatti da una parte quello di «offrire una rappresentazione realistica della situazione dell’educazione oggi» nei diversi ambiti (famiglia, scuola, comunità cristiana, lavoro, impresa, consumo, mass media, spettacolo e sport) rilevanti da tale punto di vista, dall’altra quello di «rilanciare la dimensione antropologica decisiva dell’educazione e, più in generale, una riflessione sulla realtà esistenziale e socio-culturale dell’uomo d’oggi».