Iniziative di formazione

L’esperienza italiana nella lotta al Covid. La Cina e il mondo. Italianieuropei 1/2022

L’esperienza italiana nella lotta al Covid. La più grave emergenza sanitaria degli ultimi decenni ha colpito duramente e tra i primi il nostro paese, che pur a fronte di una minaccia sconosciuta e imprevedibile ha saputo reagire rapidamente e con efficacia grazie anche ad alcuni punti di forza di cui ha riscoperto il grande valore, a cominciare dalle eccellenze della ricerca e del Sistema sanitario nazionale.

La Cina e il mondo. Sia che si guardi ai successi in ambito commerciale e tecnologico o alla proiezione che Pechino esercita attraverso la sua influenza culturale, sia che si decida di soffermarsi sui rapporti che il paese intrattiene con i paesi vicini dell’Estremo Oriente sia con l’Europa e con l’Africa, sempre più chiaramente emerge la rinnovata centralità della Cina nelle dinamiche economico-politiche globali.

Il contributo della ricerca italiana nella lotta al Covid

La rapida e onnipresente diffusione dell’infezione da parte di un virus sconosciuto e le sue devastanti conseguenze sanitarie, sociali ed economiche hanno posto la comunità scientifica di fronte a innumerevoli sfide da affrontare e vincere in tempi estremamente rapidi, obbligandola ad accelerare la ricerca e modificando molte delle sue connotazioni “tradizionali”. La pandemia Covid-19 ha infatti determinato un’accelerazione senza precedenti dell’innovazione scientifica, e grazie anche a un mutato approccio politico e finanziario, sono stati raggiunti straordinari traguardi in termini di comprensione della patogenesi della malattia, di sviluppo di metodi diagnostici e di terapie.

 

Due anni di pandemia tra sfide vinte ed errori da non ripetere

Dopo due anni di pandemia ci eravamo illusi di avere individuato le strategie e consolidato le metodologie di gestione della salute pubblica e le conseguenti ricadute sociali ed economiche. È stata sufficiente la comparsa di una nuova variante del virus (la Omicron), paradossalmente meno direttamente patogena e non completamente elusiva dell’immunità acquisita dalla vaccinazione, per rimettere tutto in discussione in poche settimane.
In generale la gestione di una epidemia, causata da un nuovo virus trasmesso per aerosol da individuo a individuo, si basa inizialmente sul tentativo di fermare o rallentare la circolazione del virus mediante l’isolamento delle persone infette e il tracciamento dei contatti, per passare poi a bloccare la circolazione delle persone quando la rapidità della diffusione e la molteplicità degli infettati vanifica l’efficacia del tracciamento/isolamento.

 

Il bene prezioso della sanità pubblica

Sarà sempre troppo tardi quando agli studenti italiani verrà raccomandato di inscrivere il nome poco conosciuto di Agostino Bertani nel Pantheon dei padri della nazione. Milanese di famiglia benestante, laureatosi in Medicina al Collegio Borromeo di Pavia, nel 1848 Bertani diresse l’ospedale militare Sant’Ambrogio durante l’insurrezione delle Cinque Giornate. Mazziniano e amico di Carlo Cattaneo, lo ritroveremo l’anno dopo tra i combattenti della Repubblica romana. Nel 1854 si prodigò a Genova nelle cure durante un’epidemia di colera. E da lì partì sei anni dopo con Garibaldi nella spedizione dei Mille. Ma nel frattempo, insieme ad altri medici come Ercole Ferrario, studiava e denunciava il rapporto causale fra malattia e povertà nelle campagne che andavano visitando, mossi da spirito di solidarietà e di denuncia sociale.

 

Il ruolo strategico della comunicazione della scienza

Esistono appuntamenti con la storia che non si possono mancare. Per la scienza, la pandemia da Covid-19 è uno di questi.
Viviamo in un paese che ha sempre mostrato scarso interesse verso la ricerca scientifica e i suoi metodi. Gli scarsissimi finanziamenti in ricerca e innovazione si riflettono in un basso numero di ricercatori in rapporto alla forza lavoro e in un preoccupante invecchiamento del settore. Ma il problema è ben più ampio e nasce da una storica distanza della cultura italiana dalla scienza. Siamo uno dei paesi europei con il più basso tasso di laureati e dottorati in materie scientifiche. Non solo: nonostante una tendenza verso un costante miglioramento, la nostra popolazione mostra un tasso di analfabetismo scientifico ancora molto elevato. Uno studio del 2016, effettuato dall’Osservatorio Scienza Tecnologia e Società di Observa, fotografava un paese in cui circa il 40% degli italiani non sa che gli antibiotici sono efficaci solo contro i batteri e che il Sole non è un pianeta ma una stella.

 

La risposta italiana alla pandemia: un esempio di condivisione e coesione sociale

«L’Italia ha fatto meglio degli Stati Uniti nel vaccinare le persone, per questo voglio congratularmi con gli italiani». Così Anthony Fauci lo scorso 13 gennaio durante la lectio magistralis all’Università Sapienza di Roma per il conferimento del dottorato di ricerca honoris causa in malattie infettive. Il successo della campagna di vaccinazione di massa, iniziata il 27 dicembre del 2020 e tuttora in corso, è nei numeri: alla data del 16 gennaio, secondo i dati diffusi dal governo, il 90% degli italiani è coperto da almeno una dose, e i due terzi della popolazione eleggibile hanno già effettuato il richiamo.
Ma la vaccinazione è solo l’ultimo capitolo di una storia che inizia molto prima, con la dichiarazione dello stato di emergenza nazionale del 30 gennaio, lo stesso giorno in cui il laboratorio di virologia dello Spallanzani diretto dalla professoressa Capobianchi aveva isolato il SARS-Cov-2 nei campioni biologici di due turisti cinesi provenienti da Wuhan e ricoverati nell’ospedale romano con febbre alta, tosse e difficoltà respiratorie.

 

L’eredità di un tempo senza precedenti

Stiamo vivendo un tempo senza precedenti. La più grave emergenza sanitaria della nostra storia, con il suo carico di sofferenze e lutti, ha sconvolto le nostre esistenze e aperto le porte a una stagione di profondi cambiamenti non solo nell’ambito sanitario.
Tutto è in movimento. Sembravano “intoccabili” e invece sono rimessi in discussione: le regole comunitarie di gestione del debito pubblico, i tetti di spesa italiani, la quantità di risorse da destinare agli investimenti. Barcollano vecchie “certezze” nazionaliste e parole come solidarietà e cooperazione internazionale tornano di stringente attualità. Si è infine riaperta una concreta opportunità di rendere più forte l’Unione europea.

In questo numero

L’esperienza italiana nella lotta al Covid. La più grave emergenza sanitaria degli ultimi decenni ha colpito duramente e tra i primi il nostro paese, che pur a fronte di una minaccia sconosciuta e imprevedibile ha saputo reagire rapidamente e con efficacia grazie anche ad alcuni punti di forza di cui ha riscoperto il grande valore, a cominciare dalle eccellenze della ricerca e del Sistema sanitario nazionale.

La Cina e il mondo. Sia che si guardi ai successi in ambito commerciale e tecnologico o alla proiezione che Pechino esercita attraverso la sua influenza culturale, sia che si decida di soffermarsi sui rapporti che il paese intrattiene con i paesi vicini dell’Estremo Oriente sia con l’Europa e con l’Africa, sempre più chiaramente emerge la rinnovata centralità della Cina nelle dinamiche economico-politiche globali.

Quale mondo nuovo dopo la pandemia?

Sarà la pandemia l’evento traumatico che ci aiuterà a cambiare il mondo? “Vulnerabili” di Vittorio Emanuele Parsi ci porta nel cuore della crisi attuale. Ci aiuta a coglierne l’inedita portata e a valutarla non solo per le sue evidenti e drammatiche conseguenze, ma anche come straordinaria occasione per imprimere un cambiamento radicale nella politica e nella vita delle persone. Voglio dire subito che il libro coinvolge anche perché scritto non solo con il rigore dello studioso ma anche con la passione civile del militante. Di un intellettuale che milita a favore della speranza e che ritiene che possa aprirsi una nuova stagione, lasciandoci alle spalle quella del rancore. Confesso che – anche per la passione, pure in questo caso, comune – le metafore legate al mare e al vento rendono il ragionamento particolarmente persuasivo.

Un nuovo equilibrio tra Stato e mercato

Giovedì 12 luglio la Fondazione Italianieuropei ha organizzato il confronto on line dal titolo "Un nuovo equilibrio tra Stato e mercato".

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