Italianieuropei 4/2022
Italianieuropei 4/2022

In questo numero

Da dove ripartire. L'esito delle voto dello scorso 25 settembre impone alle forze politiche dell'area di centrosinistra una riflessione ampia e profonda sulle ragioni della sconfitta e sui temi e i valori da cui farsi guidare in un necessario percorso di ricostruzione e ripartenza di cui il prossimo congresso del PD sarà la prima tappa.

Una nuova stagione politica per l'America Latina? La vittoria di Lula in Brasile riaccende la speranza che si apra un nuovo ciclo politico progressista nel continente latinoamericano. Guardando in dettaglio a ciò che accade nei singoli paesi della regione la situazione appare però in tutta la sua complessità, e il quadro di insieme che ne emerge presenta molti tratti in chiaroscuro.

 

il Sommario

gli Articoli

Agenda: da dove ripartire

PD, i nodi arrivati al pettine con le elezioni del 25 settembre

di Michele Prospero

Con tre tecniche elettorali diverse si sono svolte, dopo la crisi della Repubblica dei partiti, otto consultazioni. In quattro occasioni ha vinto la destra, in due il centrosinistra, altre due volte l’esito è stato un pareggio in un contesto di emergente tripolarismo sistemico. Una certa egemonia della destra sembra nel complesso caratterizzare gli orientamenti di voto della Seconda Repubblica. Tra il successo del 1994 e quello del 2022 c’è però una differenza sostanziale. L’alchimia originaria della destra di governo vedeva la componente postfascista in una posizione gregaria rispetto alla dominante regia aziendalistica berlusconiana. Ora, con l’eclisse politica del vecchio corpo del cavaliere, il vuoto che la follia estiva nella spiaggia romagnola del capitano leghista ha prodotto nella guerra di successione è stato riempito dal partito personale-identitario di Giorgia Meloni.

Agenda: da dove ripartire

Rigenerare la sinistra

di Roberto Speranza

Dopo undici anni, con poco più di 12 milioni di voti, la destra ritorna al governo del paese con una sua maggioranza autosufficiente. Il lavoro di opposizione che ci attende si annuncia, fin dalle battute d’inizio di questo governo, più che mai necessario e impegnativo. Se
in passato ha prevalso la tentazione di affrontare la sfida alle destre in ordine sparso, oggi è indispensabile ricostruire una grande forza
della sinistra italiana e riaprire una prospettiva unitaria del campo progressista. Dobbiamo da subito dare un’anima e un’identità chiara
alla nostra opposizione.

Agenda: da dove ripartire

Rialzarsi e mettersi in cammino. Insieme

di Stefano Bonaccini

La sconfitta elettorale del 25 settembre scorso, ben lungi dal rappresentare un fulmine a ciel sereno, si inserisce in un più lungo ciclo di ridimensionamento della sinistra italiana. E, come spesso accade, quando il campo della sinistra si restringe, si divide.
Affermare che la destra non sia maggioritaria nel paese e che solo un campo del centrosinistra diviso le avrebbe perciò permesso di vincere, seppur aritmeticamente corretto non pare argomento politicamente sufficiente. Le fratture che si sono consumate nel fronte democratico, peraltro, non sono accidentali: la comune esperienza di governo prima con il Conte II e poi con Draghi non solo non ha cementato quel campo largo che Enrico Letta ha tenacemente ricercato ma, al contrario, ha delineato approdi significativamente diversi per le principali forze oggi divise anche all’opposizione.

Agenda: da dove ripartire

Ricostruire un’idea alternativa di società

di Goffredo Bettini

La pietà si trasmette più facilmente tra chi combatte gomito a gomito e dalla stessa parte; ma può sorgere spontanea anche tra gli schieramenti nemici; come fu nel Natale del ’14, festeggiato insieme dai tedeschi e dagli inglesi. Usciti per un momento dai ruoli che la guerra imponeva per tornare di nuovo uomini, sotto lo stesso cielo. I generali non gradirono. La paura e la speranza non li univano tra di loro come i soldati. La guerra esalta le diverse categorie degli esseri umani: la carne da macello e l’aristocrazia del comando. Gli uni non si possono immedesimare con gli altri. Anche l’empatia ha le sue leggi e i suoi confini. Dall’esterno non ti permette di comprendere fino in fondo la sofferenza dell’altro. Che è impensabile se non provata direttamente; quell’“apnea” degli offesi quando è sola la forza che fa il merito e che stabilisce la giustizia.

Agenda: da dove ripartire

Alzare lo sguardo per dar vita a un nuovo partito della sinistra

di Susanna Camusso

Per chi, come me, pensa sia necessario ricostruire una sinistra plurale e unita, le sorti del PD non sono indifferenti. Un processo verso un nuovo partito, molto annunciato ma di cui non si vedono i passi, o la sua implosione, avrebbe degli effetti rilevanti per tutta la sinistra.
Serve una sinistra unita e plurale, che pensi a governare in base a un programma che rappresenti un’alternativa al modello neoliberista. Modello che, pur nella confusa visione nostrana, ci ha caratterizzato negli ultimi venti anni, rendendo l’Italia un paese immobile e sempre più diseguale. Obiettivo di una sinistra unita e plurale che non scada nella moltiplicazione litigiosa e identitaria dei piccoli gruppi, ma neanche nel populismo del “né di destra né di sinistra”.

Agenda: da dove ripartire

Cinque campi di azione per ridefinire funzione e identità del PD

di Nicola Zingaretti

Confesso che non sono rimasto sorpreso dal risultato elettorale. Le forze alternative al blocco di centrodestra si sono presentate in ordine sparso, senza una proposta di governo unitaria, quindi credibile e competitiva.
La maggioranza che sosteneva il Conte II, anche ampliata a forze moderate ma sinceramente europeiste, rappresentava l’unica possibile alternativa alle destre. L’iniziativa di Renzi decretò la fine di quell’esperienza di governo. Il presidente Mattarella, a quel punto, decise di intraprendere l’unica strada saggia e realistica per non far precipitare l’Italia, in un momento difficile, verso avventurose elezioni politiche anticipate. Draghi aveva come missione di affrontare in una situazione eccezionale uno stato di emergenza, con una maggioranza molto ampia che conteneva forze molto distanti e persino contraddittorie.

Agenda: da dove ripartire

Il Reddito di cittadinanza e la colpa di essere poveri

di Maria Cecilia Guerra

Il contrasto alla povertà e la possibile revisione del Reddito di cittadinanza (RDC) sono temi su cui, anche a sinistra, è opportuno aprire una riflessione. Anche in questa area politica non è infatti compiutamente superata l’idea che, fatti salvi i casi estremi di marginalità sociale, da affidarsi preferibilmente a enti di terzo settore, la povertà si risolva con il lavoro e non con politiche di tipo assistenziale. Non a caso l’avvio del primo programma nazionale e universale di contrasto alla povertà ha dovuto attendere molti anni, e cioè fino al 2017, prima di essere implementato, dopo le sperimentazioni avviate nel 2013 con la Nuova social card (NSC) e nel 2016 con il Sostegno all’inclusione attiva (SIA), e lo è stato con risorse del tutto insufficienti.

Agenda: da dove ripartire

Riprendere un cammino di speranza, nel solco della Costituzione

di Rosy Bindi

Il risultato delle elezioni del 25 settembre ha consegnato il governo del paese a una destra illiberale e neoliberista. È bastato ascoltare le dichiarazioni programmatiche della nuova presidente del Consiglio per misurare la portata di una svolta culturale e politica, che si presenta estranea ai valori della Costituzione e in antitesi alla nostra memoria storica. Nel discorso alla Camera dei deputati la presidente Meloni ha esibito questa estraneità con un nuovo vocabolario civile dal quale sono cancellati la Resistenza e l’antifascismo, trasformato in un insulto, associato alla violenza contro i giovani militanti di destra. È stata offerta una lettura falsa e unilaterale degli anni di piombo che rimuove la presenza e il ruolo eversivo della destra neofascista e stragista.

Agenda: da dove ripartire

Le tasse della destra tra ideologia e realtà

di Vincenzo Visco

Nei decenni passati le destre politiche sono state le sole ad aver avuto una visione precisa, ideologica, della tassazione, che è stata alla base dei loro programmi elettorali e di governo in tutto il mondo. Tale visione si basava sulla capacità, perseguita con successo, di separare nella percezione dell’opinione pubblica il legame che esiste tra entrate e spese nei bilanci pubblici, presentando la tassazione come una vessazione dei cittadini da parte dello Stato, delle burocrazie pubbliche, della sinistra, indipendentemente dal fatto che il gettito fiscale serva principalmente per finanziare la spesa pubblica e, dopo la seconda guerra mondiale, soprattutto a finanziare i sistemi di welfare.

Agenda: da dove ripartire

Identità e proposta politica per superare la crisi del PD

di Tommaso Sasso

L’esito delle elezioni politiche dello scorso 25 settembre va necessariamente letto tenendo presenti alcune tendenze di lungo periodo, che interessano l’Europa e gran parte del continente americano. Non c’è dubbio che l’affermazione in Italia di una coalizione reazionaria, guidata da una destra identitaria, si deve principalmente alle irresponsabili divisioni dello schieramento progressista. È vero anche, tuttavia, che essa testimonia come la crisi della globalizzazione e il tradimento delle sue promesse possano ancora favorire ripieghi nazionalisti nel cuore del mondo occidentale.

 

Focus. Una nuova stagione politica per l’America Latina?

Italia/America Latina, a sinistra

di Donato Di Santo

In Brasile Bolsonaro ha perso, dando un dispiacere al nostro vicepresidente Salvini, che già aveva in canna il suo tweet grondante giubilo, e sono entrambe buone notizie. Ma il bolsonarismo, autonomizzatosi da Bolsonaro (così come da noi il berlusconismo lo è da Berlusconi), ha impregnato di sé quasi la metà dell’elettorato, sdoganandone le pulsioni più basse, persino quelle più oscene. Qualcosa di analogo successe in Italia a metà degli anni Novanta, quando lo sgretolamento della DC portò a galla, appunto sdoganandole, le pulsioni più nascoste e reazionarie di parte del suo elettorato – congelate nei cinquant’anni di guerra fredda – che, da maggioranza non più silenziosa, divenne massa di manovra dell’assetto di potere berlusconiano post Tangentopoli. Le conseguenze, lo abbiamo visto, arrivano fino ai giorni nostri con i risultati delle ultime elezioni politiche italiane.

Focus. Una nuova stagione politica per l’America Latina?

Non esistono due Brasile?

di Federico Nastasi

«Non esistono due Brasile, questo è un solo paese» declama di fronte alla folla Luiz Inácio Lula da Silva. È domenica 30 ottobre 2022, il Tribunal Superior Eleitoral lo ha appena dichiarato trentanovesimo presidente del Brasile, il primo a essere eletto per tre volte.
Ad ascoltare il discorso della vittoria sulla Avenida Paulista a San Paolo, assieme ai giornalisti venuti da tutto il mondo, militanti felici ed esausti dopo due mesi di campagna elettorale. Tra i presenti, nessuno crede all’affermazione del neopresidente. Tutti sanno che invece esistono due paesi. La vittoria è stata sofferta e lo scarto minimo: Lula ha vinto con 60 milioni di voti, il 50,9%, contro i 58 milioni, il 49,1%, raccolti dal presidente uscente di estrema destra, Jair Bolsonaro. E tra coloro che hanno votato per Bolsonaro al ballottaggio, 7 milioni in più rispetto al primo turno, una parte lo ha fatto non solo perché semplicemente preferisce Bolsonaro, ma perché odia Lula, lo ritiene un «corrotto, un comunista, un diavolo».

Focus. Una nuova stagione politica per l’America Latina?

La transizione incompiuta della democrazia cilena

di Laura Fotia e Andrea Mulas

È il 21 dicembre 2021 quando Gabriel Boric, classe 1986, candidato delle sinistre raccolte nella coalizione Frente Amplio, vince il ballottaggio alle elezioni presidenziali con il 56% dei consensi (pari a 4,6 milioni di voti) e viene eletto presidente della Repubblica del Cile contro il candidato dell’ultradestra, José Antonio Kast, che si ferma al 44%, ribaltando l’esito del primo turno. Il successo inaspettato, ma politicamente pianificato da Boric, rompe lo schematismo tradizionale dei due grandi blocchi (centrodestra e centrosinistra) della politica cilena, sia per la formazione culturale del neopresidente, sia perché quest’ultimo rappresenta il simbolo della generazione che è cresciuta sin miedo (senza paura) e che ha contestato i governi di centrosinistra che tra il 1990 e il 2010 hanno guidato la lunga transizione democratica. Boric presenta ai cileni un programma di riforme radicali incentrato sui diritti umani, attenzione per l’ambiente, dignità dei lavoratori e parità di genere.

Focus. Una nuova stagione politica per l’America Latina?

Terra, partecipazione, verità. La sfida della Paz Total in Colombia

di Giovanna Martelli

Il conflitto armato in Colombia è raccontato come uno dei conflitti più lunghi e mutevoli del mondo. Lungo perché è superato nel tempo solo dal conflitto israelo-palestinese e dal conflitto del Kashmir tra India e Pakistan, mutevole perché ha proprie fasi con profili definiti, veri e propri subconflitti.
A differenza della maggior parte dei conflitti armati nel mondo, principalmente in Europa, quello colombiano non ha un’origine direttamente o indirettamente legata a controversie territoriali, alla persecuzione o allo sterminio di una minoranza o di un gruppo che si distingue per caratteristiche razziali, etniche, religiose; è un conflitto interno tra cittadini formalmente eguali e le principali vittime sono la popolazione civile, i contadini, gli indigeni, gli afrodiscendenti e in generale, come comune denominatore, i poveri.

Focus. Una nuova stagione politica per l’America Latina?

L’Argentina ancora in bilico

di Alfredo Somoza

L’eterno malato d’Occidente, il paese dei default a ripetizione nonché culla del movimento populista novecentesco più longevo, il peronismo, è ancora una volta in bilico. Oggi però il problema non è solo l’economia, con pessimi indicatori macroeconomici e una povertà arrivata al livello record del 36,5% (o addirittura 50%, se si considerano i minori di 15 anni), bensì l’assetto politico complessivo. E la crisi riguarda entrambi gli schieramenti. A cominciare dal peronismo, tornato al potere nel 2018 grazie alla mossa della ex presidente Cristina Fernández vedova Kirchner, che nel suo Frente de Todos riuscì a raggruppare anche le anime centriste storicamente distanti dal kirchnerismo.

Focus. Una nuova stagione politica per l’America Latina?

Tutti i demoni e gli angeli del Messico

di Livio Zanotti

Pioveva come nelle piaghe d’Egitto e a fine serata, in attesa che smettesse, mezza dozzina d’inviati di giornali e TV facevano tardi attorno a uno dei non molti tavoli di Reynaldo, dietro lo Zocalo di Acapulco. Davanti a loro resti di polpo bollito e aragoste alla brace, maionese e mais triturato: squisitezze dell’orgogliosa cucina di mare dello stato di Guerrero (che «cattura ogni palato», avverte un cartello appeso all’ingresso della trattoria). Dietro, ormai lontanissimi da ogni conversazione, liquefatti nella memoria del giorno per giorno ma incancellabili dalla storia quegli “anni con Laura Diaz” raccontati da Carlos Fuentes. I tumulti politico-culturali del Messico di Frida Khalo, muralistas, poeti, cineasti, amori e avversioni irrevocabili, la piccozza stalinista che spaccò la testa di Leon Trotski. Poi i mille giovani di Plaza Tlatelolco sterminati dal presidente Diaz Ordaz nel Sessantotto (sempre a tradimento). La feroce violenza che i messicani non riescono a strappare dal loro calendario.

Le recensioni di Italianieuropei

Gli anni Settanta: il decennio più lungo sotto la lente più attenta

di Paolo Corsini

Dopo il grande affresco delineato ne “L’Italia nel Novecento” del 2019, Miguel Gotor, già storico di santi, inquisitori ed eresie in età moderna, noto per essere il massimo studioso del delitto Moro, si cimenta ora in “Generazione Settanta” con la “Storia del decennio più lungo del secolo breve 1966-1982”, come recita il sottotitolo di questa ultima sua fatica che avvicina la lente d’ingrandimento a un periodo dell’Italia repubblicana tra i più tormentati e discussi.

Le recensioni di Italianieuropei

L’Europa verde è un’Europa politica

di Leo Goretti

Delusione per la mancanza di coraggio nel prendere iniziative decise sulla decarbonizzazione, ma anche desiderio di rilanciare la battaglia contro l’emergenza climatica il prima possibile, ribadendo con parole forti l’impegno europeo a riguardo: questo il giudizio del vicepresidente esecutivo della Commissione europea e commissario per il Green deal europeo Frans Timmermans a conclusione della COP27 di Sharm el-Sheikh.

Le recensioni di Italianieuropei

In modi diversi al margine, ma mai vittime

di Emanuela Abbatecola

Non rileggo mai uno stesso libro, specie se l’ho amato. Non so spiegare il perché. Certamente c’è una ragione razionale legata al bisogno di ottimizzare il tempo, tempo che non è mai abbastanza per colmare il desiderio di leggere e sapere, ma la vera ragione ha poco a che fare con la razionalità. È più una dimensione emotiva a prevalere. È come se volessi preservare le sensazioni positive derivate da una lettura, e quindi preferisco non rischiare di rimanere delusa.

Dizionario Civile

Destra

di Nicolò Carboni

Uno spettro si aggira per l’Europa, ma non come lo intendeva Karl Marx. Se il comunismo era un grande movimento carsico pronto a sollevarsi per emancipare le masse popolari del continente, oggi il fantasma della destra moderata europea somiglia più agli spettri di Derrida, stanche proiezioni di un passato ormai finito che non è mai diventato un futuro possibile. Concentrati per un decennio buono (anche di più se consideriamo come fatto politico principale degli ultimi anni la grande crisi finanziaria del 2008) sulle infinite contorsioni della sinistra, abbiamo perso di vista la crisi profonda della cosiddetta destra mainstream, quella che una volta avremmo chiamato il centro.