Gianni Di Santo

Gianni Di Santo

giornalista, saggista e blogger.

Conservatori e tradizionalisti contro Francesco

Tutti contro Francesco. È questo il grido disperato di conservatori e tradizionalisti della Chiesa cattolica per fermare l’azione riformatrice di papa Bergoglio. Con l’aiuto di influencer sul web, di giornalisti “amici”, di qualche “rosso porpora” in crisi di astinenza di potere. E di precisi blocchi di potere: l’attacco più impetuoso proviene dalla potentissima e ricca Chiesa americana, forse presa in contropiede dagli esiti del Conclave di cinque anni fa che ha formalizzato nei fatti l’urgenza per la Chiesa non solo di moralizzare se stessa ma anche di riprendere in mano le redini di un Vangelo della prossimità e della misericordia dove i poveri e le aree disagiate del pianeta abbiano più attenzione.

Giovanni Paolo II, tra grandezza e contraddizione

«Nuntio vobis gaudium magnum: habemus Papam. Eminentissimum ac reverendissimum dominum Carolum. Sanctae Romanae Ecclesiae cardinalem Wojtyla. Qui sibi nomen imposuit Ioannis Pauli secundi». Quella sera del 16 ottobre 1978, alle parole del cardinale Pericle Felici dinnanzi alla folla riunitasi in piazza San Pietro subito dopo la “fumata bianca” proveniente dalla Cappella Sistina, lo stupore passa di bocca in bocca nel popolo romano, e non solo. «E chi è questo? Un africano?».

Le parole di don Tonino Bello

«Dimmi, marocchino. Ma sotto quella pelle scura hai un’anima pure tu? Quando rannicchiato nella tua macchina consumi un pasto veloce, qualche volta versi anche tu lacrime amare nella scodella? Conti anche tu i soldi la sera come facevano un tempo i nostri emigranti? E a fine mese mandi a casa pure tu i poveri risparmi, immaginandoti la gioia di chi li riceverà? È viva tua madre? La sera dice anche lei le orazioni per il figlio lontano e invoca Allah, guardando i minareti del villaggio addormentato? Scrivi anche tu lettere d’amore? Dici anche tu alla tua donna che sei stanco, ma che un giorno tornerai e le costruirai un tukul tutto per lei, ai margini del deserto o a ridosso della brughiera? Mio caro fratello, perdonaci. Anche a nome degli ottocentomila emigrati clandestini come te, che sono penetrati in Italia con le astuzie della disperazione, e ora sopravvivono adattandosi ai lavori più umili

Il Sessantotto è cattolico

A dispetto di una pubblicistica e di una ricerca storica orientate a trovare nei movimenti di sinistra le ragioni iniziali della contestazione studentesca, in realtà il Sessantotto è nato cattolico. Cattolici furono i primi leader del “movimento” e cattolica fu la prima università occupata. Vennero occupate le chiese e perfino le cattedrali. “Dio è morto”, la straordinaria canzone di Francesco Guccini, fu cantata nelle parrocchie di periferia e in quelle dei centri storici. Nelle piazze, e non solo nelle chiese, i cattolici si fecero sentire, forti di un’idea, di una filosofia volta a costruire progetti e domande di futuro. Con il Concilio Vaticano II la Chiesa anticipò di tre anni la rivoluzione del 1968 e si mise in discussione.

La profezia sulla strada di Francesco. E intanto Charles De Foucauld sbarca a Roma

«24 ore bloccato da Facebook a causa di questo post! Alcune foto di ragazzi africani in piscina è un problema per FB? L’impegno per l’accoglienza, la solidarietà, l’antirazzismo non fanno parte degli “standard” di comunicazione di Facebook? Intanto si è lasciato che, per un giorno intero, mi si insultasse e diffamasse senza che io avessi la possibilità di controbattere! Qualcosa non mi torna! E nella notte sono state tagliate tutte le gomme delle biciclette dei ragazzi migranti di Vicofaro!».
La fede entra a piene mani sui social. Massimo Biancalani, prete dell’era di Francesco che fa semplicemente il prete, si sfoga così lo scorso 19-20 di agosto, quando la foto pubblicata sul suo profilo Facebook di alcuni ragazzi “neri” che fanno il bagno in piscina riempie le prime pagine dei giornali. Dalla provincia e dalla diocesi di Pistoia alla ribalta nazionale, con tutti i fascisti e i destrorsi d’Italia a gridare ad alta voce: “vigileremo sulla tua dottrina”.

Don Matteo, il vescovo della porta accanto

Zuppi agli islamici: “isoliamo insieme il virus della violenza”. Famiglia, l’autocritica di Zuppi: “troppi corsi prematrimoniali e poca sostanza”. Il vescovo chiede una nuova alleanza tra laici e cattolici per aiutare i nuclei in difficoltà. Bologna, Guccini e il vescovo Zuppi insieme al Mast per ripensare ad Auschwitz: viene presentato il documentario “Son morto che ero bambino”, girato a marzo nei luoghi della memoria. Bologna, una casa-comunità per i ragazzi con problemi psichiatrici. Inaugurata una nuova ala nell’ex collegio voluto dal cardinale Lercaro. Sarà un centro per giovani in difficoltà. Zuppi: “così si sconfiggono le paure”. Bologna, il monito di Zuppi: “La Chiesa supplisce alla politica nel contrasto alla povertà”. E ancora: “Politici attenti solo ai sondaggi, ma anche la Chiesa deve avere maggiore audacia”. Bologna, il vescovo alla marcia per la pace con la bomba antistress di gommapiuma. Al 1° maggio, “Don Matteo” conquista anche la FIOM. Monsignor Zuppi alla manifestazione dedicata ai disabili.