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Francesco. Per un’agiografia politica

di Eugenio Mazzarella - 11/12/2023

Quanto dia fastidio il pontificato di Francesco e la sua pastorale urbe et orbi che non accetta il confinamento alla “città di Dio”, ma vuole un po’ troppo parlare alla “città degli uomini”, lo si può cogliere da non poche stizzite reazioni alla recente esortazione apostolica Laudate Deum. Troppo impegnata per qualche suo critico a lodare Dio nella sua opera, la natura, piuttosto che nell’alto dei cieli, rivendicando per essa, se non un’intangibile sacralità, un reverente riguardo, quasi fosse un Deus sive natura.

Benedictus quondam papa XVI

La morte di Joseph Ratzinger il 31 dicembre 2022 ha avviato una nuova fase del modo in cui è egli stato usato e s’è lasciato usare nel cattolicesimo post conciliare.
Intellettuale traumatizzato dal Sessantotto, incline ad autocommiserarsi in ogni scritto autobiografico come vittima di una feroce ostilità teologica (sentimento quanto meno paradossale in un prefetto dell’ex sant’Uffizio e in un papa), mordace nell’aggredire le posizioni di chi aveva semplicemente visioni teologiche differenti dalle sue, d’un candore personale tale da fargli ritenere che nel disastro morale del clero novecentesco potesse aver avuto un peso la presenza delle mogli dei catechisti e dei diaconi nelle mense dei seminari dopo il Vaticano II, Joseph Ratzinger era diventato l’alfiere di una cultura conservatrice più grossolana della sua, ma che lo venerava perché certa del fatto che non avrebbe mai saputo affilare teologicamente lo stylum Romanæ Curiæ come lui e affondarlo con la sua stessa eleganza.

Europa e guerra in Ucraina. Presentazione Italianieuropei 2/2022

Giovedì 30 giugno alle ore 18:00, la Fondazione Italianieuropei ha organizzato la presentazione dell'ultimo numero della rivista Italianieuropei in un incontro in diretta streaming dal titolo "Europa e guerra in Ucraina"

Articoli del numero 1/2022

Del numero 1/2022 di Italianieuropei sono disponibili integralmente gli articoli di Roberto Speranza, Guido Rasi, Antonella Viola, Giorgio Prodi e Romano Prodi, Giuseppe Rao.



 

Papa Francesco e il mondo.

Lunedì 28 febbraio alle ore 17:45, la Fondazione Italianieuropei ha organizzato il confronto dal titolo "Papa Francesco e il mondo.".

Articoli del numero 6/2021

Del numero 6/2021 di Italianieuropei sono disponibili integralmente gli articoli di Massimo D'Alema, Mara Morini, Alessandro Campi, Pasquale Ferrara, Monica Frassoni, Elisa Giunipero.



 

Lo scenario politico dopo le amministrative. Papa Francesco e il mondo. Italianieuropei 6/2021

Lo scenario politico dopo le amministrative Se le forze progressiste e innanzitutto il Partito Democratico escono rinfrancate dalle elezioni amministrative con le quali hanno confermato ed esteso il loro ruolo nel governo delle grandi città italiane, non bisogna dimenticare che il risultato è stato condizionato in modo determinante dall’astensionismo che ha riguardato in modo particolare le fasce sociali più umili e più marginali. Sarebbe sbagliato dunque cedere a una visione facilmente ottimistica proiettando il risultato del voto amministrativo sulle prossime elezioni politiche.

Papa Francesco e il mondo L’atlante che la Chiesa di Francesco consulta non è quello cartografico, né quello della geografia politica, quanto piuttosto un’interpretazione, un oggetto ermeneutico, le cui dimensioni e i cui caratteri definitori non corrispondono affatto a quelli della geopolitica, incorporando invece elementi di geoeconomia e geocultura. Il mondo di Francesco è soprattutto una mappa concettuale, il portato di una geografia critica, di una elaborazione persino meta-geografica, in cui l’orientamento fondamentale non è dato dalle coordinate o dai punti cardinali, ma da categorie di riferimento più incisive e più profonde, come quella di periferia.

L’atlante di Bergoglio. Tra politica internazionale e politica planetaria

“È certo che l’attuale sistema mondiale è insostenibile”.1 È, questo, un perfetto incipit per un’analisi del pensiero internazionalistico di Francesco, tratto dalla sua enciclica sulla “cura” della “casa comune”, ma potrebbe rappresentarne anche una sintesi efficace, per quanto possa suonare poco rassicurante. In realtà, si tratta di una costatazione che, al contempo, lungi dall’essere scoraggiante, è un potente invito all’impegno, alla performatività degli enunciati nell’effluvio della retorica post pandemica e attinente al caos climatico.
La crisi della globalizzazione come illusione di una fittizia integrazione tecnocratica del mondo ha messo a nudo le insufficienze dei progetti di universalizzazione che non pongono al centro una concezione della vicenda sociale contemporanea fondata sul rispetto del molteplice, la considerazione delle diversità, la rilevanza della dignità delle persone.

Bergoglio e l’Europa

Non è compito facile individuare una dottrina organica di papa Bergoglio sull’Europa in quanto entità politicamente rilevante. Ma sono invece numerosissime le occasioni il cui il papa ha parlato di Europa e all’Europa. E lo ha fatto sia in occasione dei tanti incontri che ha avuto nel corso del suo mandato con leader politici europei, sia in occasione dei suoi viaggi pastorali in vari paesi del continente. Ma anche e soprattutto quando ha avuto modo di intervenire sull’Europa, sulle sue sfide e sui suoi problemi, in occasione di incontri solenni, con interventi articolati e focalizzati proprio sui temi sui quali la sensibilità del pontefice incontrava competenze e responsabilità europee.

 

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