Italianieuropei 1/2023
Italianieuropei 1/2023

In questo numero

Avanza la lotta delle donne in Iran Da quando, lo scorso settembre, Mahsa Amini, ventiduenne curda, è stata arrestata per il suo velo ritenuto mal posto ed è poi morta dopo tre giorni di violenze subite in una stazione della polizia morale, in Iran giovani e donne tengono vivo un movimento di protesta contro il regime che vede nella politicizzazione del corpo femminile il suo elemento distintivo più dirompente.

Convivere con il futuro La diffusione dell'intelligenza artificiale e delle sue molteplici applicazioni sta operando una nuova rivoluzione tecnologica di cui, ad oggi, riusciamo ad intravedere solo in parte opportunità e rischi. Come cambierà la nostra vita in un futuro che è già presente? Come intervenire per governare con la lucidità e la competenza necessarie trasformazioni così rapide e incisive?

 

il Sommario

gli Articoli

Agenda. Avanza la lotta delle donne in Iran

Donna, vita, libertà. Per non lasciare soli le donne e i giovani iraniani

di Anna Maria Carloni

In occasione del Capodanno 2023 molti degli auguri che ci siamo scambiati tra donne sono stati all’insegna della rivoluzione femminista in Iran, con un sentimento di immensa gratitudine per quelle giovani e quel coraggio estremo, che faceva sperare. La rivoluzione delle donne è «l’unica rivoluzione non fallita del Novecento». Ritornano alla mente le parole di Enrico Berlinguer che, riprendendo Hobsbawm, nei suoi ultimi anni aveva dimostrato lungimiranza comprendendo che se le donne sono libere c’è libertà per tutti. L’onda rivoluzionaria della libertà femminile, fin dal secolo scorso, come l’acqua, non ha mai trovato gabbie che potessero fermarla, e come un fiume carsico riaffiora oggi potentemente in Iran, in contrasto con la terrificante brutalità del regime degli ayatollah.

 

Agenda. Avanza la lotta delle donne in Iran

Il corpo politico che muove l’Iran

di Ida Dominijanni

“Donne senza uomini”, dell’artista e cineasta iraniana Shirin Neshat vinse il Leone d’argento alla Mostra di Venezia nel 2009, mentre a Teheran la Rivoluzione verde riempiva le strade e veniva repressa dai paramilitari a suon di manganelli, bastoni, pistole e spray al peperoncino. Il film racconta le storie intrecciate di quattro donne di diversa estrazione sociale durante un’altra rivoluzione, quella del 1953 a sostegno del governo di Mohammad Mossadeq e contro il colpo di Stato angloamericano che poi lo depose. La vita pubblica è in movimento e smuove le vite private: come dice una delle quattro protagoniste, «fra tutte quelle voci la volontà che muove tutto, che cambia tutto, si era impossessata di me». Afferrata dal cambiamento, ciascuna di loro si separerà dalla propria vita precedente per ritrovarsi con le altre a condividere una casa e un giardino, che è anche una metafora dell’Iran: «Ora il giardino ruota su sé stesso. Si sta sgretolando. Sembra ammalato, e non c’è più la strada del ritorno».

Focus. Convivere con il futuro

Intelligenza artificiale, le sfide e i rischi

di Giuseppe F. Italiano

La qualità dei dati utilizzati dai modelli di intelligenza artificiale è fondamentale per il loro corretto funzionamento. Tuttavia, quando si parla di dati, e in particolare di big data, c’è una certa incertezza sul loro livello di veridicità. Insieme ad altre caratteristiche come l’esaustività (quanto è ampio l’ambito dei dati utilizzati) e l’estensionalità (quanto è facile aggiungere o modificare i campi), la veridicità è fondamentale per l’uso di grandi volumi di dati, poiché potrebbe rivelarsi molto difficile per gli utenti di un sistema di intelligenza artificiale riuscire a valutare se il dataset utilizzato è affidabile. La corretta etichettatura e strutturazione di big data è un prerequisito fondamentale affinché i modelli di machine learn-ing possano essere in grado di identificare con successo eventuali segnali all’interno dei dati, di distinguere i segnali dal rumore, e di riconoscere opportuni pattern nei dati.

Focus. Convivere con il futuro

Verso un umanesimo digitale

di Bruno Siciliano e Daniela Passariello

La diffusione sempre più rapida delle tecnologie digitali in tutte le attività umane è il fenomeno che meglio caratterizza il XXI secolo. Il computer, nato come strumento di calcolo, è diventato, grazie a internet, strumento di comunicazione. Nel 1982 la rivista “Time” dedicava la propria copertina al computer per la sua «grande influenza nella nostra vita quotidiana» assegnando per la prima volta la qualifica di soggetto dell’anno a una “macchina” invece che a una persona. Con quella immagine, il progresso tecnologico – ancor prima dell’avvento di internet – prometteva in qualche modo di rivoluzionare la vita dell’individuo e della collettività, una previsione di fatto realizzata e potenziata grazie all’intelligenza artificiale (Artificial Intelligence, AI).

Focus. Convivere con il futuro

La sfida del rapporto uomo-macchina

di Paolo Benanti

L’uomo ha alcune caratteristiche uniche. Tra queste c’è la capacità di trasformare la realtà in qualcosa di conosciuto, potremmo dire di addomesticato, che chiama mondo. Se le altre specie viventi hanno un habitat, cioè l’insieme delle condizioni ambientali in cui vive una determinata specie, l’habitat umano è composto da elementi che ci fanno sentire in uno spazio congeniale alle nostre inclinazioni o ai nostri gusti. Il nostro habitat diviene in un certo senso abitudine. Tuttavia, questa abitudine ad abitare un mondo in un certo senso addomesticato tramite la condivisione con i nostri simili di orizzonti, modi di fare e artefatti tecnologici che segnano il nostro vivere quotidiano, potrebbe di fatto renderci come i celebri pesci di David Foster Wallace: «Ci sono questi due giovani pesci che nuotano e incontrano un pesce più vecchio che nuota in senso contrario e fa loro un cenno, dicendo: “Salve ragazzi, com’è l’acqua?” e i due giovani pesci continuano a nuotare per un po’ e alla fine uno di loro guarda l’altro e fa: “Che diavolo è l’acqua?”».

Focus. Convivere con il futuro

Intelligenza artificiale: sfide etico-politiche per l’età degli automi

di Guglielmo Tamburrini

L’intelligenza artificiale (IA) sta avendo un impatto profondo sulle principali attività della nostra vita, dal lavoro alla comunicazione sociale e alla fruizione culturale sul web. Alla radice del successo dell’IA nell’ultimo decennio ci sono soprattutto nuove tecniche per l’apprendimento automatico. Sfruttando grandi archivi di dati, queste tecniche consentono di addestrare i sistemi dell’intelligenza artificiale a svolgere i ruoli più disparati, che vanno dagli assistenti vocali degli smartphone al controllo dei veicoli a guida autonoma del prossimo futuro.
Uno sviluppo tecnologico così rapido e diffuso solleva inevitabilmente delle importanti questioni etico-politiche. Quattro sono le questioni di fondo sulle quali ci soffermiamo qui.

Focus. Convivere con il futuro

Quale disciplina per l’intelligenza artificiale?

di Filippo Donati

Tutta la storia dell’umanità è stata caratterizzata dai cambiamenti prodotti dalle innovazioni tecnologiche. Alcune di queste hanno avuto una incidenza sulla società che può considerarsi rivoluzionaria. L’invenzione della stampa a caratteri mobili, ad esempio, ha radicalmente trasformato la diffusione delle conoscenze, fino ad allora affidata alla tradizione orale ovvero all’opera degli amanuensi e, pertanto, limitata a ristrette cerchie di persone. A partire dalla Bibbia di Gutenberg, la stampa ha permesso l’educazione delle masse e la circolazione su larga scala delle idee e delle informazioni.

Focus. Convivere con il futuro

Le responsabilità da intelligenza artificiale self-learning: quid sub sole novum?

di Ugo Ruffolo

All’interno delle problematiche etiche e giuridiche poste dalle nuove tecnologie, quelle emergenti in relazione al pianeta intelligenza artificiale (IA) sono peculiari. Chiariamo subito che la assoluta novità del fenomeno risiede nella capacità di autoapprendimento e di autonoma evoluzione della “macchina”. Il salto di qualità, che porta a emersione nuovi interrogativi anche per il giurista, è dunque rappresentato non dal mero incremento della capacità computazionale dei sistemi informatici, ma dal machine learning, nelle sue varie forme (dal deep learning alle reti neurali); al quale sovente si accompagna un più o meno elevato livello di opacità e mancanza di spiegabilità e trasparenza, che rende il “comportamento” della macchina non sempre prevedibile ex ante o spiegabile ex post anche da parte del suo produttore/programmatore (è il problema del black box). Con ogni conseguente possibile difficoltà nell’allocazione di responsabilità in caso di danno.

Focus. Convivere con il futuro

Tecnologie digitali e mercato del lavoro: una relazione articolata

di Paolo Lupi e Antonio Perrucci

Una classificazione condivisa ed esaustiva delle tecnologie digitali non è disponibile, anche se esiste largo consenso nell’indicare un “nucleo” di tecnologie che sono alla base dello sviluppo dell’ecosistema digitale: altra espressione per la quale non vi è una univoca definizione. È, peraltro, evidente che siano possibili differenti definizioni di una tecnologia digitale a seconda del contesto. Limitandosi al caso dell’intelligenza artificiale, da un lato, essa costituisce una (consolidata) disciplina nell’ambito della computer science, dall’altro lato, nel campo dell’analisi economica e della produzione legislativa, definizioni e classificazioni possono variare, anche significativamente, come messo in evidenza da diversi autori.

Focus. Convivere con il futuro

L’impatto dell’intelligenza artificiale in ambito sanitario

di Domenico Mantoan e Alice Borghini

L’insieme di tecnologie avanzate caratterizzate da elevata capacità di elaborazione e combinazione di dati e algoritmi utilizzati al fine di simulare comportamenti cosiddetti “intelligenti”, cioè attività di ragionamento, associazione e decisione tipici dell’essere umano, rientrano nella definizione di intelligenza artificiale. L’evoluzione tecnologica e scientifica, così come la sempre maggiore disponibilità di dati e l’automazione dei processi decisionali sono alcune delle motivazioni che più hanno stimolato lo sviluppo e l’applicazione di strumenti di intelligenza artificiale in diversi ambiti della vita lavorativa e quotidiana. Recentemente, data la trasversalità di applicazione di tale tecnologia e i benefici potenziali apportati da tali strumenti, l’Unione europea per prima si è fatta promotrice dell’utilizzo dell’intelligenza artificiale proponendo una strategia di indirizzo comune, che permetta agli Stati membri di non frammentare le esperienze, ma di fare fronte comune e di costruire un ecosistema d’eccellenza e fiducia per divenire leader globale in questo campo.

I fatti. Mondo

Il Golfo necessario. Le monarchie neutrali nell’era multipolare

di Eleonora Ardemagni

Di nuovo, le monarchie del Golfo dimostrano di saper utilizzare le crisi per ridefinire il proprio status, nonché ruolo, nell’ordine regionale e anche internazionale. Passando a un livello successivo – spesso migliore del precedente – in termini di influenza e potere. C’è infatti qualcosa di già vissuto nel modo in cui le monarchie stanno attraversando la crisi internazionale seguita all’invasione russa dell’Ucraina. E rimanda al 2011, l’anno delle rivolte arabe (le cosiddette “Primavere”) in Medio Oriente e nel Nord Africa. Oltre un decennio fa, le monarchie del Golfo, soprattutto Arabia Saudita, Emirati Arabi Uniti (EAU) e Qatar, riuscirono a trasformare la forza energetica ed economica in forza geopolitica. Mentre l’ordine regionale era terremotato da rivolte dagli esiti multiformi (Tunisia, Egitto, Libia, Siria, Yemen), Riad, Abu Dhabi e Doha guadagnavano influenza economica, politica e militare tra Medio Oriente e Nord Africa, spesso in competizione tra loro.

I fatti. Mondo

La Cina nel Golfo Persico

di Jacopo Scita

Per parlare del ruolo prominente che la Cina occupa oggi nelle dinamiche economiche e politiche del Golfo Persico è subito necessario sgomberare il campo da una sorta di pregiudizio che sottende tante analisi sul tema, ovvero quello che la Cina sia sostanzialmente un nuovo arrivato nella regione. Infatti, se è vero che nell’ultimo decennio la presenza cinese nell’area ha visto un salto di qualità, le relazioni tra i paesi del Consiglio di cooperazione del Golfo (GCC), l’Iran e Pechino non sono più un fatto nuovo – basti pensare che, senza scomodare gli scambi commerciali, umani e culturali lungo l’antica Via della seta, Cina e Iran hanno relazioni diplomatiche ufficiali dal 1971. Alla base di questo equivoco c’è sicuramente il fatto che, almeno negli ultimi cinquant’anni, gli Stati Uniti sono stati la principale potenza esterna nella regione mentre per la Cina, in termini di priorità strategiche, il Golfo Persico – e più in generale il Medio Oriente – resta una regione di secondaria importanza, soprattutto se comparata a teatri meno periferici come Taiwan e la regione indo-pacifica.

I fatti. Mondo

Neutralità o pragmatismo? La “terza via” dell’Oman

di Giuseppe Dentice

Incastonato tra Mar Arabico e Stretto di Hormuz (chokepoint strategico che collega il Medio Oriente con l’Oceano Indiano e dal quale transita circa il 25% degli idrocarburi mondiali), l’Oman rivendica da sempre un ruolo di terzietà rispetto ai suoi vicini arabi del Golfo Persico. Un’indipendenza rispetto a Riad e alla sua assertiva politica leaderistica nell’area del Gulf Cooperation Council (GCC), così come un’autonomia totale rispetto a posizioni nette da assumere nella maggior parte dei conflitti o dei dossier regionali. Al contempo, l’Oman non ha mai interrotto le relazioni diplomatiche con nessun governo arabo o del suo vicinato strategico, né tantomeno ha mai deciso di allinearsi con un blocco geopolitico contro un altro.

I fatti. Mondo

Il soft power dei paesi del Golfo

di Umberto de Giovannangeli

Potenza del soft power. Quello che ti fa conquistare continenti interi (vedi l’Africa) e avere la presa sulle economie occidentali, senza aver bisogno di eserciti iper armati o di guerre di aggressione. Il soft power. Grazie al quale paesi di pochi milioni di abitanti, ma ricchissimi di risorse energetiche, oggi dettano legge, o quasi, nel mondo. Una penetrazione capillare, eguagliata e in parte superata solo dal soft power della Cina, che rende un retaggio del passato, anche se drammaticamente riproposto da un anno con la guerra in Ucraina, l’hard power militare della Federazione russa. Una (relativa) potenza armata, la Russia, ma una debolezza economica conclamata, quella di Mosca, se rapportata non soltanto al gigante cinese ma anche alle petromonarchie del Golfo.

Le persone. Parliamo di lui/lei

Benedictus quondam papa XVI

di Alberto Melloni

La morte di Joseph Ratzinger il 31 dicembre 2022 ha avviato una nuova fase del modo in cui è egli stato usato e s’è lasciato usare nel cattolicesimo post conciliare.
Intellettuale traumatizzato dal Sessantotto, incline ad autocommiserarsi in ogni scritto autobiografico come vittima di una feroce ostilità teologica (sentimento quanto meno paradossale in un prefetto dell’ex sant’Uffizio e in un papa), mordace nell’aggredire le posizioni di chi aveva semplicemente visioni teologiche differenti dalle sue, d’un candore personale tale da fargli ritenere che nel disastro morale del clero novecentesco potesse aver avuto un peso la presenza delle mogli dei catechisti e dei diaconi nelle mense dei seminari dopo il Vaticano II, Joseph Ratzinger era diventato l’alfiere di una cultura conservatrice più grossolana della sua, ma che lo venerava perché certa del fatto che non avrebbe mai saputo affilare teologicamente lo stylum Romanæ Curiæ come lui e affondarlo con la sua stessa eleganza.

Le recensioni di Italianieuropei

Alle radici della crisi del PD

di Marco Almagisti

C’è un tratto che accomuna le riflessioni di Antonio Floridia, che in questo libro riprende i temi articolati in un precedente volume1 e in una serie di interventi pubblicati in diverse testate, soprattutto “il manifesto”, dal 2015, e “il Mulino”, dal 2018.
L’elemento comune è costituito da una precisa, ricorrente domanda, che accompagna il suo poliedrico percorso di ricerca negli ultimi anni: come è stato possibile per la sinistra italiana giungere alla condizione di debolezza quale mai aveva avuto nel lungo periodo della storia repubblicana? Questa domanda sottostante alimenta le analisi di Floridia che si rivolgono in particolare verso il principale attore del centrosinistra, il Partito Democratico. In effetti, l’indebolimento del Partito Democratico è innegabile: fondato nel 2007, il PD è passato dai 12 milioni di voti alle elezioni politiche del 2008 (equivalenti al 33%) ai 5 milioni e trecentomila delle elezioni politiche del 25 settembre 2022 (19%).

Le recensioni di Italianieuropei

Le parole e le idee di David Sassoli

di Paolo Corsini

Non si è ancora spenta l’eco delle emozioni suscitate dalla prematura scomparsa di David Sassoli, un evento doloroso, vissuto con corale partecipazione non solo presso il ceto politico-istituzionale, ma dalla più larga opinione pubblica che ha voluto attribuirgli un tributo di riconoscenza e di apprezzamento per i tratti di spontanea empatia espressi dalla sua persona, per lo stile di misura e compostezza con cui ha rivestito il suo ruolo di presidente del Parlamento europeo in un tempo – tra il luglio del 2019 e il gennaio del 2022 – segnato da crisi profonde, da emergenze inedite e sfide impervie.

Le recensioni di Italianieuropei

Dissenso

di Enzo Di Nuoscio

«Per capire chi vi comanda – diceva Voltaire – basta scoprire chi non vi ha permesso di criticare». Libertà significa innanzitutto libertà di criticare il potere politico, dalle cui degenerazioni sono storicamente venute le più gravi minacce alle libertà individuali. Tanto che Karl Popper non esita a sostenere che una delle più importanti domande che deve porsi chi ha a cuore i valori della democrazia è: «come controllare chi comanda?» e più precisamente: «come possiamo organizzare le istituzioni politiche in modo da impedire che i governanti cattivi o incompetenti facciano troppo danno?».