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L’Italia incontra l’America Latina

L’VIII Conferenza Italia-America Latina e Caraibi, principale foro intergovernativo d’incontro e di confronto tra Italia e paesi dell’America Latina e dei Caraibi, si è tenuta a Roma lo scorso 13 dicembre. Molti i temi trattati, dal rilancio dell’IILA al “buen vivir” boliviano, agli obiettivi dell’Agenda ONU 2030.

Start up: il futuro dell’innovazione brained in Italy

Nel confronto con la realtà americana e con le migliori esperienze europee, le start up italiane mostrano risultati sorprendenti: un elevato grado di maturità e molte manifestazioni di interesse verso i progetti sviluppati. Tante però sono anche le difficoltà con cui devono fare i conti, soprattutto nella fase di exit.

Piccole imprese oltre la frontiera

Persino nell’attuale congiuntura economica internazionale, le imprese italiane registrano importanti successi commerciali e sta aumentando rapidamente il numero delle aziende, anche di piccole e medie dimensioni, che hanno rapporti con l’estero. Un’analisi più attenta rivela, tuttavia, una situazione in chiaroscuro. Se, da un lato, l’export non è da solo suffi ciente a rilanciare la crescita e l’occupazione del paese, dall’altro lato un modello di sviluppo che dipende troppo dai mercati esteri accentua il rischio della delocalizzazione di parti importanti del processo produttivo. Perciò, una politica industriale per le piccole imprese dovrebbe non solo sostenere la capacità di agganciare i mercati più dinamici attraverso migliori servizi informativi e di formazione, ma anche rafforzare, a livello locale, i beni comuni per la competitività.

Lo stato imprenditoriale e il rilancio della grande impresa

La crisi italiana è ormai profondamente strutturale e si accompagna all’avvitamento recessivo dell’industria nazionale. Per interrompere questa spirale negativa e avviarsi nuovamente lungo un sentiero di crescita è necessaria una politica industriale che rilanci il ruolo della grande impresa e sia in grado di promuovere ricerca, innovazione e competenze. In questo percorso un ruolo fondamentale spetta allo Stato, a cui non compete solo definire il campo e le regole del gioco, ma anche dotarsi di una visione di lungo periodo e di strategie e strumenti di sostegno dei driver dello sviluppo più innovativo e competitivo.

La grande impresa in Italia: un declino inarrestabile?

La grande impresa ha subito in Italia un destino assai curioso. Protagonista del boom economico degli anni Cinquanta e Sessanta, ha patito a lungo l’assenza di una cornice giuridico-istituzionale che le permettesse di raggiungere in modo duraturo i traguardi che l’avrebbero collocata su posizioni di frontiera a livello internazionale. Quando, sotto il forte stimolo dell’adesione al Trattato di Maastricht, furono introdotte istituzioni economiche e giuridiche simili a quelle dei paesi più avanzati, la stagione d’oro della grande impresa italiana si era inesorabilmente chiusa. E ora? Quali politiche attuare per sostenere le nuove realtà del capitalismo italiano e le poche grandi imprese sopravvissute?

Per un dialogo costruttivo tra impresa e lavoro

Il ruolo fondamentale che ricopre il dialogo tra lavoro e impresa al fine di garantire un migliore e più equilibrato sviluppo del sistema economico è comprovato dal fatto che le realtà, sia nazionali che aziendali, in cui questo dialogo si dimostra più efficace sono proprio quelle che conseguono i risultati migliori in termini di benessere e competitività. Per dare efficacia alle politiche per la crescita è quindi necessario realizzare un contesto favorevole al dialogo, prima di tutto restituendo dignità e valore al lavoro e alle organizzazioni che lo rappresentano.

La questione meridionale oggi e domani

Il dibattito sugli squilibri tra Nord e Sud del paese si è tristemente ridotto alla riproposizione di un “teorema meridionale” in base al quale lo stanziamento di risorse per il Mezzogiorno sarebbe inutile, visto che in passato esse non si sono rivelate efficaci a causa degli sprechi e della struttura clientelare della società meridionale. L’unica via percorribile per rilanciare l’economia non solo del Sud, ma di tutto il paese, è invece quella di rendere prioritarie nell’agenda politica italiana l’elaborazione e l’attuazione di politiche di sviluppo, che puntino anche alla crescita delle imprese e dell’occupazione nel Sud Italia.

L’Italia e i suoi giovani

A occhio, il rapido avvicinarsi dell’anniversario dei 150 anni dell’Unità d’Italia avvierà ben presto a portare con sé, insieme alle celebrazioni, un carico assolutamente indesiderato e indesiderabile di polemica, pompa e retorica che arriverà a deviare l’attenzione e ad annoiare tutti molto prima che le italiane e gli italiani possano apprezzare l’importanza e il peso di questa straordinaria ricorrenza.

La cooperazione nel settore agroalimentare: un’eccellenza da tutelare

Un modello di impresa che coniuga mercato e funzione sociale, dove i soci sono al centro della vita della cooperativa: è questa la forza delle cooperative agricole e agroalimentari aderenti a Fedagri-Confcooperative che, anche in questa fase di crisi, sono riuscite a tutelare il lavoro degli associati e la qualità delle produzioni, confermandosi garanzia di sviluppo del territorio, capisaldi a difesa del reddito agricolo e strumenti di buona occupazione.

Gli ultimi saranno i primi. Le cooperative di servizi fra passato e presente

Negli ultimi tre decenni, le cooperative italiane che operano nei servizi all’impresa e alla persona sono state protagoniste di un indiscusso successo economico. Questo è stato possibile anche grazie all’adozione di un modello organizzativo significativamente differente da quello di coope - rative di altri settori merceologici, fra elementi virtuosi e altri di maggiore problematicità.

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