Il mondo è da tempo in preda a ricorrenti crisi sistemiche, siano esse di tipo economico, sociale, climatico o sanitario. L’ordine mondiale così concepito è ormai palesemente inadeguato a fornire risposte sostenibili. Le istituzioni internazionali, a partire dall’ONU, perdono autorevolezza tanto quanto le decisioni raggiunte, che spesso sono disattese o inefficaci.
In tale contesto il diritto internazionale appare quasi come un essere vivente messo all’angolo: inutilmente aggressivo e coercitivo, è sempre più debole e arrugginito. Come siamo arrivati a questo? E, soprattutto, quali e dove sono le piste per uscirne?
Alfredo D’Attorre, professore di Filosofia del diritto all’Università di Salerno, già deputato, attualmente anche responsabile cultura e università nel nuovo PD.
Mercoledì 5 luglio alle ore 18:00 la Fondazione Italianieuropei terrà la presentazione del libro di Alfredo D'Attorre "Metamorfosi della globalizzazione". Tra gli altri ne discuteranno con l'autore Massimo D'Alema e Giulio Tremonti.
Oggi come negli anni Trenta del secolo scorso, di fronte alla peggiore recessione mai conosciuta, ci si chiede se quella che stiamo vivendo sia la crisi fi nale del capitalismo. È probabile che, come già avvenuto allora, il capitalismo supererà questo momento diffi cile, ma non è affatto detto che esso sarà in grado, superata la tempesta, di garantire una fase di crescita e benessere diffuso come quella del secondo dopoguerra.
Preminenza della formazione tecnico-scientifica su quella umanistica, disagio di fronte alle nuove tecnologie, marginalità dei classici: il mondo sembra sempre più refrattario al genere di educazione che le discipline umanistiche, storicamente, hanno mediato e difeso. Ma la battaglia non è affatto perduta: per avere qualche chance, però, è necessaria una certa dose di senso della realtà e di pragmatismo.
Fino agli anni Settanta l’Italia ha contato sulle esportazioni per crescere e colmare il divario con gli Stati Uniti e gli altri paesi europei. Da allora il legame fra esportazioni e crescita sembra essersi spezzato, complici il limitato aumento della domanda mondiale dei prodotti “tradizionali”, nei quali l’Italia è specializzata, e la bassa crescita dei paesi europei, mercati di destinazione privilegiati dei prodotti italiani. Le imprese hanno reagito ai mutamenti dell’economia mondiale degli ultimi decenni adottando strategie di internazionalizzazione sempre più articolate. Ne è risultato un tessuto produttivo profondamente cambiato, in cui le esportazioni sono solo una parte di strategie complesse, importanti per recuperare competitività e agganciare l’eventuale crescita della domanda mondiale.
Il movimento Occupy Wall Street probabilmente non sopravvivrà a lungo. Esso tuttavia ha avuto il merito di iniziare alla politica una nuova generazione di americani e di riportare al centro del dibattito politico statunitense una questione troppo a lungo trascurata: quella dell’enorme crescita delle diseguaglianze.
Lunedì 7 novembre alle 14, a Milano, Italianieuropei, ISPI e Università Carlo Cattaneo - LIUC organizzano il convegno “Second Italian-Indian Bilateral Dialogue”. L’iniziativa si focalizzerà sulla partnership politica ed economica tra India e Unione europea, con un particolare riferimento al ruolo dell’Italia.
Italianieuropei, insieme a una delegazione di fondazioni progressiste europee guidata dalla Foundation for European Progressive Studies, si è recata a New Delhi per incontrare politici, giornalisti, diplomatici e accademici indiani e cercare di capire meglio le profonde trasformazioni che caratterizzano l’India contemporanea.
La crisi che ha colpito l’economia mondiale ha portato a un riassestamento degli equilibri di forza tra paesi industrializzati e paesi emergenti. Non solo la Cina ha definitivamente raggiunto lo status di superpotenza, intensificando i rapporti bilaterali con gli Stati Uniti e offrendo prestiti ai paesi in crisi, ma soprattutto la governance internazionale ha trovato una nuova sede: il G20, che coinvolge anche i paesi emergenti nelle decisioni economiche a livello mondiale.
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Dove va l'Europa? | L'approssimarsi del voto per il rinnovo del Parlamento europeo impone una riflessione sulle proposte su cui i partiti e le famiglie politiche europee si confronteranno | Leggi tutto