Italianieuropei 3/2022
Italianieuropei 3/2022

In questo numero

Il voto in Italia. La lettura attenta del voto dello scorso 25 settembre ci dice molto di un centrodestra che, pur senza conquistare un travolgente consenso popolare, è riuscita, grazie alla sua capacità di ricompattare il fronte conservatore, ad ottenere una netta vittoria politica.

Come cambierà l'Europa dopo la guerra. L’aggressione russa all’Ucraina del 24 febbraio 2022 pone l’Unione europea di fronte a un dilemma ineludibile perché esistenziale: trasformarsi in un’area politica coesa, determinata e capace di compiere scelte precise,

 

il Sommario

gli Articoli

Agenda: il voto in Italia

Dopo la sconfitta, la rinascita di una comunità politica

di Massimo D'Alema

La destra ha vinto. Era un risultato atteso, ma non per questo meno scioccante per tanta parte del nostro paese e della opinione pubblica internazionale. La vittoria della destra non è il frutto di una travol­gente onda di consenso popolare. La coalizione guidata da Giorgia Meloni ha raccolto esattamente la stessa quantità di voti che aveva raccolto nel 2018. Ma ci sono tre differenze importanti. Anzitutto, che il consenso si è concentrato su Fratelli d’Italia, che ha compiuto un balzo dimezzando la consistenza di tutti i suoi alleati.

Agenda: il voto in Italia

Fotografia di una vittoria annunciata della destra

di Federico Fornaro

Come da tradizione italica, della “fuga dalle urne” in atto da tempo si è parlato giusto nell’intervallo tra la chiusura dei seggi e l’arrivo dei primi risultati. Eppure mai come quest’anno il crollo della partecipazione è stato così fragorosamente rumoroso. Con il 63,9% di votanti, infatti, è stato battuto il record negativo assoluto, con un arretramento di 9 punti percentuali rispetto alle precedenti elezioni politiche del 2018.
Più di un italiano su tre ha disertato i seggi, e anche il richiamo all’oggettivo impedimento dei fuori sede e degli anziani impossibilitati a muoversi, il cosiddetto “astensionismo involontario” stimato in oltre 4 milioni di potenziali elettorali

Focus. Come cambierà l’Europa dopo la guerra

Le svolte europee

di Pasquale Ferrara

In politica, il lessico è sostanza. Per la prima volta dopo molti anni, almeno dal 2021, l’Europa in Italia non è più tanto concettualizzata in termini di vincoli esterni e di regole, quanto di occasione storica. Senza dubbio il “merito” di questo cambiamento di prospettiva è di Next Generation EU (NGEU), il pacchetto finanziario da 750 miliardi di euro, adottato dalla UE come risposta collettiva alla crisi pandemica, e soprattutto da una sua componente assai rilevante, il Dispositivo per la ripresa e resilienza (RRF). È questo il quadro finanziario in cui si inserisce il Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR), al quale sono agganciate iniziative strutturali nei due settori gemelli della transizione energetica e di quella digitale.

 

Focus. Come cambierà l’Europa dopo la guerra

Governance economica e ruolo internazionale dell’UE

di Claudio De Vincenti

La grave crisi internazionale che stiamo vivendo pone l’Unione europea di fronte all’urgenza di dotarsi di un nuovo assetto di governance che le consenta di giocare finalmente un ruolo più incisivo nella riconfigurazione in atto delle relazioni internazionali. Il tema coinvolge in misura rilevante la strategia di politica economica dell’Unione e gli strumenti della sua attuazione. Ed è su questo che si concentra questa nota.

 

Focus. Come cambierà l’Europa dopo la guerra

Tra NATO e UE, la strategia di difesa del vecchio continente

di Roberta Pinotti

Unione europea e NATO sono da sempre i “promessi sposi” per eccellenza dello scenario internazionale. A differenza dei personaggi del romanzo di Manzoni, però, le due organizzazioni vantano una “convivenza” ultradecennale, da cui deriva una conoscenza reciproca molto approfondita, compresa quella dei difetti e delle gelosie reciproche, come in ogni coppia che si rispetti. Anche le vicissitudini del loro rapporto sono diverse. Renzo e Lucia, come noto, fosse per loro si sposerebbero alla seconda pagina, ma devono contrastare ostacoli che vengono dall’esterno: la codardia di don Abbondio, la prepotenza di don Rodrigo, lo spirito e le crisi dei loro tempi.

 

Focus. Come cambierà l’Europa dopo la guerra

I passi da compiere per una difesa comune

di Leonardo Tricarico

Si è molto, fin troppo parlato negli ultimi anni di identità europea di difesa e sicurezza senza alcun progresso concreto se non quello, ormai sterilmente condiviso, che non sia più rinviabile la realizzazione di un destino comune. Anche gli Stati Uniti, in verità almeno dai tempi di Madeleine Albright e delle sue “Tre D” – non si sa quanto genuinamente o forzatamente –, hanno dovuto ammettere che un’Europa forte contribuisce sostanzialmente a irrobustire il sistema di sicurezza globale e a interagire efficacemente con la NATO senza sovrapporvisi o sostituirla.

 

Focus. Come cambierà l’Europa dopo la guerra

La transizione ecologica ed energetica al bivio della guerra in Ucraina

di Edoardo Zanchini

Cosa accadrà delle politiche energetiche e ambientali europee in un quadro di perdurante incertezza e aumento dei prezzi per la guerra in Ucraina e per la riduzione degli scambi di gas con la Russia? Analizzare i possibili scenari risulta quanto mai difficile perché ci troviamo in una situazione senza precedenti, dove alla necessità di individuare quanto prima alternative efficaci per gli approvvigionamenti si somma una oggi ineludibile valutazione delle conseguenze che le scelte su impianti e reti avranno sugli impegni climatici. A complicare il già difficile quadro, quasi a ricordare lo scenario che si sta accelerando, un’estate torrida con una siccità che ha avuto effetti impressionanti sulla portata dei fiumi e quindi a catena sul funzionamento di centrali nucleari, termoelettriche e idroelettriche.

 

Focus. Come cambierà l’Europa dopo la guerra

Un fantasma si aggira per l’Europa: l’Europa

di Eugenio Mazzarella

C’è ancora l’Europa? O un fantasma si aggira per l’Europa, ed è l’Europa stessa? E quando questo fantasma ha cominciato a circolare? Sono domande non più aggirabili dopo l’Ucraina. Che al di là della tragedia in sé politica e umana, per il diritto internazionale e il diritto delle genti, che rappresenta, è da cinque e più mesi la cartina di tornasole del bivio davanti a cui si trova la costruzione europea, almeno per quel che voleva essere; e dei bivi che nei decenni passati, quando doveva, l’Europa non ha imboccato.

 

Focus. Come cambierà l’Europa dopo la guerra

L’eredità controversa degli allargamenti dell’UE

di Giuliana Laschi

Quando il Consiglio europeo di Bruxelles del 23 giugno 2022 ha approvato la richiesta di adesione all’Unione europea da parte dell’Ucraina, ha suggellato un’alleanza attraverso lo strumento principale della sua azione politica internazionale. L’allargamento rappresenta uno tra i principali successi del processo di integrazione europea; ha condotto dalla piccola Europa dei 6 paesi fondatori degli anni Cinquanta alla grande Europa a 28. E lo ha fatto non attraverso gli strumenti della conquista violenta, come era sempre avvenuto nella storia europea precedente all’avvio delle Comunità, bensì per mezzo di richieste provenienti dagli stessi nuovi membri.

 

Focus. Come cambierà l’Europa dopo la guerra

Tre lezioni dai Balcani occidentali per la futura politica di allargamento

di Matteo Bonomi

C’è un’errata percezione sulle relazioni UE-Balcani occidentali che associa i continui stalli del processo formale di allargamento dell’UE a una effettiva sospensione del processo di integrazione. In effetti, dopo il successo nella chiusura dei negoziati di adesione con la Croazia nel 2011 (diventata poi formalmente membro dal 2013), il processo UE di allargamento è entrato in crisi a causa dello scetticismo verso l’ingresso di nuovi membri in alcune capitali europee. Questa situazione è stata certificata dal discorso programmatico dell’allora nuovo presidente della Commissione europea, Jean-Claude Juncker, al Parlamento europeo, che nel 2014 è sembrato a molti una sospensione del processo di allargamento.

 

I fatti. Mondo

Francia e Italia a confronto: chi cattura la protesta?

di Sara Gentile

Le elezioni legislative in Francia e le amministrative in Italia hanno riservato in parte sorprese, ma rivelato clamorosamente umori e preferenze dell’elettorato che le recenti elezioni legislative italiane hanno ampiamente confermato, provocando un terremoto nel sistema politico, sulla scia di una tendenza già tracciata da tempo in diverse democrazie occidentali. Esse sono dunque un precedente significativo, una sorta di prologo che precede appunto le nostre elezioni legislative e che ci aiuta a comprenderne l’esito, sottraendolo alla dimensione della semplice cronaca politica.

 

I fatti. Mondo

Gustavo Petro Urrego eletto presidente, una svolta storica per la Colombia

di Gianni La Bella

Dopo quattro anni di presidenza, dal 2018 al 2022, Iván Duque Márquez, l’avvocato quarantunenne che quando è stato eletto era il più giovane presidente degli ultimi cento anni, protegé del potente ex presidente Alvaro Uribe, considerato unanimemente il suo “padrino politico”, lascia un paese lacerato dalla recrudescenza della violenza, da un profondo malcontento sociale e da una acuta polarizzazione politica, frutto del malgoverno, della mancata applicazione degli Accordi de L’Avana del 2016 e dell’incapacità dell’esecutivo di gestire l’emergenza sanitaria, espressione della pandemia da Coronavirus, che fa della Colombia il terzo paese del continente per numero di decessi.

 

I fatti. Mondo

L’inferno del bitcoin in El Salvador

di Gianni Beretta

El Salvador è il paese che aveva sorpreso il mondo intero nel settembre dello scorso anno facendo da apripista nell’inedito varo della “circolazione” legale del bitcoin. Ad avventurarsi nell’impresa il giovane Nayib Bukele, primo presidente millennial dell’America Latina. Ma l’iniziativa pare non stia andando affatto bene. La criptomoneta, che in novembre aveva raggiunto il suo massimo storico a 69.000 dollari, nel corso di quest’anno è precipitata progressivamente finanche sotto i 20.000. Con Bukele che al momento avrebbe dissipato circa il 60% del valore dei 2381 bitcoins in denaro pubblico da allora via via investito a quotazioni diverse; compreso dopo che era iniziata la discesa.

 

Le recensioni di Italianieuropei

Gli ultimi giorni di Berlinguer. Un racconto

di Paolo Corsini

Nell’ambito della pubblicistica che ha visto la luce nella ricorrenza centenaria della fondazione del PCI e della nascita di Enrico Berlinguer, avvenuta a Sassari il 25 maggio del 1922, un posto particolare occupa il saggio-memoria dovuto a Piero Ruzzante in collaborazione con Antonio Martini. Da sempre appassionato cultore di studi storici – si è laureato a Venezia con una tesi su “L’identità comunista tra la morte di Enrico Berlinguer e la nascita dell’Ulivo” –, già militante e dirigente della FGCI, poi con curriculum amministrativo e parlamentare di tutto rispetto – consigliere comunale e regionale, deputato per due legislature nelle file dei DS –, Ruzzante assomma alla competenza dello studioso la sensibilità del politico, che gli consentono, insieme all’esperienza direttamente vissuta, di ricostruire gli ultimi cinque giorni della vita di Berlinguer, come noto caduto sul campo a Padova l’11 giugno del 1984.

 

Le recensioni di Italianieuropei

Un avviso ai naviganti per il presente e per il futuro

di Sergio Soave

Le anomalie della legislatura appena conclusa, con un Parlamento che in poco più di quattro anni ha dato vita a governi sostenuti da tre differenti maggioranze, a loro volta formate da partiti divisi da ideologie per molti aspetti incomponibili, deve aver fatto riflettere a lungo Federico Fornaro, presidente di un gruppo parlamentare a sua volta composto – quanta pazienza! – da diverse anime della sinistra. Autore di numerose e pregevoli opere storiche, ma forse più conosciuto per la sua grande capacità di analisi dei flussi elettorali che gli permettono non solo di capire i movimenti della società, ma anche di prevederne gli esiti nella miriade di collegi di ogni parte d’Italia, è tornato con questo libro alla sua primaria vocazione.

 

Le recensioni di Italianieuropei

Le discipline umanistiche e sociali al servizio dell’Homo Democraticus

di Flavio Felice

Con “I geni invisibili della democrazia. La cultura umanistica come presidio di libertà”, Enzo Di Nuoscio ci offre una profonda e articolata analisi su come si sviluppa la vita democratica nella nostra epoca; un’epoca in cui le persone sperimentano l’abbondanza delle informazioni in loro possesso, ma avvertono anche il rischio di essere risucchiati nella fallacia delle tante «buone ragioni di credere il falso».
Il libro di Di Nuoscio è il tentativo di svelare le insidie che da sempre minacciano l’homo democraticus, indicando quei “geni invisibili” – per dirla con le parole di Guglielmo Ferrero – che svolgono la funzione di sentinelle poste sui bastioni ideali della cittadella democratica, la quale, per definizione, è luogo “aperto”, dunque, di fatto, esposto alle minacce dei tanti suoi nemici.