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Patriarcato

Di Laura Bazzicalupo - 15/02/2024

Ancora patriarcato? Il termine circola di nuovo insistentemente. Eppure sembrava archiviato dopo la stagione delle lotte femministe che lo avevano scelto come indicatore polemico della lunghissima storia del dominio maschile. L'Occidente non è una società patriarcale. Forse è possibile proiettare la definizione su altre culture, per sentirci civili e immaginare altre parti del globo da civilizzare. Ma da noi no, non esistono più il patriarcato né il silenzio delle donne. Al contrario il discorso sulle donne e delle donne è pervasivo: è il politically correct dominante. È impossibile oggi avanzare esplicitamente, da qualunque parte politica o sociale, argomentazioni razionali e politiche che affermino la superiorità del maschile sul femminile, pena levate di scudi e proteste.

Avanza la lotta delle donne in Iran. Convivere con il futuro. Italianieuropei 1/2023

Avanza la lotta delle donne in Iran Da quando, lo scorso settembre, Mahsa Amini, ventiduenne curda, è stata arrestata per il suo velo ritenuto mal posto ed è poi morta dopo tre giorni di violenze subite in una stazione della polizia morale, in Iran giovani e donne tengono vivo un movimento di protesta contro il regime che vede nella politicizzazione del corpo femminile il suo elemento distintivo più dirompente.

Convivere con il futuro La diffusione dell'intelligenza artificiale e delle sue molteplici applicazioni sta operando una nuova rivoluzione tecnologica di cui, ad oggi, riusciamo ad intravedere solo in parte opportunità e rischi. Come cambierà la nostra vita in un futuro che è già presente? Come intervenire per governare con la lucidità e la competenza necessarie trasformazioni così rapide e incisive?

 

Il corpo politico che muove l’Iran

“Donne senza uomini”, dell’artista e cineasta iraniana Shirin Neshat vinse il Leone d’argento alla Mostra di Venezia nel 2009, mentre a Teheran la Rivoluzione verde riempiva le strade e veniva repressa dai paramilitari a suon di manganelli, bastoni, pistole e spray al peperoncino. Il film racconta le storie intrecciate di quattro donne di diversa estrazione sociale durante un’altra rivoluzione, quella del 1953 a sostegno del governo di Mohammad Mossadeq e contro il colpo di Stato angloamericano che poi lo depose. La vita pubblica è in movimento e smuove le vite private: come dice una delle quattro protagoniste, «fra tutte quelle voci la volontà che muove tutto, che cambia tutto, si era impossessata di me». Afferrata dal cambiamento, ciascuna di loro si separerà dalla propria vita precedente per ritrovarsi con le altre a condividere una casa e un giardino, che è anche una metafora dell’Iran: «Ora il giardino ruota su sé stesso. Si sta sgretolando. Sembra ammalato, e non c’è più la strada del ritorno».

Donna, vita, libertà. Per non lasciare soli le donne e i giovani iraniani

In occasione del Capodanno 2023 molti degli auguri che ci siamo scambiati tra donne sono stati all’insegna della rivoluzione femminista in Iran, con un sentimento di immensa gratitudine per quelle giovani e quel coraggio estremo, che faceva sperare. La rivoluzione delle donne è «l’unica rivoluzione non fallita del Novecento». Ritornano alla mente le parole di Enrico Berlinguer che, riprendendo Hobsbawm, nei suoi ultimi anni aveva dimostrato lungimiranza comprendendo che se le donne sono libere c’è libertà per tutti. L’onda rivoluzionaria della libertà femminile, fin dal secolo scorso, come l’acqua, non ha mai trovato gabbie che potessero fermarla, e come un fiume carsico riaffiora oggi potentemente in Iran, in contrasto con la terrificante brutalità del regime degli ayatollah.

 

In questo numero

Avanza la lotta delle donne in Iran Da quando, lo scorso settembre, Mahsa Amini, ventiduenne curda, è stata arrestata per il suo velo ritenuto mal posto ed è poi morta dopo tre giorni di violenze subite in una stazione della polizia morale, in Iran giovani e donne tengono vivo un movimento di protesta contro il regime che vede nella politicizzazione del corpo femminile il suo elemento distintivo più dirompente.

Convivere con il futuro La diffusione dell'intelligenza artificiale e delle sue molteplici applicazioni sta operando una nuova rivoluzione tecnologica di cui, ad oggi, riusciamo ad intravedere solo in parte opportunità e rischi. Come cambierà la nostra vita in un futuro che è già presente? Come intervenire per governare con la lucidità e la competenza necessarie trasformazioni così rapide e incisive?

 

Chimamanda Ngozi Adichie, la principessa che educa al femminismo

La Nigeria non è solo Boko Haram, è anche Chimamanda Ngozi Adichie, una donna, una scrittrice che se non ci fosse, bisognerebbe inventarla. E moltiplicarla, come i pani e i pesci di Cristo perché a tutti farebbe bene conoscere «una femminista felice africana che non odia gli uomini e che ama mettere il rossetto e i tacchi alti per sé e non per gli uomini».
Chimamanda Ngozi Adichie

Le madri della Repubblica italiana. Nilde Iotti nell’Assemblea costituente

La Repubblica italiana ha dei padri e delle madri. Tra queste ultime un ruolo di assoluta protagonista spetta senza dubbio a Nilde Iotti. Eletta all’Assemblea costituente il 2 giugno 1946 – per la giovane costituente la più grande “scuola di democrazia e di sentimenti” –, fu tra le promotrici delle grandi battaglie delle donne, ideatrice di una politica innovativa sulla famiglia, sulle tutele da costruire per essa e sulla emancipazione femminile. Si contraddistinse anche per il suo impegno sul tema delle riforme costituzionali.

Protagoniste nonostante tutto. Il difficile cammino del voto alle donne

A settanta anni dall’introduzione del suffragio universale in Italia è possibile tracciare un bilancio del complesso e intricato cammino compiuto dalle donne per conseguire il diritto di voto. Un percorso non certo ininterrotto e privo di ostacoli verso la vita democratica; tuttavia, le grandi lotte civili di questi anni non sono state infeconde e, nonostante ancora molto debba essere fatto, si può ragionevolmente pensare che costituiscano non solo un patrimonio cui ispirarsi ma la testimonianza dell’irriducibile tensione delle donne italiane a essere, tra molte difficoltà, soggetto protagonista della scena pubblica.

Le donne che hanno fermato l'onda Modi

Il recente successo elettorale del neoeletto primo ministro indiano Modi non ha trovato riscontro negli Stati del Tamil Nadu e del West
Bengal, dove si sono nuovamente affermate le figure di due donne molto carismatiche, Jayalalitha e Mamata Banerjee, l’una alla guida dell’AIADMK, l’altra del TMC, due forti partiti regionali. Sono invece notevolmente calati i consensi per un’altra importante personalità, cioè Mayawati e il suo BSP, in Uttar Pradesh. Tre leader donna che però, nonostante i molti traguardi raggiunti, non hanno davvero cercato di combattere il carattere patriarcale della società indiana.

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