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Un nuovo equilibrio tra Stato e mercato

Giovedì 12 luglio la Fondazione Italianieuropei ha organizzato il confronto on line dal titolo "Un nuovo equilibrio tra Stato e mercato".

Il lavoro post-Covid. Presentazione n. 2/2021

Venerdì 9 aprile in occasione dell'uscita del numero 2/2021 della rivista, la Fondazione Italianieuropei ha organizzato la presentazione on line dal titolo "Il lavoro post-Covid".

Articoli del numero 2/2021

Del numero 2/2020 di Italianieuropei sono disponibili intergralmente gli articoli di Massimo D'Alema, Maurizio Landini, Maria Cecilia Guerra, Domenico Carrieri e Fabrizio Pirro.



 

Le sfide per l’America dei democratici. Il lavoro post-Covid. Italianieuropei 2/2021

Le sfide per l’America dei democratici | Con un saggio di Tony Blinken e un commento di Massimo D’Alema. Con la presidenza Biden si apre una fase nuova delle relazioni transatlantiche dopo la parentesi trumpiana. L’America dei democratici tornerà a essere un partner leale dell’Europa, tornerà a rispettare i suoi alleati e si ricollocherà nel quadro del sistema mondiale multilaterale.

 

La centralità del lavoro come fondamento di un nuovo modello di sviluppo

La crisi che stiamo vivendo non ha precedenti. Infatti, a quella del 2007-08 dalla quale non tutti i paesi europei erano usciti, ha fatto seguito la diffusione della pandemia. Proprio questa drammatica vicenda rappresenta l’ammissione più esplicita del fallimento dell’attuale modello di crescita che ha portato a un approfondimento delle diseguaglianze tra le persone e alla rottura degli equilibri e dei rapporti con la natura. Siamo davvero nel pieno di una crisi sistemica: c’è un’emergenza sanitaria e, al tempo stesso, precipita la situazione economica e sociale che si intreccia con una altrettanto grave crisi ambientale.

Ultima chiamata: il lavoro e la persona al centro per ripartire

L’Italia si trova a un bivio della sua storia: la crisi pandemica ha fatto precipitare, con la velocità di una reazione chimica, i deficit strutturali accumulati da oltre un trentennio e, contestualmente, il Next Generation EU, il Bilancio settennale europeo 2021-27, il MES, il SURE mettono a disposizione del paese oltre 370 miliardi di euro per iniziare a correggerli definitivamente. Mai come oggi la strategia per il lavoro deve confrontarsi con l’addensamento di variabili nazionali, europee, globali che interagiscono in questo passaggio d’epoca straordinario segnato dalle condizioni sino a ieri impensabili dell’esistenza di un “debito buono”, che aumenterà comunque di molto e stabilmente i debiti pubblici dei vari paesi a carico delle future generazioni e dall’accelerazione delle trasformazioni guidate dalla tecnologia digitale che la crisi sanitaria ha velocizzato.

Dopo il Covid, costruire il futuro del lavoro governandone i processi

È un momento delicatissimo per il nostro paese. Per parte nostra continuiamo a fornire il solito e serio contributo alla risoluzione delle tante questioni in agenda. Non pensiamo di essere perfetti ed è la ragione per la quale ricerchiamo ogni sollecitazione possibile per migliorarci con l’obiettivo di essere sempre più incisivi quale perno di solidarietà e umanità, inclusione e coesione sociale, contrasto alle diseguaglianze e redistribuzione della ricchezza. Serve un guizzo rilevante non solo per arginare l’emergenza ma, soprattutto, per immaginare un futuro che tante volte, in special modo dopo l’anno che abbiamo vissuto, appare incerto, ma a cui dobbiamo guardare sempre con attenzione e lungimiranza per non farci trovare impreparati e, principalmente, per governarne i cambiamenti e i processi.

La riforma degli ammortizzatori sociali: lezioni dalla crisi pandemica

L’esplosione della pandemia ha posto il nostro, come gli altri paesi colpiti, nella necessità di approntare velocemente un insieme di strumenti finalizzati a impedire che uno shock temporaneo potesse determinare riduzioni permanenti dei livelli dell’attività economica e dell’occupazione. La finalità prioritaria degli interventi è stata garantire la continuità dei rapporti di lavoro con due strumenti: il blocco dei licenziamenti, accompagnato da ammortizzatori sociali in costanza del rapporto di lavoro, specifici per l’emergenza Covid e finanziati con la fiscalità generale. Disegnare questi ammortizzatori è stato un processo difficile, che ha messo in evidenza le debolezze del nostro sistema di tutela dei lavoratori, caratterizzato da un marcato orientamento sia settoriale (industria ed edilizia, per la Cassa integrazione guadagni ordinaria, CIGO) sia dimensionale (datori con più di 5 dipendenti per il Fondo di integrazione salariale, FIS, riservato alle imprese non coperte né da CIGO né dai Fondi di solidarietà bilaterali, FDS).

Le politiche attive: un ponte per il lavoro

Il mercato del lavoro italiano, negli ultimi anni, è stato interessato da profondi mutamenti, sia con la crisi del 2008, da cui l’intero paese non si era del tutto affrancato (nel Lazio la crisi si manifestò qualche anno dopo, nel 2010-11 e fu ugualmente pesante), sia a causa dei continui processi di riorganizzazione produttiva e dei servizi ai quali si sono aggiunti fenomeni di delocalizzazione.
La digitalizzazione delle attività economiche, congiunta al fenomeno strutturale della globalizzazione, muta i modelli di organizzazione e i processi di produzione delle imprese e, di conseguenza, incide prepotentemente sul mercato del lavoro. Assistiamo, dunque, all’inevitabile trasformazione delle professioni e delle competenze necessarie per poter rispondere in modo efficace alla domanda di lavoro proveniente dai settori in espansione.

Come cambia il lavoro che cambia

Da più parti e da diverso tempo si argomenta sui cambiamenti che interessano il mondo del lavoro. Si tratta di processi che stanno avendo una accelerazione significativa negli ultimi anni: nel mercato del lavoro, nel senso del lavoro, nell’organizzazione, nelle dinamiche imprenditoriali, nei ruoli, nelle connotazioni di genere, nelle relazioni gerarchiche, nelle relazioni sindacali e così via; una «grande trasformazione». A questa onda lunga si stanno sommando nell’ultimo anno gli effetti, non sappiamo ancora quanto “temporanei”, della pandemia di Covid-19 ancora in corso. Partendo da una serie di indagini, svolte prima della pandemia, durante la fase critica del confinamento e durante la cosiddetta “fase 2”, ci soffermeremo su aspetti della qualità del lavoro e del ruolo delle organizzazioni di rappresentanza toccati dal cambiamento e sulle conseguenze della stratificazione sociale che si va palesando.

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