Henri Baguenier

Henri Baguenier

è stato direttore del master in Economia e politica dell’energia all’Università di Parigi “Paris X Nanterre”

Una politica energetica per l'Italia

Con il netto rifiuto del nucleare da parte degli italiani, al governo resta l’obbligo di fissare obiettivi a lungo termine di politica energetica, guardando alle energie rinnovabili e alla competitività economica. Non sarà un compito facile, ma rimandare il problema significa mantenere l’Italia in uno stato di totale dipendenza energetica dall’estero.


Una politica energetica per l’Italia

Con il netto rifiuto del nucleare da parte degli italiani, al governo resta l’obbligo di fissare obiettivi a lungo termine di politica energetica, guardando alle energie rinnovabili e alla competitività economica. Non sarà un compito facile, ma rimandare il problema significa mantenere l’Italia in uno stato di totale dipendenza energetica dall’estero.

Gli elementi necessari per lo sviluppo delle energie rinnovabili in Italia

Una corretta valutazione dell’economicità dell’investimento in energie rinnovabili deve tenere conto del complesso quadro istituzionale, legale ed economico in cui l’investimento si inserisce, oltre che delle caratteristiche specifiche e delle opportunità di finanziamento dell’investimento stesso. Ma non può tralasciare alcune indispensabili considerazioni sul sistema di incentivazione o tariffario adottato dal paese in cui si intende compiere l’investimento. In un contesto di crisi finanziaria e di austerità come quello attuale molti governi, compreso quello italiano, stanno rimettendo in discussione le tariffe e gli incentivi applicati per le energie rinnovabili. Il confronto con quanto fatto in altri paesi dell’Unione europea può essere utile per una più corretta definizione del problema e per l’individuazione delle soluzioni più adeguate.

Energie rinnovabili e volontà politica

Il mancato sviluppo delle fonti energetiche rinnovabili nell’Unione europea non è dovuto tanto all’apparente minore competitività di queste, quanto alla mancanza di una reale volontà politica di farsi carico di tale sviluppo, sostenendolo con un sistema di incentivi. A partire dalla firma del Protocollo di Kyoto, i paesi membri hanno iniziato a prendere coscienza del fatto che solo un maggiore impiego delle fonti rinnovabili avrebbe permesso il rispetto degli impegni presi. La Commissione e il Consiglio hanno predisposto diversi strumenti normativi comunitari in questo senso, ma solo una reale volontà dei singoli paesi e l’obbligatorietà delle norme permetterà di raggiungere gli ambiziosi obiettivi fissati a livello europeo.