Enzo Ciconte è nato a Soriano Calabro (VV) nel 1947. Docente di Storia delle mafie italiane all’Università di Pavia e di Roma Tre, è stato consulente della Commissione parlamentare antimafia. Primo storico autore a occuparsi in maniera specifica di ‘ndrangheta con il libro “La ‘Ndrangheta dall’Unità a oggi” (Laterza, 1992), ha pubblicato diversi volumi sull’argomento, tra cui “Politici (e) malandrini” (Rubbettino, 2013). L’ultimo è “Borbonici, patrioti e criminali. L’altra storia del Risorgimento” (Salerno Editrice, 2016).
Abbiamo appena finito di ricordare Falcone e Borsellino e di spiegare ai più giovani perché sono stati contrastati in vita e trasformati in eroi da morti. Ma a distanza di un quarto di secolo non siamo ancora in grado di dare una risposta sicura su cosa sia accaduto in quel drammatico periodo, 1992-94, quando le stragi scoppiarono all’improvviso in una furia devastante e altrettanto all’improvviso cessarono. Chi decise tutto ciò? Solo i mafiosi?
L’interrogativo non ha una risposta sicura e nel frattempo ci sono processi ancora non conclusi. Si riuscirà ad avere una verità giudiziaria? È difficile dirlo. Credo ci sia bisogno di una verità storica e politica – l’unica che non va in prescrizione – che sia in grado di dare delle risposte; e questo è un obiettivo realistico che si può raggiungere.
Alcune indagini recenti hanno confermato in maniera clamorosa la diffusa e radicata presenza delle mafie, in particolare della ‘ndrangheta, nell’economia settentrionale. La drammatica novità è data dal fatto che sono ora gli stessi imprenditori a cercare la criminalità organizzatae a richiederne i servizi, creando con essa un rapporto stabile e strutturale. Scopriamo così, purtroppo, che una parte consistente delle forze produttive del Nord Italia ha scelto di affrontare la crisi con l’uso dell’illegalità. E questo è un problema che tocca tutti, che dovrebbe riguardare la politica prima ancora delle forze dell’ordine e della magistratura.
Con la connivenza di uno Stato troppo spesso assente, nei suoi due secoli di storia la mafia si è evoluta, divenendo un potere importante nell’economia dell’intero paese: non solo ha frenato lo sviluppo legale, ma ne ha favorito uno distorto, che rappresenta un pericolo quanto mai concreto in un’Italia duramente colpita dalla crisi economica.
Nonostante nessuno neghi più l’esistenza delle organizzazioni mafiose è difficile trovare nei libri sulla storia d’Italia una valutazione attendibile del peso e del condizionamento che esse hanno esercitato sullo sviluppo sociale, economico e politico del Mezzogiorno. Oggi, inoltre, l’attività della organizzazioni criminali si è estesa anche al Nord e all’estero, ponendo in termini nuovi il problema della lotta alle mafie.