La crisi politica in Brasile è ancora evidente e la piena ripresa economica lontana. Si sperava in grandi cambiamenti con l’insediamento alla presidenza di Michel Temer nel 2016, dopo l’impeachment di Dilma Rousseff, e poi con l’elezione di Jair Bolsonaro nel 2018. Alla crisi politica, suggellata dalla condanna dell’ex presidente Lula nel 2017 per corruzione e riciclaggio nell’inchiesta Lava Jato faceva da contraltare un’economia stagnante che Temer voleva rilanciare. Approvata la riforma del lavoro per facilitare l’assunzione degli stagionali e permettere agli accordi tra sindacati e lavoratori di prevalere su alcune norme del Codice del lavoro, l’esito è stato una crescente precarizzazione: il famoso libretto azzurro, che garantiva diritti fondamentali, è in possesso ormai di una minoranza di lavoratori ed è stato, via via, sostituito con i cosiddetti libretti gialli o rossi, che corrispondono a forme di contrattazione a tempo e precarie.
A pochi mesi dall’apertura ufficiale della campagna elettorale per le presidenziali del 2018 la crisi politica in Brasile è ancora profonda e quella economica, cui si sperava di porre rimedio con la destituzione della presidente Dilma Rousseff per impeachment nell’aprile 2016, è ancora in corso. Nel marzo 2017 l’ex presidente della Camera Eduardo Cunha è stato condannato a 15 anni e 4 mesi di carcere per aver ricevuto tangenti su conti all’estero, per riciclaggio di denaro e per evasione fiscale nell’ambito dell’operazione Lava Jato. Michel Temer, esponente del Partito del Movimento Democratico Brasiliano (PMDB), come Cunha, e attuale presidente, in coalizione col Partito della Socialdemocrazia Brasiliana (PSDB) – principale forza di centrodestra del paese – è anche lui indagato nell’ambito dell’inchiesta Lava Jato. Con l’accusa di aver ricevuto 38 milioni di real (11,55 milioni di dollari) dalla JBS, la maggior impresa di lavorazione della carne del paese, si è dichiarato innocente e ha rifiutato di dimettersi per poi scampare alla destituzione grazie al voto della Camera che ha respinto la richiesta di impeachment.
L’VIII Conferenza Italia-America Latina e Caraibi, principale foro intergovernativo d’incontro e di confronto tra Italia e paesi dell’America Latina e dei Caraibi, si è tenuta a Roma lo scorso 13 dicembre. Molti i temi trattati, dal rilancio dell’IILA al “buen vivir” boliviano, agli obiettivi dell’Agenda ONU 2030.