La rivista - Italianieuropei

il Sommario

gli Articoli

Le cose da fare

Un programma che parli agli europei

di Giuliano Amato

Nel seminario di Policy Network che a fine marzo ha messo intorno al tavolo intellettuali ed esponenti politici di tutta l’Europa socialista a Warren House, nei dintorni di Londra, è toccato a me raccogliere le fila ai fini di una piattaforma comune per le prossime elezioni europee. Un esercizio che ho svolto volentieri, anche perché propedeutico al compito che mi era stato affidato in Italia per la nostra lista unitaria.

 

Le cose da fare

Una politica forte per un'Italia smarrita

di Massimo D'Alema

Le prossime settimane possono segnare una svolta cruciale per l’avvenire dell’Europa e del nostro paese. La posta in gioco è molto alta, innanzitutto per l’Europa. L’Unione europea viene da un periodo difficile di sconfitte e di delusioni. Ci siamo divisi di fronte alla tragedia dell’Iraq. E dinanzi alla grave crisi internazionale segnata dall’avvento del terrorismo fondamentalista e dalla strategia della destra americana l’Unione è apparsa spesso impotente a far pesare le sue ragioni. L’Europa è ancora priva di una Costituzione, non approvata dopo una lunga e faticosa preparazione.

 

11 Settembre / 11 Marzo

Il martello e il nemico. Il nuovo profilo delle minacce e i rischi delle decisioni politiche

di Fabrizio Battistelli

Due cause dell’insicurezza: le minacce e i rischi Ogni anno che passa, la terra è un luogo meno sicuro, stretta com’è tra deterioramento ambientale e aggressività nei rapporti politici internazionali. Il microscopico, ma per noi significativo, frammento di universo in cui ci è capitato di partecipare al fenomeno della vita è assediato da rischi e da minacce progressivamente più incombenti, sia sul piano ecologico che su quello politico-strategico. Da un lato, la piena consapevolezza di questo processo è ridotta, attestata in nicchie di riflessione scientifica inevitabilmente elitarie, scarsamente presente nel discorso pubblico istruito dai mass media e tendenzialmente ostacolata dal potere.

 

11 Settembre / 11 Marzo

Tecnologia e industria di fronte al terrorismo globale

di Michele Nones

La globalizzazione della minaccia terroristica rappresenta senza dubbio l’elemento caratterizzante del nuovo scenario strategico. Rispetto al passato questa è la preoccupante novità di oggi, sia perché si muove autonomamente sulla base di proprie ideologie politiche e religiose, sia perché può saldarsi in alleanze tattiche con regimi autoritari che possono supportarne strumentalmente l’attività. In questo secondo caso ciò comporta che la sconfitta di tali regimi non elimini direttamente il fenomeno terroristico in quel territorio, ma che, anzi, lo faccia emergere, trasformando quello che era precedentemente un «santuario», utilizzato per l’addestramento, la gestione dell’attività, il supporto logistico e finanziario, il reclutamento e la residenza degli stessi terroristi in area di operazioni.

 

Il caso italiano

Sviluppo di un sistema di autonomie, non parcellizzazione dell'università

di Guido Fabiani

Va salutato come estremamente positivo il fatto che si stia sviluppando sulla stampa un articolato dibattito sul futuro dell’università. Al riguardo ci si deve solo rammaricare, in verità, che il problema sia divenuto di attualità e abbia guadagnato di importanza a seguito delle decisioni del primo ministro Blair sulle «tasse universitarie » in Gran Bretagna. Non si può non notare come in Italia, negli ultimi anni, ci sia stato ben poco riscontro, a sinistra e nella sua componente riformista, di fronte alle tante sollecitazioni provenienti dall’interno dell’università per affrontare il rischio di declino del sistema.

 

Il caso italiano

Autonomia, responsabilità e merito per la qualità universitaria

di Vittoria Franco

Nella qualità dell’università risiede il futuro di un paese. Questa oggi è una verità con la quale la politica deve fare i conti con responsabilità e lungimiranza. Ci si deve domandare come mai nella storia della Repubblica raramente l’intero sistema del sapere sia stato al centro dell’attenzione nella misura in cui accade da qualche anno. Ciò è dovuto al fatto che sono intervenute novità importanti sul piano culturale, sociale e istituzionale. Ne indico solo tre.

 

Il caso italiano

Accelerazioni necessarie e scorciatoie pericolose per l'università italiana

di Franca Bimbi

Autonomia e decadenza del sistema universitario italiano: due parole chiave che, anche nel dibattito internazionale, sottendono orientamenti differenti: di filosofia politica, di approcci analitici, d’interpretazioni, di passaggi operazionali per la costruzione degli indicatori, di opzioni sulle misure da adottare. Il recente intervento di Nicola Rossi e Gianni Toniolo su «Italianieuropei» convince per quel che riguarda le riflessioni sulla «decadenza», ovvero sulle condizioni generali, le perversioni e le occasioni perdute (il dottorato in primis), un po’ meno per la lettura di alcuni indicatori, solo parzialmente per le misure da adottare, per nulla quanto alla «modesta proposta» di trasformare gli atenei italiani in fondazioni.

 

Il caso italiano

Riforma e manutenzione del sistema universitario

di Eugenio Mazzarella

Le osservazioni che verranno proposte sull’attuale stato dell’università italiana e sul recente progetto di riforma che la investe, che tante polemiche sta suscitando, non hanno alcuna ambizione di ripensare il sistema ex novo. Un’ambizione sbagliata, sottesa tanto al disegno di legge-delega Moratti, quanto a non poche critiche che gli si rivolgono, e che talora finiscono per riproporne i presupposti ideologici di fondo.

 

Americana

Il buon esempio delle primarie democratiche

di Gianfranco Pasquino

All’inizio dell’autunno 2003 nessuno dei corrispondenti italiani dagli Stati Uniti, la maggior parte dei quali competenti e brillanti, rinunciò a scrivere una serie di accorati articoli su «Biancaneve e i sette nani», anche incoraggiato dai commenti della stampa statunitense. Naturalmente, Biancaneve era la senatrice democratica dello Stato di New York Hillary Rodham Clinton e i sette nani i candidati democratici che si apprestavano a entrare nella kermesse delle primarie. Biancaneve li avrebbe guardati con occhio incuriosito e persino affettuoso, e poi sarebbe «scesa in campo» lei stessa per evitare il disastro del Partito democratico.

 

Americana

Bush vs Kerry

di Federico Romero

La campagna elettorale negli Stati Uniti è ormai avviata, e nei prossimi sei mesi coinvolgerà sempre più non solo i cittadini americani ma, in diversa misura, tutti noi. Sull’importanza del suo esito non c’è bisogno di soffermarsi, visto che proprio gli ultimi quattro anni hanno mostrato quale drammatica differenza possa correre tra un presidente e l’altro. Né ha senso fare pronostici, che in questa fase sarebbero non solo aleatori, ma frutto di pura fantasia. Una delle poche cose chiare fin da ora, infatti, è che siamo di fronte a una competizione incerta e aperta all’influsso di molte variabili imprevedibili. I sondaggi fotografano una sostanziale parità tra George W. Bush e il senatore John F. Kerry, ma hanno valore davvero effimero.

 

Americana

Burro e fucili? Le prospettive economiche e la politica estera degli Stati Uniti

di Stefano Fassina

La politica economica e, quindi più in generale, la politica degli Stati Uniti sono su un sentiero di insostenibilità. Non vi sono molti dubbi in proposito. Non solo da parte di autorevoli soggetti di orientamento democratico (Center for American Progress, Center for Budget Policy and Priorities, Economic Policy Institute) o di istituzioni indipendenti (La Federal Reserve, il Fondo Monetario Internazionale, Congressional Budget Office, Brookings Institution, Concorde Coalition, centri di ricerca accademici).

 

Americana

L'Argentina tra ristrutturazione del debito e tentazioni isolazioniste

di Pier Carlo Padoan

Mai come nel caso dell’Argentina capire l’oggi e il domani richiede di tornare indietro nella storia recente. E questo vuol dire tornare all’inizio del currency board, per capire la ragione del suo insuccesso e, prima ancora, del suo successo. La «convertibilità» – il legame del peso con il dollaro al cambio di uno a uno e l’obbligo di copertura totale in dollari dell’ammontare di pesos in circolazione – fu introdotta all’inizio degli anni Novanta, dopo che una serie di programmi di stabilizzazione e di riforma monetaria non erano riusciti a sconfiggere l’iperinflazione del decennio precedente. I risultati dei primi anni di convertibilità furono eccellenti.

Europa Europe

Medio Oriente, il realismo contro la politica di potenza

di Gian Arturo Ferrari

Nel 1989 David Fromkin pubblicò una grande monografia sulla storia del Medio Oriente nel Novecento, più precisamente sulla genesi e l’accumularsi delle tensioni che nell’arco di un secolo hanno trasformato un teatro periferico della politica internazionale nel centro di crisi più acuta, in una sorta di ombelico negativo del mondo. L’origine e la causa di questo capovolgimento stanno secondo Fromkin non in una guerra, ma in una pace, nella pace di Versailles. Il suo libro si intitola infatti «A Peace to end all Peace», una pace per porre termine a ogni pace, che in italiano diventa, perdendo alquanto vigore e precisione, «Una pace senza pace».

 

Europa Europe

Vecchio e nuovo antisemitismo

di David Meghnagi

Le origini politiche e sociali dell’antisemitismo classico sono state largamente studiate, i codici mentali e culturali ampiamente analizzati. Si sa che l’insegnamento del disprezzo, coltivato dal cristianesimo per secoli, ha fatto da sfondo all’affermazione e allo sviluppo nell’Europa moderna dell’ideologia propriamente razzista. Ma si sa anche che tra le due forme d’ostilità antiebraica, quella tradizionale di matrice religiosa e quella moderna, esiste un salto logico irriducibile, costituito dal razzismo moderno.

 

Europa Europe

Israele e Palestina: la soglia del «non rinunciabile»

di Daniele Del Giudice

Nella questione del conflitto israelo-palestinese le operatività della politica, delle religioni e della cultura sono certamente diverse, ma questo è un orizzonte in cui gli elementi in partita sono anche strutturalmente integrati, e in cui la cultura non può quindi prescindere dagli altri due piani. La cultura non ne è separata, né potrà illudersi di esserlo. È la stessa caratteristica e forza degli eventi che lo impone.

 

Europa Europe

Per la desantificazione di Gerusalemme

di Meir Shalev

Ogni volta che Gerusalemme viene definita «la città eterna della pace», non posso fare a meno di sorridere in silenzio, dissentendo. Perché io, come abitante di Gerusalemme, so che si tratta di una bugia. Questa non è, né è mai stata, la città della pace. È una città che non apprezza le persone che vi vivono oggi. Quando lo scrittore Herman Melville centocinquanta anni fa la visitò, solo dopo una settimana di soggiorno, affermò: «Gerusalemme è circondata da cimiteri e i morti sono la confraternita più forte». Aveva perfettamente ragione.

 

Europa Europe

Oltre il terrore, oltre la riconciliazione

di Mahdi Abdul Hadi

Nel 2020, tra venti anni, a che punto sarà arrivato il conflitto in Terra Santa? E cosa saremo diventati? Se concentriamo la nostra attenzione solo sul conflitto, questo continuerà sempre a essere un conflitto sulla terra, sulle identità, sulla storia e sulle aspirazioni. E niente cambierà mai. La mia identità è la mia memoria il mio legame con una terra a cui sono orgoglioso di appartenere, e l’impegno a sviluppare il mio rapporto con quella terra e il mio popolo, con le sue aspirazioni di pioniere nel movimento nazionalista arabo.

Le idee

La morte non si vive. Medico e paziente di fronte al testamento biologico

di Ignazio R. Marino

L’ingannevole banalità del passo di Derrida introduce un argomento delicato come quello del testamento biologico (o testamento di vita o dichiarazioni anticipate di trattamento) che impone un’analisi dell’essere e del morire e del loro profondo rapporto. Alla base dello stesso concetto di persona, elaborato nella filosofia occidentale da pensatori come Kant e Stuart Mill, resta l’idea di un agente autonomo, dotato di intenzionalità e libertà di azione. La morte, d’altro canto, è tuttora rappresentata come limite, confine o il passaggio di un confine.

 

Le idee

Primato della politica o primato della Costituzione?

di Sergio Fabbrini

Nelle democrazie competitive, come è ormai divenuta l’Italia, stare all’opposizione non è facile. In tali democrazie (e ancora di più in quelle maggioritarie, si pensi al Regno Unito), l’opposizione è esclusa da ogni corresponsabilità di governo, dovendosi limitare a controllare e a denunciare l’azione della maggioranza parlamentare e del suo esecutivo. Tuttavia, tale assenza di responsabilità dirette può avere anche i suoi vantaggi. Può consentire all’opposizione di ripensare e rivedere le proprie strategie e la propria cultura, così da prepararsi adeguatamente per la competizione elettorale successiva.

 

Le idee

Riflessioni sulle riforme del mercato finanziario italiano

di Gianluca Galletto

La discussione in corso in Italia sul problema della tutela del risparmio e sullo sviluppo del settore finanziario è purtroppo caratterizzata da molta confusione. Nei media vengono spesso presentate argomentazioni demagogiche, scorrette dal punto di vista tecnico e perfino bizzarre. E ciò non contribuisce a restituire fiducia agli investitori. Il paese sembra trovarsi in una sorta di stato di psicosi, che mette in difficoltà il mercato e produce decisioni prese su basi emotive.

 

Le storie

Diario americano 3

di Giulio Sapelli

R. P. è un uomo affascinante, dagli occhi scuri e ombrati, come un intellettuale dell’Ottocento romantico. L’incontro avviene nella sede di uno di quei pensatoi che vent’anni di opposizione contro la politica democratica hanno trasformato, negli USA, da centri di pura elaborazione intellettuale in palestre dei policy makers. Neppure Reagan soddisfò quei pensatoi e quei pensatori. Le scelte che fece tanti anni or sono Lindon Johnson (da un lato la great society e dall’altro l’impegno nel Vietnam, che non si trasformò in una vittoria e questo fu ed è il problema da tenersi a mente), hanno creato un humus politico-culturale neonazionalistico e neoimperiale che è tra i fenomeni più interessanti della vita culturale e politica nordamericana.

 

Archivi del Riformismo

Riformismo e welfare. A proposito di Ezio Vigorelli e di un «piano Beveridge italiano»

di Mattia Granata

L’economista e premio Nobel Amartya Sen, introducendoun suo recente saggio incentrato sullo studio dei nessi tra libertà individuale e impegno sociale, ha efficacemente messo in luce l’esistenza dello storico conflitto sussistente tra «l’impegno sociale verso i deboli e la prudenza economica dettata dal conservatorismo finanziario». Tale conflitto: «(…) È fondamentale per la politica sociale ed economica contemporanea e (…) assume una particolare rilevanza nel dibattito politico corrente in Europa.

 

Archivi del Riformismo

Solidarietà e Stato di diritto nel pensiero di Luigi Einaudi

di Enzo Di Nuoscio

«Un classico è un libro che non ha mai finito di dire quel che ha da dire». A questa definizione di Calvino non sembrano sfuggire quei classici del pensiero politico ed economico rappresentati dalle opere di Luigi Einaudi. Irriducibilmente avverso alle speculazioni teoriche, Einaudi è stato uno scrittore implacabilmente legato al senso comune, impegnato com’era nel tentativo di costruire un liberalismo popolare. Se Croce proclamava la «religione della libertà», Einaudi dimostrava con esemplare chiarezza che senza economia di mercato le libertà civili e politiche sarebbero una formula vuota.