Claudia Mancina

Claudia Mancina

Claudia Mancina insegna Filosofia all’Università di Roma La Sapienza.

Il Partito Democratico come occasione per ripensare la laicità

Le divergenze sui temi dell’etica e della bioetica sono da tutti considerate l’ostacolo più grande alla costituzione del Partito Democratico. Si tratta certamente di questioni importanti, ma le divergenze, che pure ci sono, non sono tali da non poter essere affrontate, e regolate, dentro uno stesso partito. Oggi le diverse posizioni appaiono più lontane e quasi irriducubili proprio perché ci sono due partiti. Il conflitto identitario ed elettorale tra due soggetti che appartengono allo stesso schieramento, e quindi competono per il consenso nella stessa area, drammatizza le differenze, che sarebbero probabilmente ridimensionate in un partito unico. E c’è un gioco politico sul voto dei cattolici che potrà solo giovarsi della nascita del Partito Democratico: perché questo dovrebbe rapportarsi in modo più maturo e meno diretto con il mondo cattolico. Certo, dei problemi ci saranno sempre, ma con questo tipo di problemi dobbiamo rassegnarci a convivere, a prescindere dal Partito Democratico; non ci si può illudere di liberarsene con un semplice o semplicistico richiamo alla laicità.

 

L'opposizione e la scuola che cambia

La scuola italiana – rimasta per decenni uguale a se stessa, almeno dal punto di vista degli ordinamenti – sta attraversando un periodo di grandi trasformazioni. Al di là della propaganda, e degli stanchi luoghi comuni di un’opinione pubblica non abituata a discutere del mutamento sociale con serenità, si tratta di trasformazioni in buona misura inevitabili, e dovute alla nuova configurazione del contesto in cui opera la scuola. In parte queste trasformazioni, così come le loro cause, sono comuni a tutti i paesi europei; ma il caso italiano è diverso per una serie di ragioni, che vanno dalla maggiore rigidità originaria del sistema scolastico, alla maggiore dispersione (non si ripeterà mai abbastanza che il 30% dei nostri giovani lascia gli studi senza aver conseguito una qualifica), alla maggiore iniquità sociale (da un secolo circa il rapporto tra titoli di studio dei genitori e titoli di studio dei figli è rimasto pressoché invariato).

 

Gli errori della Moratti, le sviste dell'opposizione

La riforma della scuola è stata spesso nel nostro paese motivo di divisioni ideologiche più che di confronto di idee, di sterili polemiche più che di produttiva discussione pubblica. Non a caso in tutto il dopoguerra si conta una sola vera riforma, quella che dava vita alla scuola media unica, nel 1962. Poi non si è fatto che inseguire con affanno l’esigenza di modernizzare il sistema d’istruzione con interventi parziali e spesso sgangherati. Fino ai governi dell’Ulivo, che per la prima volta dopo decenni hanno messo in cantiere un piano d’intervento vasto e coerente (anche se non privo di limiti e lacune), culminato nella riforma dei cicli del 2001.

 

Procreazione e libertà femminile: una questione di cittadinanza

All’indomani delle elezioni, Buttiglione ha sferrato il consueto attacco contro la legge 194 sull’aborto volontario. Le reazioni suscitate, però, sono state abbastanza sorprendenti: acqua sul fuoco da parte delle donne della maggioranza (in prima fila la ministra Prestigiacomo, non smentita né corretta dal governo di cui fa parte), freddezza da parte di Comunione e Liberazione, e infine un punteggio decisamente scarso nel gradimento dei ministri. Sembra dunque probabile che il governo e la sua maggioranza non apriranno anche questo fronte di scontro. Interverranno su ciò che riguarda l’applicazione della legge, con misure tendenti a incrementare la cosiddetta prevenzione: presumibilmente l’apertura dei consultori a movimenti propagandistici o l’erogazione di denaro come sostegno alle donne che rinuncino a questa scelta. Certamente anche interventi di questo tipo devono essere contrastati nelle sedi adeguate (sperabilmente con buon senso); tuttavia si deve prendere atto che non è in vista una revisione legislativa. E dunque che, anziché lanciarsi ancora una volta in difesa della 194, è forse utile cercare di capire che cosa è cambiato nella coscienza collettiva, tanto da impedire che questo centrodestra così legato alle posizioni vaticane si precipiti, una volta conseguita la vittoria, a realizzare quella modifica della legge tante volte proposta e promessa.