I Quaderni 1/2009 - Il Federalismo

il Sommario

l' Editoriale

Editoriale

Il secondo Quaderno di Italianieuropei rappresenta un contributo importante e per molti aspetti innovativo nell’avanzamento del dibattito politico e culturale sul federalismo italiano. Senza eludere le questioni di carattere tecnico che, inevitabilmente, devono essere tenute in considerazione quando si parla di temi quali il federalismo fiscale o i poteri sostitutivi, i saggi contenuti in questo Quaderno muovono da un interrogativo sulle ragioni di fondo, sul “senso” del federalismo in Italia (se di federalismo si può parlare, ma questa è questione ampiamente discussa nelle pagine che seguono).

gli Articoli

Introduzione

Introduzione

di Roberto Cerreto
Questo Quaderno, ancor prima che una raccolta di saggi individuali, rappresenta il frutto di quattro mesi di attività del gruppo di lavoro sul federalismo promosso dalla Fondazione Italianieuropei. Il gruppo ha il compito di svolgere ricerche e approfondimenti su natura, funzionamento e limiti del federalismo italiano, senza preconcetti o tesi precostituite, anche lasciando emergere – come avviene nei saggi qui presentati – posizioni diverse e non sempre conciliabili. E ciò anche sui temi di maggiore rilevanza politica, come l’attuazione del federalismo fiscale.
Il federalismo e l'Italia

Perché il federalismo in Italia?

di Nicola Lupo
Il contributo si propone di ricostruire alcune delle ragioni alla base delle riforme in senso federalista che hanno interessato l’Italia negli ultimi quindici anni. A tal fine, si ripercorrono anzitutto le ragioni tattiche, legate alla volontà di rispondere al succes­so della Lega Nord nel settentrione. Si accenna poi alle spinte più profonde che hanno operato nella medesima direzione in Italia come in altri paesi in seguito alla globalizzazione e, infine, si tracciano norme il più possibile chiare e condivise per indivi­duare procedure idonee ad assicurare la funziona­lità del “sistema paese”.
Il federalismo e l'Italia

C'è il federalismo in Italia?

di Tania Groppi
La riforma costituzionale del 2001 ha rappresenta­to l’esito di un processo che, a prima vista, può es­sere ricondotto entro la nozione di “federalizzazio­ne per devoluzione”. Tuttavia un’analisi più atten­ta conduce a conclusioni diverse: pur nella consa­pevolezza della difficoltà di individuare elementi ido­nei a fornire una definizione chiara e univoca della nozione di federalismo, non appare possibile, allo stato attuale, definire l’assetto istituzionale italiano come Stato federale.
Il federalismo e l'Italia

Stati territorialmente composti e partiti politici

di Raffaele Bifulco
La struttura costituzionale federale esercita un con­dizionamento sullo sviluppo del sistema dei partiti. All’interno degli Stati federali, quelli con più forte propensione alla cooperazione tra i livelli di gover­no presentano la maggiore simmetria del sistema partitico e la maggiore integrazione organizzativa dei partiti. L’assenza di una struttura costituzionale di tipo federale favorisce l’emersione di partiti re­gionali. In assenza di meccanismi che canalizzano al centro gli interessi territoriali regionali, questi ten­dono ad assumere la forma di partiti regionali.
Le questioni aperte

I sistemi elettorali regionali

di Giovanni Tarli Barbieri
Il contributo analizza le caratteristiche salienti e il rendimento dei sistemi elettorali dei Consigli delle Regioni a statuto ordinario. Il premio di maggioran­za e la scarsa selettività di tali sistemi sembrano fuo­ri asse rispetto al processo di riassetto del sistema politico nazionale iniziato con le elezioni politiche del 2008 ma appaiono difficilmente eliminabili, nel­la misura in cui sono essenziali nell’ottica dell’ele­zione diretta del presidente.
Le questioni aperte

La forma di governo regionale e il ruolo delle assemblee legislative

di Paolo Pietrangelo
La forma di governo regionale neoparlamentare in­trodotta con la riforma costituzionale del 1999, ha assicurato maggiore stabilità ed efficacia all’azio­ne dei governi e competizione tra i diversi organi istituzionali. In questo contesto si colloca la defini­zione di un nuovo ruolo delle assemblee legislative regionali.­
Le questioni aperte

L'esclusione delle autonomie nella revisione costituzionale

di Tania Groppi
II contributo esamina il tema degli strumenti di par­tecipazione delle Regioni italiane alla revisione co­stituzionale. Nell’intento di individuare le modalità più adeguate per realizzare tale obiettivo, compie un’analisi comparatistica dell’istituto nei sistemi fe­derali, mettendone in luce, in particolare, l’evoluzione storica.­
Le questioni aperte

Il regionalismo differenziato

di Marcello Cecchetti
Nel quadro delle novità introdotte con la riforma del Titolo V della Costituzione, il contributo affronta il tema del regionalismo differenziato, chiarendone la nozione e proponendone una lettura in chiave di prospettiva sistemica in grado di fornire una rico­struzione nuova del complessivo assetto delle auto­nomie regionali nell’ordinamento repubblicano.
Le questioni aperte

La riforma del bicameralismo e il Senato delle autonomie territoriali

di Guido Rivosecchi
Muovendo dai lavori dell’Assemblea costituente, il contributo ricostruisce le principali caratteristi­che del sistema bicamerale italiano, mettendone in evidenza i limiti, soprattutto in ragione del man­cato riconoscimento di effettive forme di rappre­sentanza territoriale nella seconda Camera. Di qui la proposta di una riforma che preveda una rap­presentanza al Senato del sistema delle autonomie territoriali.
Le questioni aperte

Verso la riforma delle Conferenze

di Giuseppe Busia
Le Conferenze Stato-Regioni, Stato-Città e autono­mie locali e unificata sono sempre più determinan­ti per il funzionamento del sistema istituzionale, spesso svolgendo anche un ruolo di supplenza ri­spetto all’assenza di una Camera delle autonomie nell’ambito del Parlamento. La conformazione del­le Conferenze, come luogo di confronto fra gli ese­cutivi dei diversi livelli istituzionali, rappresenta an­che un modello utile per riflettere sulla composizio­ne della futura Camera delle autonomie, che forse potrebbe germogliare proprio da tali organismi.
Le questioni aperte

Riparto delle funzioni legislative e manutenzione costituzionale

di Eduardo Gianfrancesco
Il contributo si muove nella prospettiva di un inter­vento di tipo manutentivo della riforma costituzio­nale del 2001. Tra le soluzioni proposte: l’elimina­zione dell’attuale competenza ripartita, illustrata nell’articolo 117, comma 3 della Costituzione e l’in­troduzione, in sostituzione di questa, di clausole di flessibilità nell’esercizio di talune competenze legislative statali.
Le questioni aperte

Il federalismo amministrativo

di Guido Meloni
L’incidenza della riforma costituzionale del 2001 ha determinato la configurazione di un nuovo model­lo amministrativo, non senza aspetti problematici. Per questa ragione, la centralità del cittadino-uten­te e la pluralità delle funzioni da parte degli enti hanno creato l’esigenza di una nuova organizzazio­ne amministrativa più semplice e collaborativo.
Le questioni aperte

I poteri sostitutivi tra emergenza ed efficienza

di Francesca Biondi
Nello scritto che segue ci si propone di verificare se il modello costituzionale della sostituzione sia ido­neo a garantire necessarie modifiche della Carta fondamentale per dotare lo Stato degli strumenti necessari a sostenere, in alcuni settori e in relazio­ne a specifiche situazioni, interventi rapidi e/o uni­formi sull’intero territorio nazionale.
Le questioni aperte

Federalismo e integrazione europea

di Stelio Mangiameli
Partendo da una riflessione sul doppio federalismo, l’articolo analizza quanto è accaduto all’interno dell’Unione europea, a partire dall’approvazione dei trattati istitutivi fino al Trattato di Lisbona, con riferimento alla previsione di una struttura degli Stati membri alquanto decentralizzata, per soffermarsi su quali dovrebbero essere in Italia i cambiamenti da introdurre nell’ordinamento.
Le questioni aperte

Rapporti fra centro e periferia

di Veronica Nicotra
Se il federalismo alla fine degli anni Novanta fu una risposta, voluta per alcuni e necessiaria per altri, al­la crisi generale, oggi è un’opzione irreversibile. La crisi del sistema politico segnala la ricerca di una legittimazione ideale dei “nuovi partiti” in termini di valori, principi, regole. L’attuazione del federali­smo può essere temperata e ragionevole e va rea­lizzata in un rapporto equilibrato fra i diversi livelli di governo.
L'attuazione del federalismo fiscale

Il federalismo fiscale e il raccordo con le autonomie territoriali

di Claudio Tucciarelli
Il disegno di legge sull’attuazione del federalismo fiscale è il frutto di un forte raccordo con le auto­nomie regionali e locali, avviato fin dalla prima ste­sura del progetto, che ha perciò subito numerose modificazioni prima ancora della sua presentazio­ne al Senato. L’elaborazione dei decreti legislativi e la successiva verifica sul funzionamento del nuovo sistema richiederanno momenti di coordinamento tra tutte le componenti della Repubblica, misura del principio costituzionale di leale collaborazione.
L'attuazione del federalismo fiscale

Federalismo e riforme istituzionali

di Roberto Gualtieri
L’attuazione dell’articolo 119 investe le fonda­menta stesse del patto di cittadinanza; essa non potrà essere realizzata se non attraverso un pie­no coinvolgimento delle forze politiche e delle autonomie territoriali e la costruzione di un am­pio consenso. Il contributo inserisce dunque il problema del federalismo fiscale in una cornice costituzionale e istituzionale più ampia, esami­nando i nessi che legano tra loro forma di Stato, forma di governo e assetto del sistema politico.
L'attuazione del federalismo fiscale

I principi innovativi del nuovo disegno di legge

di Luca Antonini
Il nuovo d.d.l. sul federalismo fiscale rappresenta una riforma bipartisan, perché porta a sintesi i la­vori degli ultimi anni. È una riforma che introduce una serie di principi importanti e innovativi che per­mettono di coniugare in modo virtuoso autonomia e responsabilità, con una possibilità di razionalizza­zione della spesa e di controllo democratico degli elettori regionali e locali.
L'attuazione del federalismo fiscale

Il disegno di legge sul federalismo fiscale

di Guido Rivosecchi
Il contributo prende in esame i principali aspetti del disegno di legge sul federalismo fiscale presentato dal quarto governo Berlusconi, collocandolo nella più ampia prospettiva dell’evoluzione della finanza territoriale nel quadro della forma di Stato. All’in­terno del testo, verranno valutati gli aspetti gene­rali e le finalità del provvedimento, anche alla luce dei più recenti interventi di governo e Parlamento sulle finanze pubbliche.
L'attuazione del federalismo fiscale

Responsabilizzazione dei governi regionali e perequazione fiscale

di Giampaolo Arachi e Paolo Liberati
Il recente disegno di legge sul federalismo fiscale si propone di dare attuazione all’articolo 119 del­la Costituzione promuovendo fonti di finanziamen­to che siano in grado di far ricadere le conseguen­ze delle politiche di bilancio su chi ha concorso a determinarle. Questa problematica ha un diretto riflesso sulla perequazione, che si muove su un dop­pio binario: integrare il fabbisogno essenziale e pe­requare la capacità fiscale rispetto a un limitato nu­mero di tributi, con incerti impatti redistributivi complessivi.
L'attuazione del federalismo fiscale

Federalismo fiscale e federalismo del personale

di Bernardo Giorgio Mattarella
La finanza pubblica è uno strumento per un fine, che è lo svolgimento delle funzioni pubbliche. Il per­seguimento di questo fine richiede anche il ricorso ad altri strumenti. Dopo avere illustrato la centrali­tà delle funzioni, il contributo esamina l’attuale sta­to del riparto e del finanziamento delle funzioni am­ministrative, per poi concentrarsi sui problemi lega­ti al personale, in ordine del quale vengono esami­nati la distribuzione e la disciplina.
L'attuazione del federalismo fiscale

Coordinamento finanziario, autonomie speciali e coesione nazionale

di Giulio M. Salerno
Al centro dell’intera disciplina del sistema finanzia­rio e tributario della Repubblica risultante dalla vi­gente Costituzione si colloca il canone del coordi­namento tra i diversi livelli istituzionali. Il vincolo del coordinamento in materia di finanza pubblica non può non abbracciare tutte le istanze autonomisti­che, in quanto esso rappresenta il necessario corol­lario di quella istanza di coesione nazionale senza la quale l’intero ordinamento perderebbe la sua stes­sa natura unitaria e dunque la sua ragion d’essere.
L'attuazione del federalismo fiscale

Le Regioni speciali nella prospettiva del federalismo fiscale

di Gianmario Demuro
La disciplina è analizzata con riferimento agli sta­tuti speciali, che contengono elenchi di competen­za legislativa esclusiva e concorrente che dovran­no reggere all’attuazione del federalismo fiscale. La correlazione tra le funzioni spettanti alle Regio­ni speciali e le risorse necessarie per il loro eserci­zio è dunque ineludibile per la realizzazione di un federalismo fiscale commisurato alle ragioni stori­che delle specialità.
L'attuazione del federalismo fiscale

Gli interventi "speciali" dello Stato nella prospettiva del federalismo fiscale

di Luisa Cassetti
Gli interventi speciali e le risorse aggiuntive dello Stato introducono nel regime dei finanziamenti del sistema delle autonomie un meccanismo di eroga­zioni vincolate, destinate a specifiche realtà territo­riali del paese al fine di promuovere lo sviluppo eco­nomico e sociale, ovvero garantire l’effettività dei diritti. In questo contesto, le regole sul federalismo fiscale dovrebbero valorizzare la specialità dell’in­tervento ed esaltare il ruolo della cooperazione tra lo Stato e il sistema delle autonomie.