Ken Loach è un uomo profondamente di sinistra, che ancora usa senza il minimo imbarazzo e senza virgolette l’espressione working class, volendo indicare con essa quella categoria di persone ad altissimo rischio di povertà, di emarginazione sociale, di esclusione sempre più crudele dal mondo del lavoro. Tutte le storie da lui narrate sono imperniate su rapporti conflittuali tra le classi. In questa lotta tra lavoratori e padroni, tra sopraffattori e oppressi, Loach non esita un momento a schierarsi con i più deboli.
Che Cozzalone! Tradotto dal barese, che cafone! Ossia, quando già un nome d’arte rivela un’attitudine. Se poi si aggiungono una maglietta rosa attillata, da adagiare su un ventre da birra, un improbabile giubbino bianco, tendenza ragazzi del lungomare, e degli occhiali da sole appariscenti, stile Valentino Rossi ai box, il quadro è quasi completo.
Riccardo Tozzi e Francesca Medolago Albani analizzano lo stato dell'industria culturale italiana in un articolo del numero 2/2011 di Italianieuropei.