Editoriale 1/2018

Martedì 13 Febbraio 2018 12:40 Stampa


Tra pochi giorni si voterà e noi non azzardiamo previsioni. Quel che è certo è che inizierà una nuova lunga fase complicata della vita pubblica italiana con la sinistra che cerca di trovare il proprio posto al centro di un progetto di rinnovamento. 

In questo numero forniamo alcune proposte, segnatamente quelle di Pierluigi Ciocca e di Vincenzo Visco, ci occupiamo anche di sanità e Mezzogiorno. Un’altra parte è dedicata all’anniversario del Sessantotto. Piaccia o no, è un anniversario importante che Marco Almagisti e Paolo Graziano individuano nei pensieri lunghi di quel tempo, mentre Gianni Di Santo ci porterà in quel crogiolo di idee e di nuove leadership presenti nel mondo cattolico sia alla base sia al vertice e Francesco Sinopoli ci racconterà le trasformazioni e le lotte della e nella scuola, da cui tutto è iniziato. Abbiamo sentito l’opinione anche di chi di quel periodo conserva ricordi opposti e abbiamo raccontato, con un filo di ironia, un Sessantotto di periferia. Ci furono poi “grandi vecchi” che capirono, di cui parla Pietro Spataro.

Ricca la parte estera con un approfondimento sul conflitto arabo-israeliano, le iniziative di Trump e le novità iraniane (su questi temi anche l’intervista di scenario di Massimo D’Alema). Un articolo di Daniele Nahum ragiona, invece, proprio a proposito di queste novità, sull’altra sponda e sui riflessi italiani sul rapporto sempre più difficile tra comunità ebraiche e sinistra. Ci sono poi rubriche con firme come quella di Livia Turco e David Bidussa. Il racconto, assai aderente alle ultime settimane, è di Carlo Mazza.
Questo numero è il consolidamento della nuova versione della rivista, ancorata alla sua storia ma irresistibilmente attratta da incursioni in altri campi. Ne faremo molte. Ci piacerebbe se “Italianieuropei”, rivista di una fondazione e non di un partito, riuscisse a legare a sé intellettuali di aree diverse e anche lettori ingordi di sapere, capaci di mettere in discussione le proprie convinzioni e di confrontarsi con idee e con pezzi non rottamabili.