è il presidente della Palestinian Academic Society for the Study of International Affairs di Gerusalemme
Nel 2020, tra venti anni, a che punto sarà arrivato il conflitto in Terra Santa? E cosa saremo diventati? Se concentriamo la nostra attenzione solo sul conflitto, questo continuerà sempre a essere un conflitto sulla terra, sulle identità, sulla storia e sulle aspirazioni. E niente cambierà mai. La mia identità è la mia memoria il mio legame con una terra a cui sono orgoglioso di appartenere, e l’impegno a sviluppare il mio rapporto con quella terra e il mio popolo, con le sue aspirazioni di pioniere nel movimento nazionalista arabo.
La geografia della Palestina ha sofferto molto a causa dei numerosi cambiamenti negativi avvenuti nel corso del più lungo conflitto della storia moderna. La quantità e la complessità degli eventi di questo ultimo secolo, spesso intrecciati tra loro, rende intricati anche i ricordi e le percezioni della gente. Risulta quindi difficile, se non impossibile, comprendere appieno i motivi per cui non si è raggiunta a tutt’oggi una soluzione del conflitto israelo-palestinese. Ma un fatto almeno è chiaro: anche a costo di sforzare al massimo l’immaginazione, finora nessuno dei tentativi di dividere la Terra santa tra palestinesi e israeliani può essere considerato come un successo.