Fino all’ultimo ventennio del Novecento, i grandi partiti di massa hanno rappresentato il canale attraverso il quale i cittadini potevano
partecipare alle scelte pubbliche e alla vita democratica del paese. Oggi che i cambiamenti radicali che hanno riguardato la società e il mondo non consentono più ai partiti di fungere da cinghia di trasmissione degli interessi e del volere popolare, si impone la presenza di una nuova figura, quella del facilitatore dei processi partecipativi e mediatore dei conflitti. È possibile così riscoprire il valore del dialogo e la centralità che esso assume nel processo di democratizzazione della democrazia.
Il tracollo socialista alle elezioni amministrative del 22 maggio ha aperto una pagina nuova della storia del partito socialista spagnolo. Dopo la rinuncia di Zapatero a ricandidarsi nel 2012 la scelta è caduta su Alfredo Pérez Rubalcaba: i prossimi mesi ci diranno quanto profondo sarà il cambiamento.
La sinistra deve lavorare duramente per ricreare un programma politico transnazionale efficiente e convincente. Una socialdemocrazia cosmopolita sarebbe in grado di guidare un nuovo fronte sociale per domare e regolare le forme di capitalismo più dirompenti, preservando al tempo stesso il suo dinamismo.
La crisi alimenta nei cittadini-elettori paure che la destra ha saputo intercettare e utilizzare a proprio vantaggio mentre la sinistra progressista non ha saputo darvi risposta. Fin quando la sinistra non si doterà di una nuova strategia per la ripresa che consenta di uscire dalle secche della crisi e di porre le basi per una fase di ripresa sostenuta non potrà ritornare ad essere vincente.
Quello del carattere nazionale è un tema importante: direi addirittura un tema obbligato, se vuoi fare il mestiere dello scrittore in modo non superficiale. Naturalmente se scrivi romanzi di genere: i romanzi neri, i gialli, i rosa, i verdastri (come diceva Céline…), puoi anche non occuparti di queste faccende, perché ti muovi nell’universalità della superficialità. Sei un “cittadino del mondo”: i sentimenti e gli orifizi, più o meno sono gli stessi dovunque. Ma se vuoi andare al di là dell’intrattenimento non puoi sfuggire alla consapevolezza di appartenere a una lingua, a una storia, a una comunità di parlanti. Ti piaccia o no.
Il 5 novembre, a Roma, la Foundation for European Progressive Studies, con la collaborazione di Italianieuropei, della Friedrich Ebert Stiftung, della Fondazione Gramsci e della Fondazione Socialismo, organizza la conferenza Next Left. Renewing Social Democracy, un convegno per riflettere sul futuro e sulle prospettive della socialdemocrazia europea.
Se in un’accezione positiva il termine populismo può voler dire difendere valori come l’uguaglianza delle opportunità, la competenza, la mutua collaborazione e il senso comunitario, quanto populiste dovrebbero essere le forze di sinistra? In che misura il divario fra la coscienza popolare esistente e l’ideologia di sinistra può contribuire a spiegare le difficoltà di quest’ultima?