è presidente dell’Assemblea nazionale del Partito Democratico.
La crisi ha fatto riemergere in Italia una drammatica questione sociale. Nuove linee di frattura tagliano trasversalmente la società, separando inclusi ed esclusi di un modello di sviluppo sempre più oligarchico e parassitario. Di fronte a questa scelta di campo, come si colloca il Partito Democratico? In quale parte decide di giocare la sua partita? La forza del PD sta oggi nell’aver rigettato l’idea che si possa parlare alla società come a un tutto indistinto per scegliere invece con chiarezza di stare dalla parte giusta della linea, dalla parte degli esclusi.
Nel contesto della crisi di credibilità che i partiti stanno vivendo, la rivoluzione digitale può rappresentare uno strumento importante di innovazione politica, a patto che si consideri il web per quello che è: uno strumento neutro e ambivalente. Per rigenerare se stessi e recuperare forza e autorevolezza non basta che i partiti si vestano di una superficiale modernità. Occorre invece che rimettano mano ai problemi economici e sociali che affliggono il paese.