Il gioco di specchi delle riforme

Written by Giulio Sapelli Friday, 16 November 2018 11:44 Print

Occorre non usare più il termine “riforma”. La controrivoluzione liberista iniziata con Bill Clinton e Tony Blair, seguaci inconsape-voli di Milton Friedman negli Stati Uniti e di Walter Eucken (che nessuno aveva letto) e di Jean Monnet in Europa, tra “théorie de la régulation” da un lato e “Ordoliberalismus” dall’altro (che nessuno sapeva cosa fossero perché oggi tutti parlano e leggono solo la lingua facile delle scimmie), ha trasformato anche il senso etimologico del mondo.
Cosicché “riforma” indica la direttiva eurotecnocratica oppure la de-cisione del Fondo monetario internazionale, Fondo che già sin dal suo sorgere nel 1945 a Bretton Woods preconizzava ciò che sarebbe divenuto il verbo della deflazione secolare che si è inverata senza col-po ferire. Come è noto Lord John Maynard Keynes fu sconfitto a Bretton Woods da uno stolido funzionario nordamericano che ben delineò il futuro del Fondo.

 

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