Italianieuropei 2/2019
Italianieuropei 2/2019

In questo numero


Europa anno zero |
Le elezioni per il rinnovo del Parlamento europeo si avvicinano a grandi passi e già si possono individuare, oltre agli schieramenti politici che si confronteranno, i temi che saranno al centro della campagna elettorale: direzione delle future strategie di crescita del continente, orientamento delle politiche di welfare, modalità di gestione dei flussi migratori e ideazione di nuove e più efficaci politiche di integrazione. Tutto questo sullo sfondo di uno scenario internazionale in costante mutazione e di una vicenda, quella dell’uscita del Regno Unito dal progetto europeo, inedita e dagli esiti imprevedibili.

L’Italia in bilico | È passato ormai un anno dalle elezioni del 4 marzo 2018, e da più di 6 mesi è all’opera il governo a maggioranza giallo-verde. Un governo che, pur tra spinte contraddittorie, comincia a far intravedere l’idea di paese che intende costruire sia sotto il profilo economico che per quanto riguarda il rapporto tra Nord e Sud. E non c’è da stare allegri.

il Sommario

gli Articoli

Agenda. Europa anno zero

Il nuovo cleavage tra sovranisti ed europeisti

of Massimiliano Panarari

La politica dell’età contemporanea in Europa si è organizzata, come noto, intorno ad alcune fratture sociali (indagate dalle teorie dello sviluppo politico). Quelle da cui sono nati i partiti che hanno strut­turato i sistemi politici per come li abbiamo conosciuti, tra alti e bassi, sostanzialmente fino ai giorni nostri, e che hanno fornito la spina dorsale della politica razionale della modernità post-illumini­stica. Con la teoria dei cleavages, gli scienziati politici Stein Rokkan e Seymour Martin Lipset, nella seconda metà degli anni Sessanta, hanno spiegato la genesi e lo sviluppo delle formazioni partitiche incrociando due dimensioni in base all’asse del conflitto politico (territoriale o funzionale) e alla rivoluzione (nazionale e industriale), da cui hanno tratto origine le fratture centro-periferia, Stato-Chiesa, città-campagna e capitale-lavoro.

Agenda. Europa anno zero

I Verdi tedeschi, un esempio in controtendenza

of Paolo Soldini

All’inizio del 2001 sui giornali tedeschi infuriò una polemica sul passato di Joschka Fischer, il campione dei Verdi tedeschi che era diventato vicecancelliere e ministro degli Esteri nel governo rosso-verde guidato da Gerhard Schröder. Fischer era accusato di aver colpevolmente flirtato, negli anni Settanta, con i terroristi della Rote Armee Fraktion. Poco tempo dopo, un’altra brutta polemica investì i Grünen: alcuni furono accusati di aver sostenuto, sempre negli anni Settanta, tesi giustificative della pedofilia.

Agenda. Europa anno zero

Immigrazione, rompere l’incantesimo della solitudine

of Marcella Lucidi

Per più di un quarto di secolo il racconto dell’immigrazione verso l’Europa, dei viaggi di coloro che l’hanno raggiunta per terra o per mare, è stato premesso dalla parola “emergenza” e ha orientato lo sguardo pressoché esclusivamente in direzione delle coste mediterranee, dove si compiono rotte in continuo cambiamento lungo un mare che oggi è considerato il più pericoloso al mondo, rotte originate dai drammi sociali, civili ed economici di numerosi paesi africani e asiatici.

Agenda. Europa anno zero

Dall’Europa gerarchica a quella dell’innovazione democratica

of Paolo Borioni

Si assiste in tutta Europa a un’erosione delle culture politiche consolidate a favore soprattutto dei nazional-populismi, e il welfare c’entra moltissimo. Alcune ricerche svedesi sono utili allo scopo, poiché quel paese è noto per avere un welfare tra i più sviluppati ed egualitari, ma oggi in arretramento notevole (sia in quantità, sia in eguaglianza). Peraltro, benché non più grande ad esempio della Lega, il nazional-populismo svedese è cresciuto in modo particolarmente rapido, destabilizzando fortemente un sistema politico che pareva immune da fenomeni simili.1

Agenda. Europa anno zero

Qualità dell’ambiente: uno slancio dall’Europa

of Giovanni Damiani

Il dibattito in corso sullo stato dell’Unione europea e sul suo destino futuro è centrato sull’economia e sui temi sociali ma non abbastanza sulle questioni dell’ambiente, nonostante sia questo un argomento cruciale. I dati ci dicono che il degrado e il consumo dei suoli, l’inquinamento, la perdita di biodiversità hanno superato i livelli di guardia e che la questione più urgente e prioritaria è quella dei mutamenti climatici che hanno destabilizzato gli equilibri dell’intero pianeta con eventi metereologici estremi, frane, allagamenti, tifoni seguiti da periodi di siccità, incendi, crisi di produzioni agricole. Poniamoci subito una domanda: cosa ha significato per i temi dell’ambiente l’appartenenza dell’Italia all’Unione europea? Che bilancio possiamo trarne?

Agenda. Europa anno zero

Pensare un’altra Europa: un’opportunità per il campo progressista

of Paolo Graziano e Marco Almagisti

L’Italia è ormai un paese caratterizzato da un euroscetticismo diffuso sia a livello di élite politica sia a livello di elettorato. L’ultima contesa elettorale ha confermato la propensione euroscettica di numerosi partiti italiani, e tra questi tutti i partiti vincitori (Lega e Movimento 5 Stelle su tutti). Si è chiuso un ciclo, si è definitivamente conclusa una fase che ha già visto segni di crisi a partire dagli anni Novanta da parte degli elettori e dei cittadini, e già molto prima per ciò che attiene ai partiti politici. Si è spezzato un legame di fiducia che, almeno in apparenza, ha caratterizzato a lungo l’élite e l’elettorato italiani.

Agenda. Europa anno zero

Come la Brexit ha cambiato l’immagine dell’UE

of Pier Antonio Panzeri

Come si è recentemente chiesto il presidente del Consiglio europeo Donald Tusk, anche io non saprei dire in quale girone dell’inferno Dante avrebbe collocato coloro che hanno spinto per la Brexit senza aver chiaro come metterla in atto. Di sicuro però questa Brexit ha uno svolgimento di gran lunga più complicato del viaggio di Dante, purgatorio e paradiso compresi. Ci si è talmente abituati a sentire discutere della questione che sembra che i negoziati per la Brexit non debbano finire mai. Invece una data di scadenza c’è, e basta girare una pagina del calendario per trovarla: 29 marzo 2019.

Agenda. Europa anno zero

Brexit, un’equazione a troppe incognite

of Domenico Cerabona

Il 5 maggio 2015, a due giorni dalla chiusura della campagna elettorale delle elezioni politiche, David Cameron pubblicò un tweet diventato poi tristemente famoso: «Britain faces a simple and inescapable choice – stability and strong Government with me, or chaos with Ed Miliband». La narrazione conservatrice alla luce dei sondaggi dell’epoca mirava a rappresentare una coalizione di governo composta dal Labour guidato da Ed Miliband e dagli indipendentisti scozzesi dell’SNP come pericolosa: un governo del genere avrebbe gettato il Regno Unito nel caos.

Focus. L’Italia in bilico

Il Governo del cambiamento, in peggio

of Eugenio Mazzarella

«Ciò che è reale è razionale». È una nota frase di Hegel. Senza scomodare sofisticate ermeneutiche, tradotto nell’empiria dell’analisi politica, che è il nostro caso, l’assunto hegeliano è un cogente invito a ingegnarsi a capire le ragioni di ciò che è accaduto nel voto del 4 marzo 2018. Voto che ha consegnato l’attuale Parlamento a un governo giallo-verde, alle forze politiche cioè, Movimento 5 Stelle e Lega, che dalle urne sono uscite ampiamente vincenti, nella chiara sconfitta di tutti gli altri.

Focus. L’Italia in bilico

Un antidoto alle narrazioni dominanti

of Michele Prospero

Il trionfo dei due populismi nel 2018 non appartiene a una vicenda solo italiana. Il momento populista indica una tendenza alla dissoluzione della “forma politica” del secondo Novecento che riguarda le diverse democrazie occidentali. I due sovversivismi, malgrado le differenze su singole questioni simboliche, trovano nel “contratto di governo” la coincidenza degli opposti perché, oltre i dissidi, esiste un nucleo solido di comunanza. Il “governo del contrasto” regge le sfide contingenti per la condivisione di una declinazione totalizzante del potere (persino il metodo di designazione della canzone vincente a Sanremo diventa una questione politica dirimente), per una avversione ai soggetti classici del conflitto sociale della modernità (lavoro e grande impresa), per una inclinazione plebea al disprezzo verso la cultura elevata, l’élite, per una venatura sovranista ostile alla rappresentanza e agli obblighi internazionali ed europei.

Focus. L’Italia in bilico

La galassia dei soggetti in costruzione

of Daniela Preziosi

“L’amore è finito, ora aspettiamo che la fidanzata ci lasci”. All’indomani delle elezioni abruzzesi, all’uscita da uno studio televisivo, il sottosegretario al Lavoro Claudio Durigon, sorriso bonaccione, così sospirava parlando di mali d’amore. L’argomento però era lo stato di salute dell’alleanza giallo-verde. La sera prima, in una cena fra leghisti di governo, nel mezzo della generale euforia per la vittoria nella Regione, Matteo Salvini, che non è uomo da toni sorvegliati, aveva esortato tutti a non calcare la mano contro l’alleato grillino in difficoltà. Nei talk e davanti ai cronisti. L’ordine di scuderia si è ripetuto dopo le elezioni in Sardegna, dove pure la Lega ha avuto un risultato meno smagliante ma i 5 Stelle hanno replicato il tonfo.

Focus. L’Italia in bilico

Una legge di bilancio di corto respiro

of Andrea Baldini

Per tratteggiare l’idea di paese che emerge dalla legge di bilancio 2019 bisogna soffermarsi su diversi aspetti della sua estensione. L’analisi economica infatti non dovrebbe mai prescindere da una disamina del contesto complessivo, istituzionale e politico, nel quale i soggetti produttivi esercitano la loro azione, e, parallelamente, delle prospettive e delle attese che essi definiscono per il futuro. E dato che, per necessari motivi di sintesi, non sarà possibile proporre questa analisi in maniera completa, mi limiterò a delineare i principali tratti di una manovra economica complessivamente improntata sul breve periodo, connotata, più che da un’idea di paese, da un bilanciamento dei provvedimenti collegato all’equilibrio politico del governo in relazione agli interessi che le sue componenti hanno nel mantenere il consenso di alcuni segmenti di elettorato.

Le persone. Parliamo di lui/lei

Reichlin, il mondo, il partito, la Fondazione Italianieuropei

of Massimo D'Alema

A partire dal novembre del 1998 per quasi vent’anni e fino alla sua scomparsa, Alfredo Reichlin è stato un protagonista dell’attività della Fondazione Italianieuropei. Della Fondazione egli è stato vicepresidente, ha guidato per un certo periodo il Consiglio scientifico, ma soprattutto ha dato un contributo prezioso all’attività di ricerca e al confronto delle idee con l’intelligenza, la curiosità intellettuale e la generosità che gli erano proprie.

Le persone. Parliamo di lui/lei

Andreotti o del realismo politico

of Paolo Corsini

Delineare, nella ricorrenza dei cento anni dalla nascita, un ritratto, per quanto conciso, di una personalità controversa e discussa come quella di Giulio Andreotti, certamente il personaggio più longevo della storia politica italiana dei decenni successivi alla seconda guerra mondiale, costituisce un’impresa ardua, da affidare alla paziente ricerca degli storici. Essi potranno così definire i tratti salienti di una presenza che ha certamente lasciato un’impronta rilevante nella vicenda dell’Italia contemporanea, come ha giustamente sottolineato nell’occasione della scomparsa il presidente Giorgio Napolitano.

Le persone. Donne da cui dobbiamo imparare

Nancy Pelosi, esperienza e capacità di mediazione

of Martino Mazzonis

«Durante una trattativa difficile, ti taglierà la testa senza che tu nemmeno te ne accorga». Alexandra Pelosi sa di cosa parla, è una dei cinque figli avuti in sei anni dalla speaker della Camera Nancy Patricia D’Alesandro (una esse) Pelosi, sola donna ad aver ricoperto il ruolo nella non più breve storia degli Stati Uniti. A sua volta l’incarico più alto mai ricoperto da una figura femminile con l’eccezione di quelli non elettivi alla Corte suprema.

Le recensioni di Italianieuropei

Tre buone ragioni per leggere “M. il figlio del secolo”

of Peppino Caldarola

Ci sono molte buone ragioni per leggere “M. Il figlio del secolo” di Antonio Scurati. Io ne sottolineo tre. La prima è che siamo di fronte a un libro di letteratura storica scritto in modo così eccellente da allargare la platea dei lettori. La seconda è che la lettura che Scurati dà dell’ascesa del fascismo – “resistibile” avremmo detto da giovani citando Brecht – aiuta la comprensione della crisi italiana fra le due guerre. La terza è che questo racconto biografico sembra in gran parte anche un bagno sull’attualità con un effetto sicuramente non voluto dall’autore.

Le recensioni di Italianieuropei

La solitudine del compagno Rossa

of Federico Fornaro

Nella storia del terrorismo italiano, il 24 gennaio 1979 è indubbiamente una di quelle che gli storici definirebbero “data periodizzante”. A Genova, all’alba un gruppo di fuoco delle Brigate Rosse uccise Guido Rossa, operaio e sindacalista della FIOM all’Italsider di Cornigliano, uno dei sobborghi del capoluogo ligure, iscritto alla sezione di fabbrica del Partito Comunista Italiano. Venne colpito nelle vicinanze della sua abitazione mentre stava recandosi al lavoro.

Dizionario Civile

Eroismo

of Aldo Garzia

Raitre ha mandato in onda per alcune settimane i ritratti di “Nuovi eroi”. Si trattava di “eroi civili”: gente comune che nel proprio ambito di impegno lavorativo o sociale si era distinta fino a ottenere una onorificenza della presidenza della Repubblica. Sono quindi eroi massificati, “popolari” nel rappresentare un punto di riferimento. Niente a che fare con gli eroi dell’antichità (dalle tragedie greche alla retorica mussoliniana di «Un popolo di poeti di artisti di eroi/ di santi di pensatori di scienziati/ di navigatori di trasmigratori»). Piuttosto piccoli eroi moderni del quotidiano che ci dicono come è cambiato il paradigma di eroe.