avvocato amministrativista e responsabile della sede di Milano di Italianieuropei, è consigliere delegato per l’housing sociale della Fondazione Cariplo.
I caratteri della città contemporanea, aggregato di individui che condividono problemi più che sentimenti di identificazione etnico-culturale o di appartenenza politica e religiosa, rendono inadeguati l’approccio tradizionale dell’urbanistica al governo del territorio e le regole attualmente vigenti. Il governo del territorio nel contesto attuale richiede soprattutto la valorizzazione delle sue specificità e del contributo di tutti gli attori che vi operano.
La sinistra è all’opposizione a Milano dal 1993. Questo vuol dire che, nella capitale economica del paese, la sinistra non ha mai espresso un sindaco eletto direttamente dal corpo elettorale. Esiste, dunque, un problema che va al di là della sola politica e mette in gioco lo stesso profilo culturale del campo progressista. Con un’immagine, potremmo dire che la sinistra sembra aver smarrito in questi anni lo spirito della città di Leonardo. Una figura che viene giustamente ricordata in un recente libro di Luca Doninelli come emblema e logo naturale della città, «per aver dato non solo la grande Chiusa o il Cenacolo o per aver progettato la difesa della città in caso d’assedio, ma per la sua impronta d’ingegnere e d’artista, di genio pratico ansioso di trasformare in prassi i propri studi, di naturale progenitore del design industriale e del rapporto arte-industria, di pensatore e cerimoniere, inventore di automi maschere e fontane, per il suo temperamento che coniuga precisione e nevrosi, limpidezza musicale e necrofilia, calcolo e irrequietezza, per il subbuglio incessante della sua anima».
La sensazione prevalente tra gli abitanti della grande regione urbana milanese che osservano la politica è quella di una sostanziale estraneità rispetto ai temi e ai problemi che li interessano e che riguardano la sfera pubblica. Nel campo progressista in questi anni è prevalsa una lettura negativa di Milano. Come se la città si fosse fermata, avesse spento i motori e proceduto per inerzia e con rassegnazione. Eppure da tempo tutte le indagini sottolineano lo straordinario dinamismo degli operatori economici, industriali e finanziari di questa parte del paese, la loro propensione a misurarsi con i fenomeni mondiali della globalizzazione in termini competitivi e competenti (si pensi alle grandi fusioni bancarie recentemente avvenute).