Il PIL

Di Redazione Giovedì 28 Febbraio 2008 23:20 Stampa

Da alcuni anni, numerosi economisti ed esperti sottolineano come il PIL non possa essere considerato un valido ed efficace indicatore del benessere di una società. Altri lamentano invece che il PIL abbia smesso da tempo di essere utilizzato come uno strumento oggettivo di conoscenza e valutazione per trasformarsi in una vera e propria ossessione: l’elemento intorno al quale viene elaborata ogni strategia di governo dell’economia e lo strumento in base al quale promuovere o condannare le performance economiche di ogni singolo governo...

Da alcuni anni, numerosi economisti ed esperti sottolineano come il PIL non possa essere considerato un valido ed efficace indicatore del benessere di una società. Altri lamentano invece che il PIL abbia smesso da tempo di essere utilizzato come uno strumento oggettivo di conoscenza e valutazione per trasformarsi in una vera e propria ossessione: l’elemento intorno al quale viene elaborata ogni strategia di governo dell’economia e lo strumento in base al quale promuovere o condannare le performance economiche di ogni singolo governo. Ha assunto quindi sempre più vigore la richiesta di elaborare nuovi indici più inclusivi del PIL, e che, alla luce soprattutto di quelle che sono le sfide del nostro tempo (cambiamento climatico, povertà globale, scarsità di risorse naturali) includano anche valutazioni relative alla dimensione sociale e ambientale. Negli ultimi venti anni sono stati concepiti indici alternativi, che integrano il PIL con parametri atti a misurare i progressi e lo stato di salute dell’economia ma anche l’effettivo benessere della società. Questi nuovi indici introducono aspetti non considerati dal PIL, come l’accumulo sul lungo termine di ricchezza (naturale, economica e sociale), l’aspettativa di vita, i livelli di alfabetizzazione e di istruzione e l’impatto negativo dell’inquinamento e del degrado delle risorse. Lo scorso novembre si è svolta a Bruxelles una conferenza organizzata dalla Commissione europea in collaborazione con il Parlamento, l’OCSE, il Club of Rome e il WWF dal titolo “Beyond GDP” (Oltre il PIL) che aveva come scopo proprio quello di riflettere sulla capacità del PIL di misurare il benessere, il progresso e la ricchezza effettiva di un paese. Alcune considerazioni che fino a quel momento erano state proprie solo del mondo accademico e di alcune forze marginali del panorama politico giungevano così ad ottenere un ruolo di primo piano nel dibattito politico europeo e internazionale. In quella occasione, attraverso le parole del Presidente della Commissione europea Barroso, del Commissario per la politica economica e monetaria Almunia e di molti altri rappresentanti delle principali istituzioni comunitarie lì riuniti, è emerso chiaramente che vi è un ampio consenso politico rispetto alla necessità di individuare diversi e più accurati misuratori del benessere di una società, inteso secondo l’accezione multidimensionale che esso ha assunto nel mondo globalizzato del XXI secolo. «È giunto il momento – ha affermato il presidente Barroso aprendo i lavori del convegno – di andare oltre il PIL».