Italianieuropei 6/2011
Italianieuropei 6/2011

Agenda

Superare una società immobile

Focus

L’Italia dopo la crisi

In questo numero

Eppur si muove. Questo paese dall’anima conservatrice, all’apparenza immobile, individualista, impregnato di disinteresse e disillusione nei confronti della politica, ripiegato nell’edonismo della sua dimensione privata, vittima di un populismo affabulatore e prevaricatore; ebbene, questo paese da alcuni mesi sta dando segni di risveglio. È il risveglio di chi finora non si è sentito ascoltato e rappresentato dalla politica ufficiale; è il frutto del nuovo bisogno di democrazia di cui si sono nutriti anche i tanti uomini e donne che hanno sostenuto i candidati sindaco alle ultime elezioni amministrative.

il Sommario

l' Editoriale

Editoriale. Superare una società immobile

Eppur si muove. Questo paese dall’anima conservatrice, all’apparenza immobile, individualista e, pensavamo, impregnato di disinteresse e disillusione nei confronti della politica, ripiegato nell’edonismo della sua dimensione privata, vittima di un populismo affabulatore e prevaricatore; ebbene, questo paese da alcuni mesi sta dando invece segni di risveglio.

gli Articoli

Agenda. Superare una società immobile

Il risveglio delle passioni pubbliche

di Elena Pulcini

Se è vero che l’individualismo è una delle patologie della democrazia e che le nostre società consumistiche e spettacolarizzate ne mostrano l’ennesima e più inquietante configurazione, è vero anche che oggi, dai movimenti giovanili alle rivoluzioni del mondo arabo, alla protesta delle donne, possiamo cogliere i segnali del risveglio di passioni pubbliche e solidali su cui rifondare la partecipazione politica.

Agenda. Superare una società immobile

Governare senza rappresentare: la democrazia con il tappo

di Giovanni Levi

L’idea che la governabilità sia più importante della rappresentatività indebolisce la democrazia. Ne scaturisce una disaffezione nei confronti di una politica sempre più fatta di professionisti e di leader e sempre meno di partecipazione dei cittadini. Una situazione le cui radici vanno ricercate anche nello storico dualismo tra Stato e Chiesa che da sempre caratterizza la società italiana.

Agenda. Superare una società immobile

Questione mediterranea e questione europea

di Franco Cassano

Le rivoluzioni che hanno interessato il Nord Africa negli ultimi mesi testimoniano un deciso abbandono di quella visione integralista dei rapporti tra Occidente e mondo arabo che sembrava essersi tanto radicata dopo l’11 settembre. Tuttavia, le spinte democratiche difficilmente potranno prescindere da una collaborazione concreta con l’Europa e dal sostegno che solo questa può offrire allo sviluppo dell’area mediterranea.

Agenda. Superare una società immobile

Le reazioni sociali alla crisi cognitiva

di Carlo Donolo

Quali sono le ragioni delle recenti proteste giovanili, e specialmente di quelle della forza lavoro scolarizzata e precarizzata? Esse affondano le radici nella crisi cognitiva che è la chiave per comprendere la sindrome del declino italiano ed europeo. Difficile farsi ascoltare e trovare ascolto in una situazione bloccata tra bassa crescita e alto debito pubblico.

Dopo la distruzione (creatrice?)

di Mauro Magatti

I bassi livelli di produttività e di fiducia nelle istituzioni e nel futuro mostrano un paese sostanzialmente immobile. Ma se è vero che ogni trasformazione comporta un processo di “distruzione creatrice” dei vecchi sistemi prima di entrare nella fase di innovazione, allora bisogna guardare a quelle realtà (economiche, formative, sociali) che oggi si muovono con risultati positivi.

Agenda. Superare una società immobile

Sarà un paese per donne

di Olivia Guaraldo

Le manifestazioni del 13 febbraio hanno dato voce a un movimento a maggioranza femminile e slegato da una reale appartenenza partitica che, dopo anni di silenzio e un’incredibile reticenza di fronte al recente scandalo dell’intreccio tra sesso e politica, ha gridato l’indignazione delle donne nei confronti di un potere che ha fatto della mercificazione del corpo femminile una pratica comune e accettata dai più.

Agenda. Superare una società immobile

Giovani: la riscossa che non c’è

di Massimo Livi Bacci

I giovani italiani faticano a raggiungere l’indipendenza economica, hanno livelli di istruzione e di reddito inferiori rispetto ai coetanei europei e pesano sulla famiglia di origine anche dopo esserne usciti. Di chi è la “colpa”? Quali misure correttive si possono adottare? Sono domande che non prevedono facili risposte, ma che tuttavia testimoniano la necessità di superare il concetto di “politiche giovanili” per abbracciarne uno più ampio, che abbia come obiettivo lo sviluppo del paese.

Agenda. Superare una società immobile

Giovani e politica tra disinteresse e nuove forme di partecipazione

di Patrizio Caligiuri

Il declino delle grandi ideologie del Novecento e il superamento dei modelli economici e produttivi tradizionali hanno portato all’affermazione di tendenze individualiste nella società contemporanea e alla diffusione, soprattutto tra le nuove generazioni, di un atteggiamento di disinteresse e disillusione nei confronti della politica. La partecipazione è davvero diminuita o semplicemente si esprime in forme differenti? Quanto contano, in questo processo, i nuovi media, e come possono scardinare i meccanismi di una politica avvertita come obsoleta, distante e inefficace?

Agenda. Superare una società immobile

Giovani e nomadismo politico nella società 2.0

di Sara Bentivegna

La politica e la società contemporanee devono confrontarsi con una generazione di giovani che si identifica in forme di appartenenza e di rappresentanza diverse da quelle del passato. Più autonomi e creativi, meno strutturati e costanti, i nuovi mezzi di aggregazione e di partecipazione rifiutano le strutture dei partiti tradizionali, che devono cogliere l’occasione e fare di questi strumenti il canale privilegiato di coinvolgimento dei giovani.

Agenda. Superare una società immobile

I social network. Luoghi di concentrazione d’anime perse o nuovi luoghi di aggregazione sociale?

di Antonio Menniti Ippolito

Nel giro di poco tempo i social network sono diventati una realtà concreta e irrinunciabile per molti, anche in Italia. Nel mondo, poi, hanno dato prova di essere uno strumento di aggregazione estremamente efficace. La politica italiana non sembra averne compreso appieno il potenziale, e continua a usarli come strumento di mera propaganda. Nonostante l’impossibilità di prevederne le direzioni di sviluppo, quello dei social network è senz’altro un fenomeno rivoluzionario per la vita dei singoli individui e, forse, per quella dell’intera società.

Agenda. Superare una società immobile

Musica, strumento di democrazia

di Pierfrancesco Pacoda

In una società eterogenea e attraversata da diversità e contrasti come la nostra, la musica gioca un ruolo fondamentale di aggregazione e di confronto. Attraverso le rime dell’hip hop o i battiti della musica elettronica, i valori, le culture, le lingue si uniscono e grazie alla rete si diffondono; diventano accessibili a tutti e superano barriere geografiche e sociali, dando voce a chi sente il desiderio di farsi ascoltare.

Agenda. Superare una società immobile

Nuovi italiani in cerca di rappresentanza

di Roberta Ricucci

Partecipazione politica e immigrazione sono due elementi difficili da coniugare. L’attenzione agli immigrati si è concentrata sul loro essere soggetti funzionali all’economia italiana piuttosto che concittadini. L’avanzare della generazione dei giovani cresciuti in Italia impone la necessità di dar voce ai nuovi italiani per socializzazione, ma stranieri per passaporto.

Agenda. Superare una società immobile

Stranieri d’Italia: seconde generazioni e diritto di cittadinanza

di Igiaba Scego

La legge italiana sulla cittadinanza, fondata sullo ius sanguinis e non sullo ius soli, si scontra oggi con una società nuova, nella quale sempre più numerosi sono i figli di immigrati nati e cresciuti in Italia. Giovani italiani a tutti gli effetti che una legge obsoleta, alla quale finalmente un’iniziativa bipartisan propone di mettere mano, relega nella triste condizione di stranieri in casa propria.

Focus. L’Italia dopo la crisi

Back to square one. L’Italia del dopo crisi

di Luca De Benedictis

La crisi finanziaria ha inciso profondamente sulla dinamica degli scambi internazionali. L’Italia, come gli altri paesi industrializzati e non, ne ha subito gli effetti, che non si limitano al contraccolpo congiunturale dovuto alla contra - zione della domanda globale, ma si traducono in una selezione distorta tra le imprese che spesso penalizza quelle innovative. Ora che la crisi sembra alle spalle, quali ne sono stati gli effetti sulla struttura produttiva? Quali settori sono stati maggiormente toccati e quali sono gli scenari in cui le imprese si troveranno a operare?

Focus. L’Italia dopo la crisi

La crisi italiana nel mondo globale: investire sulle persone per tornare a crescere

di Patrizio Bianchi

La grande crisi ha portato a un ridisegno della produzione a livello mondiale, con il riposizionamento di fasi e cicli produttivi in quei contesti che appaiono più favorevoli per sviluppare le singole attività; la crisi italiana si accentua per un verso perché il numero di imprese in grado di operare da leader nel nuovo scenario è limitato e per l’altro perché politiche di progressivo depauperamento del capitale umano rendono meno attrattivo posizionare in Italia le fasi a più alto valore aggiunto dei cicli produttivi distribuiti a livello mondiale.

Focus. L’Italia dopo la crisi

Quale Italia dopo la crisi?

di Paolo Ferrero

La grande crisi ha portato a un ridisegno della produzione a livello mondiale, con il riposizionamento di fasi e cicli produttivi in quei contesti che appaiono più favorevoli per sviluppare le singole attività; la crisi italiana si accentua per un verso perché il numero di imprese in grado di operare da leader nel nuovo scenario è limitato e per l’altro perché politiche di progressivo depauperamento del capitale umano rendono meno attrattivo posizionare in Italia le fasi a più alto valore aggiunto dei cicli produttivi distribuiti a livello mondiale.

Focus. L’Italia dopo la crisi

Una crisi lunga trent’anni: vecchi problemi e nuovi modelli di sviluppo

di Silvano Andriani

Da circa quindici anni prima della crisi l’economia italiana è in una situazione di semistagnazione. L’origine di buona parte dei suoi problemi risale agli anni Ottanta: sistema politico in eterna transizione, debito pubblico doppio rispetto alla media europea, collasso del sistema delle grandi imprese. I governi della Seconda Repubblica non hanno saputo garantire alcun rilancio: particolarmente negative sono state le strategie seguite per le privatizzazioni e la flessibilizzazione del mercato del lavoro. Per assicurare la ripresa è necessario un diverso modello di sviluppo trainato dagli investimenti e fondato su un nuovo sistema di valori e di incentivi.

Focus. L’Italia dopo la crisi

Crisi dell’unità europea e politica economica nazionale: una nota

di Emiliano Brancaccio

Le tradizionali politiche di contenimento del bilancio pubblico e di deflazione salariale non solo non sono utili al superamento della crisi, ma anzi stanno contribuendo a un’ulteriore destabilizzazione della zona euro. È invece necessaria una politica macroeconomica alternativa, che riconosca il diverso ruolo di deficit pubblico ed estero, elabori standard retributivi a livello europeo e intervenga sulla struttura del sistema produttivo per aumentarne l’efficienza.

Focus. L’Italia dopo la crisi

La rivincita della codeterminazione

di Bruno Cattero

La tenuta occupazionale nelle imprese tedesche di fronte alla crisi è imputabile all’uso di diversi strumenti: dai patti aziendali alla flessibilità dell’orario di lavoro, dalla costituzione di apposite strutture interne all’azienda per la valorizzazione e la ricollocazione delle professionalità alla codeterminazione tra imprese e sindacati di un Piano sociale per la salvaguardia dei lavoratori. Al di là di facili entusiasmi e ideologizzazioni, la codeterminazione si è rivelata la carta vincente che ha permesso alla Germania di uscire dalla crisi addirittura più forte.

Focus. L’Italia dopo la crisi

Relazioni industriali e strategie sindacali: riflessioni sulla vicenda FIAT

di Lorenzo Bordogna

Le vicende della FIAT nell’ultimo anno hanno portato alla ribalta due problemi di ordine generale per le relazioni industriali italiane: quello della derogabilità del contratto nazionale e quello, probabilmente ancora più rilevante, del rispetto degli accordi. Regole chiare in entrambi gli ambiti sono essenziali, ma la loro efficacia non può prescindere da un minimo di condivisione tra i sindacati.

Focus. L’Italia dopo la crisi

Morte le PP.SS., viva le PP.SS.

di Riccardo Gallo

L’intervento pubblico diretto in economia è stato utilizzato in passato per fronteggiare le emergenze e spesso slogan suggestivi hanno coperto salvataggi arbitrari. Per superare la crisi senza ripetere errori già commessi il governo dovrebbe progettare un recupero di competitività del sistema produttivo nazionale, questione che il “decreto sviluppo” recentemente varato dal governo non affronta.

Focus. L’Italia dopo la crisi

Come prima, più di prima. Le donne e le conseguenze della crisi

di Margherita Sabrina Perra

A dispetto dell’ottimismo sbandierato da certa retorica politica, i dati parlano chiaro: la condizione delle donne italiane nel mondo del lavoro si colloca a livelli vergognosamente bassi rispetto alla media europea. Servono azioni politiche forti, che in primo luogo riconoscano, e poi condannino, la violazione dei diritti di cittadinanza sociale che di fatto le donne subiscono, favorendone l’integrazione nel mondo del lavoro con pari dignità, retribuzione e diritti rispetto agli uomini.

Focus. L’Italia dopo la crisi

Innovare per ricominciare a crescere

di Lilia Infelise

Perché l’Italia e in particolare il Mezzogiorno tornino a crescere sono necessarie misure straordinarie che inneschino una vera e propria rivoluzione in più settori: nel sistema educativo e formativo innanzitutto, nella pubblica amministrazione, nella gestione delle risorse, nei modelli di produzione e di consumo. Un cambiamento radicale strettamente connesso a un mutamento di prospettiva che riporti al centro l’attenzione per la persona e la valorizzazione delle risorse umane, vera ricchezza di un paese.

Focus. L’Italia dopo la crisi

Giovani imprese ad alta tecnologia e crisi: quali strategie per navigare nella tempesta?

di Massimo G. Colombo, Evila Piva e Cristina Rossi Lamastra

Quali strategie sono state messe in atto dalle giovani imprese ad alta tecnologia per affrontare la crisi? E quali effetti hanno avuto tali strategie sulla crescita? La misura più efficace per navigare nella tempesta è stata l’investimento in innovazione. A fronte di questo, però, per il momento in Italia sembrano mancare o essere inadeguate le politiche pubbliche di sostegno a questo tipo di investimenti.

Focus. L’Italia dopo la crisi

Se l’Italia ha fame... di cultura

di Martino Patti

Negli ultimi anni abbiamo assistito a un drastico disimpegno dello Stato nel sostegno al sistema culturale italiano nel suo complesso. A fronte di questa politica, i cui effetti fallimentari non hanno tardato a manifestarsi, si rafforza nella società civile la domanda di cultura. È un bisogno rimasto spesso inascoltato, che meriterebbe un’adeguata valorizzazione da parte delle istituzioni.

Focus. L’Italia dopo la crisi

Sostenere la cultura per tornare a crescere

di Francesca Colombo

La macchina della cultura italiana è senza dubbio una delle motrici che spingerà l’Italia fuori dalla crisi attuale. La ricaduta, non solo economica, delle energie sprigionate dalla cultura e dallo spettacolo avrà un ruolo importante per lo svecchiamento e la rinascita del nostro paese. Uno slancio progettuale e una visione collettiva del futuro ci possono aiutare a uscire da una fase critica.

Le idee

Energia e geopolitica. Un nuovo paradigma per l’Europa

di Mauro Ceruti

Con l’emergenza di Fukushima anche in Italia si è riproposta la cruciale questione dell’utilizzo del nucleare: è una risorsa energetica utilizzabile sul lungo periodo? È davvero sicuro? Ma soprattutto: è necessario? Più che un settore nel quale investire risorse economiche e umane, il nucleare dovrebbe piuttosto rappresentare un “ponte” verso l’utilizzo di energie rinnovabili. Servono però politiche e investimenti mirati, in un quadro di collaborazione tra paesi che ad oggi manca, soprattutto in Europa.

Dizionario civile

Beni culturali

di Antonio Paolucci

Quando diciamo “beni culturali” (l’espressione è diventata ufficiale con la nascita del ministero di Spadolini ma era entrata nell’uso già negli anni Sessanta dello scorso secolo, al tempo della Commissione Franceschini) diciamo tutto e niente. Perché sono beni culturali i Tiziano e i Caravaggio della Galleria Borghese, i palazzi rinascimentali di Venezia, i codici miniati della Biblioteca Laurenziana di Firenze, ma possono esserlo anche le scatole di fiammiferi e i manifesti pubblicitari vecchi di qualche decennio.

Dizionario civile

Costituzione

di Maurizio Fioravanti

Il termine-concetto di “Costituzione” ha una storia lunga, che lo ricollega in origine all’antichità classica, per poi svolgersi nei secoli dell’età di mezzo. Noi ci limiteremo qui ai significati che la Costituzione assume a partire dalle rivoluzioni della fine del XVIII secolo. Prendiamo le mosse da un testo celebre: la “Dichiarazione dei diritti dell’uomo e del cittadino”, del 26 agosto 1789. All’articolo 16 leggiamo: «La società in cui la garanzia dei diritti non è assicurata, né la separazione dei poteri determinata, non ha Costituzione ».

Dizionario civile

Eguaglianza

di Susanna Camusso

Parlare di eguaglianza oggi appare molto difficile. Spesso viene descritta come un concetto antico e superato. Si sente diffidare dell’idea di eguaglianza come se si trattasse di un’ideologia del secolo scorso: un lascito da superare in nome di una modernità non meglio precisata. Invece l’idea di eguaglianza è di grandissima attualità se è vero che l’eguaglianza dei diritti, l’eguaglianza dei doveri, l’eguaglianza di fronte all’autorità dello Stato devono essere quotidianamente esercitate e difese persino nelle democrazie occidentali.

Rivisitare l’Italia nei suoi 150 anni

Pane di Stato

di Gaetano Savatteri

I figli delle graduatorie si riconoscevano a settembre. In apparenza erano uguali agli altri, abbronzati al termine dell’estate, cresciuti di qualche centimetro in altezza, le ginocchia sbucciate per i ruzzoloni in bici, eppure nei loro occhi avresti potuto notare una leggera incertezza, un’ansia tremula, un indefinito timore. | di Gaetano Savatteri

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