Insegna Diritto costituzionale italiano e comparato all’Università di Roma “La Sapienza”
Le recenti elezioni parlamentari hanno prodotto il terzo terremoto elettorale della storia repubblicana dopo quelli del 1975-76 e del 1994, cui è seguita la liquefazione del sistema politico-partitico che ha segnato la vita della cosiddetta “seconda Repubblica”. Il quadro che ne è scaturito, con tre forze più rilevanti di cui nessuna in grado di formare autonomamente un governo e dagli interessi inconciliabili ha generato una situazione di impasse rispetto a tutte le principali questioni dell’agenda politica nazionale, prima fra tutte la riforma elettorale. Quali prospettive e pericoli possono nascere dalla situazione attuale?
Il dibattito sulla riforma elettorale, fortemente condizionato dall’imminente referendum, si concentra nel proporre soluzioni per una situazione che sembra avvitarsi in maniera sempre più complicata e perigliosa. La discussione in corso (ri)affronta l’argomento dell’innovazione istituzionale sulla base dei modelli di altri ordinamenti. Il riferimento alla meccanica e alla logica di applicazione dei sistemi elettorali tedesco e spagnolo deve essere visto prima di tutto nel contesto di riferimento e poi in funzione della sua applicazione in ambito italiano.