Domande ancora senza risposta

Di Alfredo Reichlin Venerdì 07 Settembre 2018 11:39 Stampa

[…] Dobbiamo affrontare le ragioni più di fondo di una situazione che vede troppo indebolita la nostra capacità di coalizzare il complesso mondo che si oppone alla destra. E ciò per tante ragioni (errori, divisioni: si può elencare) ma soprattutto per una che a me sembra fondamentale e sulla quale mi piacerebbe molto discutere. Noi non riusciamo ancora a collocare la sinistra di governo in un orizzonte storico (storico, non ideologico) tale per cui si cominci a vedere il profilo di un soggetto politico davvero nuovo, più largo, che ritrova capacità di guida e di unificazione non solo per la forza dei suoi programmi – cosa essenziale – ma del suo pensiero, del suo progetto di futuro. Un nuovo pensiero riformista paragonabile per la sua forza a quello che si espresse nell’invenzione dello Stato sociale. Io questo non lo vedo ancora. Penso perciò che è tempo di ridefinire il riformismo come la risposta non solo a Berlusconi ma a ciò che ci chiedono le generazioni del Duemila. E che sono domande nuove, anche drammatiche, di libertà, di sicurezza, di giustizia. Domande di una dimensione della politica. Che succede se a queste domande non rispondiamo noi con un progetto di europeizzazione dell’Italia essendo questo il solo modo per difendere il suo potenziale umano e il suo patrimonio civile ed economico? Succede quello che già vediamo. Che risponde la destra con un modello autoritario in cui populismo e nazionalismo beceri (“Dio stramaledica gli inglesi!”) si associano alla difesa corporativa di un capitalismo straccione.

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