Le tante vite di Bernard Tapie

Di Gianni Marsilli Martedì 18 Giugno 2019 15:58 Stampa

Più che un imprenditore, è un capogiro. Più che un politico, è un torcicollo. Seguirlo nelle sue peripezie giudiziarie fa venire le vertigini, ci si perde come in un labirinto. Attribuirgli un colore politico è rischioso come una puntata alla roulette. Anche oggi che conta 76 giri di valzer, convive con due tumori e ha appena ritrovato il suo ciuffo, per quanto incanutito, dopo l’offesa della chemioterapia. Bernard Tapie, detto Nanard, è così. O meglio “i” Bernard Tapie sono così. Perché ce ne sono una diecina, forse di più. Si assomigliano come gocce d’acqua, ma non vanno confusi. C’è il cantante pop degli anni Sessanta, che voleva rivaleggiare con Johnny Hallyday e Françoise Hardy e gorgheggiava alla TV in bianco e nero con quella bella faccia da mascalzone, un tocco di Belmondo nel sorriso ampio e uno di Delon nello sguardo duro a piacere. Lui spopolò, la sua canzonetta no.

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