insegna Scienza delle finanze all’Università di Modena e Reggio Emilia.
Anni di lavoro e sperimentazione per la messa a punto di una misura efficace di contrasto alla povertà hanno portato, all’inizio dello scorso marzo, alla nascita del reddito di inclusione, uno strumento certo ancora perfettibile, che offre una copertura non universale e che al momento può contare su risorse purtroppo insufficienti, ma grazie al quale, pur non avendo garanzia di uscire dalla povertà, molte famiglie potranno vedere ridursi significativamente la soglia delle loro deprivazioni. Quali sono le caratteristiche di questa misura, i suoi criteri di applicazione e di selezione dei beneficiari?
La crisi economica ha ridotto in media i redditi di tutte le famiglie italiane, soprattutto quelle con i redditi più bassi. Se è possibile affermare che, in termini assoluti, c’è stato un impoverimento della classe media, la stessa cosa non può però essere detta in termini relativi, visto che la distanza fra poveri e classe media non sembra essere diminuita. Nella crisi un ruolo determinante è stato giocato, ancora una volta, dalla famiglia, che ha funzionato da ammortizzatore sociale.