Un nuovo equilibrio tra Stato e mercato

Written by Redazione Wednesday, 19 May 2021 10:18 Print

Dialogo tra Pier Luigi Bersani, Gianluca Busilacchi, Roberto Gualtieri, Giuseppe Provenzano, Valeria Termini, Vera Zamagni.

Il nuovo presidente degli Stati Uniti Joe Biden ha lanciato il più grande programma di investimenti pubblici dal tempo del New Deal rooseveltiano ai giorni nostri. Non limitandosi a questo egli ha sottolineato che il piano sarà finanziato non solo dall’aumento del debito pubblico, ma anche da una maggiore tassazione sulle imprese e sulla rendita finanziaria. Consapevole della difficoltà di tassare le grandi società multinazionali Biden ha proposto una soglia minima della tassazione sulle imprese a livello mondiale. Nei giorni scorsi il presidente ha messo in discussione la proprietà intellettuale delle grandi case farmaceutiche sui brevetti per i vaccini rispondendo così positivamente alla richiesta dei paesi più poveri.
Con grande determinazione gli USA si muovono sulla strada che, con maggiore timidezza, l’Unione europea aveva già intrapreso. La decisione di lanciare il programma Next Generation EU, finanziandolo anche con bond europei, la sospensione delle regole dell’austerità e del Patto di stabilità, l’accantonamento dei vincoli imposti contro gli aiuti di Stato segnano una svolta profonda delle politiche europee nella direzione auspicata dai progressisti, ormai da diversi anni. La pandemia sembra dunque aver travolto i dogmi dell’ortodossia neoliberista che avevano sostanzialmente resistito anche alla scossa della grande crisi finanziaria ed economica del 2007-08. Dopo che per molti anni si era teorizzata la riduzione del ruolo dello Stato rispetto al mercato, sono proprio gli Stati nazionali che tornano ad essere protagonisti della ripresa economica e che tornano ad esercitare un ruolo primario di stimolo e di indirizzo dello sviluppo.
Si tratta di una fase nuova che determina aspettative e speranze ma anche grandi interrogativi. Innanzitutto, penso particolarmente all’Unione europea, ci si domanda se questa svolta sarà irreversibile o non rappresenti piuttosto una parentesi di scelte rese necessarie dall’emergenza drammatica che stiamo ancora vivendo. In secondo luogo si propone un interrogativo ancora più profondo e radicale. In altri momenti storici l’azione massiccia dello Stato ha finito sostanzialmente per consolidare gli assetti di potere, i rapporti sociali e i modelli produttivi esistenti. Ciò di cui vi è bisogno oggi è invece una svolta radicale, che l’azione pubblica deve essere in grado di imprimere, nel senso dell’innovazione, ma anche e soprattutto nel senso della sostenibilità e di una maggiore eguaglianza. Diventa cioè importante il segno che le forze di progresso saranno in grado di imprimere a una stagione in cui il ruolo di guida della politica torna a essere determinante. Con il saggio di Franco Gallo e con il dibattito che segue abbiamo voluto contribuire a una riflessione su questi temi cruciali.

Massimo D’Alema



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