Francesco Clementi

Francesco Clementi

Insegna Diritto pubblico comparato all’Università degli Studi di Perugia.

La funzione pubblica dei partiti politici e le modalità del loro finanziamento

Il legame che intercorre tra politica e finanziamento pubblico è frutto dell’evoluzione storica dei sistemi politici dei singoli paesi e della
funzione che essi attribuiscono ai partiti. Si distinguono, a questo proposito, diversi modelli: da quelli a bassa interazione, come il modello statunitense, in cui la funzione del partito diventa rilevante principalmente in vista del momento elettorale, a quelli ad elevata
interazione, come il modello tedesco, in cui alla funzione di organizzazione e sostegno alla politica svolta dai partiti viene riconosciuto un valore in sé, meritevole quindi di sostegno anche economico. Quale funzione attribuire ai partiti nell’Italia di oggi? E, di conseguenza, quale sistema di finanziamento preferire?

Finanziare una democrazia poliarchica per non alimentare il populismo

La necessaria esistenza di un finanziamento pubblico come garanzia minima di uguaglianza delle chances di partecipazione di tutti alla vita politica non può non vedere oggi un favore per un finanziamento privato della politica nel mercato delle idee. Questa scelta, comune a tutte le maggiori liberaldemocrazie, può trovare pieno senso, però, soltanto se, da un lato, si avrà il coraggio di dare una disciplina giuridica ai partiti politici e, dall’altro, sarà intensifi cato e molto migliorato il regime dei controlli al loro interno, incentivando del pari tutti gli strumenti e le politiche proprie di un’etica pubblica, nello spirito di una democrazia autenticamente aperta, trasparente e poliarchica.

Un governo di legislatura stabile ed efficiente. A proposito di Costantino Mortati e di premierato

All’interno di quella che è stata definita come una lenta conversione maggioritaria, l’approdo di Costantino Mortati al «governo di legislatura», al cosiddetto premierato, avviene, essenzialmente, in tre tempi, scandito da tre diverse pubblicazioni: le Lezioni, l’intervento nel dibattito sulla rivista «Gli Stati» (cioè il testo che qui si presenta, sebbene in forma ridotta), il Commento all’art. 1 della Costituzione.

L'altra faccia della riforma elettorale: le modifiche che dovrebbero affiancarla

Per ricucire la distanza tra governanti e governati non basta la riforma del sistema di voto ma è necessario un approccio multilivello che miri ad intervenire, in maniera ampiamente condivisa, in almeno tre grandi aree: riforme costituzionali; riforma dei regolamenti parlamentari; riforma della politica tout court. Eludere ciò vorrebbe dire lasciare il sistema di governo del nostro paese profondamente squilibrato e senza adeguate protezioni, alimentando la distanza tra elettori e classe politica e quindi il pericoloso vento caldo dell’antipolitica.