Il tema della attuazione del cosiddetto “regionalismo differenziato” si intreccia ormai da tempo, nelle riflessioni della dottrina costituzionalistica, con quello – assai più risalente – della crisi delle autonomie speciali e dei tentativi di ripensare le ragioni e le pro¬spettive di tale specialità. La necessità di individuare i limiti costituzionali “comuni” all’asimmetria delle forme e condizioni dell’autonomia regionale, quale presidio dell’unità e dell’indivisibilità della Repubblica, sembra costituire il punto di congiunzione della riflessione sui due temi e, al tempo stesso, la base indispensabile su cui fondare una prognosi comples¬siva del futuro del nostro regionalismo.
Nel quadro delle novità introdotte con la riforma del Titolo V della Costituzione, il contributo affronta il tema del regionalismo differenziato, chiarendone la nozione e proponendone una lettura in chiave di prospettiva sistemica in grado di fornire una ricostruzione nuova del complessivo assetto delle autonomie regionali nell’ordinamento repubblicano.