Gianni Pittella

Gianni Pittella

è Vicepresidente del Parlamento europeo.

Bilancio dell’UE: un pericoloso passo indietro

Per la prima volta nella storia dell’integrazione, il Consiglio europeo ha raggiunto un accordo sul prossimo quadro finanziario pluriennale che prevede un bilancio inferiore rispetto a quello degli anni precedenti. Un taglio in linea con le politiche di austerità perseguite da molti governi europei che avrà un impatto negativo sulla crescita e lo sviluppo dell’UE.

Il rigore non basta a stimolare la crescita

La riforma della goverance economica dell’Unione europea costituisce un passo molto importante. Eppure essa non fornisce gli strumenti necessari a stimolare gli investimenti. Il Parlamento europeo chiede che al rigore dei conti si accompagnino riforme in grado di stimolare la ripresa.

L'Europa della Strategia e del Trattato di Lisbona

Il Trattato di Lisbona offre agli Stati dell’Unione europea un’occasione da non perdere. Se attuati pienamente e a breve termine, infatti, gli strumenti previsti dal Trattato potranno contribuire a dare nuovo slancio al processo di integrazione e, per quanto concerne in particolare il processo legislativo, presenteranno ai cittadini europei, ai partiti politici e ai Parlamenti nazionali nuove opportunità di partecipazione.

Il Mezzogiorno tra Europa e Mediterraneo

Aprire un orizzonte strategico per il Mezzogiorno costi­tuisce oggi un punto di partenza fondamentale per il ri­lancio dell’intero paese. Convergenza con il resto del pae­se e con l’Europa in termini di standard di servizi essen­ziali, infrastrutture e competitività rispetto all’area euro­mediterranea possono e devono costituire oggi i pilastri sui quali marcare la specificità del Mezzogiorno nel qua­dro continentale e nazionale. Nella prospettiva strategi­ca e di convergenza del Mezzogiorno sta la stessa possi­bilità di recupero di competitività del Centro-Nord e dun­que dell’intera Italia, come del resto è già avvenuto, con premesse ed esiti diversi, nel rilancio italiano del secondo dopoguerra. 

Europa: un bilancio deludente

Molti hanno cantato vittoria per l’accordo raggiunto tra i 25 governi dell’Unione sulle «Prospettive finanziarie 2007-2013». Ma questo entusiasmo è, onestamente, fuori luogo. L’intesa trovata non ci mette nelle condizioni di poter parlare di un ilancio che rappresenti un punto di svolta, o uno strumento politico di artenza, per la costruzione dell’Unione del futuro. La battaglia negoziale svoltasi a Bruxelles è apparsa, tanto agli addetti ai lavori quanto a quella parte di opinione pubblica che segue con attenzione tali vicende, più una competizione feroce tra interessi nazionali e privilegi tanto consolidati quanto inaccettabili, che un momento storico fondamentale per rilanciare un processo di integrazione che
appare vivere una preoccupante fase di stallo se non di arretramento.