La storia d’Italia nel romanzo della sua canzone

Di Eugenio Marino Martedì 17 Aprile 2018 16:55 Stampa

Che cos’è stata l’Italia dal secondo dopoguerra fino agli anni Duemila? Da dove venivamo e dove stavamo andando? Cos’erano e cosa volevano gli italiani? Chi li rappresentava e come? Sembrerebbero domande da storico, o da politico. E forse lo sono. Ma le risposte non necessariamente vanno cercate solo nei libri di storia, nei programmi dei partiti o nell’azione dei governi. Spesso queste risposte possono trovarsi dove uno non le immagina. Ad esempio nella musica. Sì, perché l’Italia è il paese della musica, il paese dove tutti, storicamente, cantavano: nei mercati, durante i lavori domestici, nelle botteghe degli artigiani, sotto la doccia, ai matrimoni, intorno a un fuoco sulla spiaggia, nelle cene tra amici, sotto le finestre delle innamorate, nelle feste dei patroni, sui luoghi di lavoro, durante gli addestramenti militari o nelle marce di guerra (soprattutto della Resistenza), a scuola. E si cantava di tutto: dalle canzoni d’amore a quelle politiche e di protesta, dagli stornelli a dispetto a quelli satirici, dalle canzoni dal linguaggio aulico a quelle dialettali.

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