Il cemento sovranista del gruppo di Visegrad

Di Paolo Soldini Venerdì 16 Novembre 2018 11:58 Stampa

Nel febbraio del 1991 i leader di Ungheria, Polonia e Cecoslovacchia decisero di creare qualcosa che tenesse insieme le loro ragion d’essere mentre l’Unione Sovietica si inabissava nel caos e il Patto di Varsavia era bello che morto. Per riunirsi scelsero una cittadina sulle rive del Danubio, dove il fiume piega a Sud verso Budapest. Lo fecero con un certo senso della storia: a Visegrad che già nel nome, più slavo che ungherese, evoca destini comuni, s’era tenuto più di sei secoli e mezzo prima, un altro consesso con gli stessi obiettivi. Nel 1335 Carlo Roberto I d’Angiò, re d’Ungheria, Giovanni I di Boemia e Casimiro III di Polonia avevano cercato di dipanare i fili intricati degli interessi dinastici e delle controversie religiose, etniche e linguistiche per garantire la pace in quella parte della cristianità.

 

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