Venerdì 14 ottobre, a Torino, l’Associazione Lavoro&Welfare e Italianieuropei organizzano il convegno “Lavoro e Riforme”. Intervengono Cesare Damiano, Giorgio Merlo, Carlo Chiama, Matteo Orfini.
La Costituzione e Montesquieu dimezzato di Cesare Pinelli
Governo versus Parlamento di Michela Manetti
Divisione dei poteri e ruolo delle istituzioni di garanzia di Luciano Violante
Centralità del Parlamento o centralità del governo? di Emanuele Rossi
Governabilità, rappresentanza, democrazia di Oreste Massari
L’ascesa dell’esecutivo monocratico di Mauro Calise
La rappresentanza degli interessi e l’ipertrofia degli esecutivi di Gianmario Demuro
L’evoluzione del ruolo dei presidenti di Assemblea: ancora “uomini della Costituzione”? di Nicola Lupo
Quale Stato di diritto? di Antonio Ingroia
I rapporti tra i poteri dello Stato e l’espansione del giudiziario di Giovanni Di Cagno
La “presa” del governo sul sistema televisivo di Filippo Donati
Media e potere: l’anomalia italiana di Massimo Giannini
L’India: strategie di politica estera e prospettive di crescita di Antonio Armellini
Unione europea e India: un ritardo da colmare di Gareth Price
India e Cina: lo sviluppo nella diversità di Romeo Orlandi
Le aziende italiane in India di Sauro Mezzetti
I nuovi equilibri della politica indiana di Sandro Gozi
La complessità del percorso democratico in India di Francesca Marino
Le comunità religiose dell’India di Mario Prayer
L’India e le sue minoranze di Antonio Menniti Ippolito
La crisi e la sinistra europea di Salvatore Biasco
Dopo la crisi: riflessioni e prospettive di Vincenzo Visco
Società civile di Giuseppe Vacca
Napoleone Colajanni: un contributo misconosciuto di Matteo Lo Presti
Il lavoro e le riflessioni di Napoleone Colajanni si caratterizzano per la capacità di analisi e di lettura del reale, al di là degli schieramenti e delle logiche di partito: a cinque anni dalla scomparsa, la sua preziosa eredità costituisce una ricchezza alla quale attingere per ripensare con coraggio al ruolo della sinistra nell’attuale congiuntura economica.
La crisi alimenta nei cittadini-elettori paure che la destra ha saputo intercettare e utilizzare a proprio vantaggio mentre la sinistra progressista non ha saputo darvi risposta. Fin quando la sinistra non si doterà di una nuova strategia per la ripresa che consenta di uscire dalle secche della crisi e di porre le basi per una fase di ripresa sostenuta non potrà ritornare ad essere vincente.
Il 13 e 14 dicembre la Fondazione Italianieuropei partecipa al “Leaders Meeting” organizzato a New York dal Center for American Progress, che riunisce ex leader e nuove promesse della politica, rappresentanti di think tank e di istituzioni progressiste provenienti dal continente americano, dall’Europa, dall’Africa, dall’Asia e dall’Australia.
La sensazione è che vincerà David, il più anziano dei due fratelli Miliband oggi in corsa. Il più giovane Ed, forse il più insidioso fra i concorrenti, sconta infatti la sua supposta mancanza di esperienza (è al Parlamento solo dal 2005).
Quasi ogni giorno vengono pubblicati dati allarmanti che testimoniano dei gravi effetti della crisi sull’occupazione e sul sistema produttivo europeo. Con questo rapido precipitare della situazione contrasta l’atteggiamento delle istituzioni comuni e delle forze politiche del continente, a testimonianza del fatto che l’Unione Europea è oggi alle prese con una crisi che, nel suo caso specifico, da finanziaria si sta progressivamente trasformando in economica, sociale e quindi politica.
“Le forze socialdemocratiche sono chiamate ora a ripensare se stesse, a rimettersi in gioco con coraggio, sforzandosi di leggere la realtà attraverso categorie nuove e di elaborare su questa base politiche innovative”. Del futuro della socialdemocrazia europea, delle radici culturali e dei principi ispiratori delle forze progressiste del continente, del contributo che le fondazioni riformiste possono offrire per ridefinirne strategie, cultura politica e visione del futuro, in un articolo apparso sul Foglio lo scorso 24 giugno.
A un anno dall’elezione di Barack Obama alla presidenza degli Stati Uniti è possibile trarre un bilancio sull’evoluzione più recente del partito democratico americano. Il “liberalismo non ideologico” dei democratici, rivelatosi vincente nella contesa elettorale, dovrà affrontare la sfida del governo e, soprattutto, l’opposizione tenacemente ideologica del partito repubblicano. | Di Sergio Fabbrini e Ray La Raja
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Dove va l'Europa? | L'approssimarsi del voto per il rinnovo del Parlamento europeo impone una riflessione sulle proposte su cui i partiti e le famiglie politiche europee si confronteranno | Leggi tutto