La rivista - Italianieuropei

Dove va l'Europa? Presentazione Italianieuropei 1/2024

Mercoledì 27 marzo alle ore 18:00, la Fondazione Italianieuropei ha organizzato la presentazione dell'ultimo numero della rivista Italianieuropei in un incontro in diretta streaming dal titolo "Dove va l'Europa?"

Migrazioni, da emergenza a opportunità. L'eredità della presidenza di Giorgio Napolitano. Italianieuropei 4/2023

Migrazioni, da emergenza a opportunità | La retorica prevalente nel dibattito pubblico in materia di migrazioni utilizza ormai da anni parole atte a descriverlo come un fenomeno dai tratti emergenziali. La realtà, invece, ci dice non solo che si tratta di un fenomeno che da sempre accompagna lo sviluppo della società umana, che i grandi flussi migratori mondiali si compiono su rotte e a latitudini diverse da quelle mediterranee, che dove i percorsi di integrazione funzionano l'incontro tra culture si tramuta in reciproco arricchimento, ma soprattutto che l'apporto degli immigrati è essenziale per garantire un futuro di benessere a una società demograficamente in declino ed economicamente stagnante come quella italiana.

L'eredità della presidenza di Giorgio Napolitano | La vicenda politica e istituzionale di Giorgio Napolitano si è intrecciata a doppio filo con quella dell'Italia repubblicana e con la costruzione della democrazia nel nostro paese, rappresentando per la sua generazione e per quelle più giovani un eccezionale esempio di impegno, rigore e coerenza. La sua esperienza alla presidenza della Repubblica ha costituito un punto di svolta nel modo di intendere il ruolo e interpretarne le funzioni con il quale tutto il mondo politico italiano è stato ed è chiamato a confrontarsi.

L’Europa di fronte alle migrazioni internazionali

Assistiamo da alcuni anni a un’accelerazione dei movimenti migratori verso l’Europa, soprattutto dai paesi del Sud e dell’Est del Mediterraneo, dall’Asia e dall’Africa, a causa delle crisi sociali, politichee umanitarie che scuotono queste regioni del mondo. L’arrivo
in Europa di migliaia di persone in cerca di protezione o di migliori prospettive economiche per sé e per le loro famiglie chiama in causa i cittadini, crea un dibattito centrale nelle nostre società e divide le opinioni pubbliche europee.
Numerose domande vengono sollevate riguardo a un fenomeno drammatizzato dai media di massa, che spinge a formulare una serie di domande: qual è l’entità reale dei movimenti migratori attuali?

Legislazione e dibattito su asilo e migrazione lavorativa in Germania

La Germania è nota per la sua reazione iniziale alla cosiddetta “crisi dei rifugiati” del 2015-16. Mentre l’arrivo di un gran numero di rifugiati siriani in Europa evidenziava che il Sistema comune europeo di asilo (CEAS) non stava funzionando, la Germania ha scelto di accoglierne molti. Inizialmente c’è stata una grande apertura all’accoglienza, ma presto è diventato evidente l’onere di questa accoglienza sugli Stati federali e sulle amministrazioni pubbliche. A livello europeo, gli Stati membri sono stati toccati in misura variabile dal fenomeno, e un irrigidimento dei toni in materia di migrazione è diventato evidente in tutta l’UE con il crescente successo elettorale dei partiti populisti di destra.

L’inadeguatezza del governo Meloni in tema di migranti

La politica del governo Meloni sul tema dell’immigrazione si è rivelata del tutto fallimentare sia se pensiamo alle ciniche promesse fatte in campagna elettorale, sia dal punto di vista della gestione del fenomeno. A questo tema il governo ha dedicato ben quattro decreti e una dichiarazione di stato di emergenza.
Di tutti questi provvedimenti, il quarto decreto è, con ogni probabilità, il peggiore di tutti. È il peggiore perché si accanisce contro le e i minori non accompagnati, cioè i soggetti più fragili. Parlano di “falsi minori” per sottrarre ad adolescenti le tutele previste dalle convenzioni internazionali, dalle direttive UE, ma anche dalle nostre leggi.

L’apporto dell’immigrazione all’economia italiana

Stiamo attraversando un periodo di grande cambiamento sociale ed economico. Nuovi conflitti, transizione ecologica, pandemia,
problematiche demografiche: tutti eventi che richiedono una profonda riflessione su come evolverà il futuro. Per riuscire a sostenere questi cambiamenti saranno necessarie nuove competenze e nuovi talenti e, per questo, la Commissione europea ha proclamato il 2023 “Anno europeo delle competenze”. Da queste considerazioni si sviluppa la XIII edizione del “Rapporto annuale sull’economia dell’immigrazione”, curato dalla Fondazione Leone Moressa ed edito da Il Mulino.

Il contributo dell’immigrazione nel contrasto all’inverno demografico italiano

Dopo decenni di imperdonabile disattenzione, la questione demografica si è finalmente affermata nell’agenda pubblica e di governo. Le ragioni e le dimensioni dell’“inverno demografico” che attanaglia l’Italia sono note: da un lato la straordinaria longevità degli italiani, che li ha portati a raggiungere una aspettativa di vita pari a 83 anni; dall’altro un tasso di natalità attestato, dalla fine degli anni Settanta, al di sotto del livello di sostituzione (definito poco sopra i 2 figli per donna). Per quanto salutari e assolutamente indispensabili, gli interventi a sostegno della genitorialità – introdotti a livello istituzionale ma anche, sempre più spesso, attraverso
iniziative di welfare aziendale – arrivano troppo tardi per correggere un trend praticamente irreversibile, almeno nel breve-medio periodo.

In mare si è tutti uguali

Il ricordo del naufragio di Lampedusa, nel suo decennale, tiene assieme passato e presente e lo sguardo che mi appartiene: quello di cittadino e medico di Lampedusa impegnato per trent’anni nelle visite dei migranti e oggi europarlamentare nel Gruppo Socialisti e Democratici. Guardare alla migrazione da Lampedusa significa assumere una prospettiva che parte dal mare e dalle sue leggi universali. Sono figlio di pescatore e una delle prime cose che mio padre mi ha insegnato da bambino è stato il rispetto per il mare e per chi in mare rischia la vita. A Lampedusa la legge del mare, quel testo non scritto che distingue gli uomini in naviganti e naufraghi, la conoscono tutti. È una legge naturale che annulla ogni differenza per tutelare il bene primario: la vita delle persone.

Immigrazione e integrazione fra Unione europea e Italia

Uno degli aspetti decisivi legati alla gestione dei flussi migratori è indubbiamente rappresentato dalle politiche di integrazione dei cittadini stranieri che Unione europea e Stati membri sono e saranno in grado di adottare. La questione va necessariamente letta, oggi, anche nell’ottica della società multiculturale e del multiculturalismo, espressione che, in estrema sintesi, sta a indicare la presenza di diverse culture in uno stesso contesto sociale. Al di là delle valutazioni riguardo alle cosiddette politiche multiculturali e delle possibili accezioni negative del concetto di multiculturalismo, la presenza di diverse e molteplici culture all’interno degli Stati europei va, al giorno d’oggi, registrata come un fenomeno empirico, un dato di fatto.

Multiculturalismo e integrazione: quale modello per l’Italia?

Quella dell’integrazione è una delle sfide epocali che le società europee si sono trovate a dover fronteggiare nell’era della globalizzazione e dei grandi fenomeni migratori. Le nuove minoranze che scelgono di costruire la propria vita in Europa spesso si definiscono secondo una scala di valori, principi e diritti divergente rispetto a quella a cui aderisce la maggioranza “ospitante”, portando così a quello che è stato descritto da alcuni come un “incontro” e da altri come uno “scontro” tra culture.
Per il costituzionalista, il problema dell’integrazione è riducibile, in ultima analisi, a una questione di bilanciamento tra due diversi
beni giuridici.
Prec.
1