Edoardo Zanchini

Edoardo Zanchini

è direttore dell’Ufficio Clima del Comune di Roma.

La transizione ecologica ed energetica al bivio della guerra in Ucraina

Cosa accadrà delle politiche energetiche e ambientali europee in un quadro di perdurante incertezza e aumento dei prezzi per la guerra in Ucraina e per la riduzione degli scambi di gas con la Russia? Analizzare i possibili scenari risulta quanto mai difficile perché ci troviamo in una situazione senza precedenti, dove alla necessità di individuare quanto prima alternative efficaci per gli approvvigionamenti si somma una oggi ineludibile valutazione delle conseguenze che le scelte su impianti e reti avranno sugli impegni climatici. A complicare il già difficile quadro, quasi a ricordare lo scenario che si sta accelerando, un’estate torrida con una siccità che ha avuto effetti impressionanti sulla portata dei fiumi e quindi a catena sul funzionamento di centrali nucleari, termoelettriche e idroelettriche.

 

Le contraddizioni del Coronavirus non fermeranno il cambiamento green

Il ciclone Coronavirus ha messo in ginocchio l’economia e rimesso in discussione molte convinzioni, di vicinato e geopolitiche, accademiche e di vita quotidiana. Chi poteva immaginare che si sarebbe cancellato il Patto di stabilità europeo o che persino il “Financial Times” arrivasse a chiedere un ruolo maggiore della mano pubblica per uscire dalla crisi? Di sicuro non si poteva prevedere che dopo mesi di attenzione internazionale sull’inquinamento dei mari dovuto alla plastica si passasse a utilizzare ogni giorno milioni di guanti usa e getta per difendersi dal contagio.

Nodi e opportunità dell’economia circolare

Se ci si allontana dalla cronaca sulle emergenze rifiuti di Roma e Palermo, dalle polemiche su inceneritori e discariche, la situazione italiana nel percorso verso l’economia circolare appare piuttosto interessante da diversi punti di vista.
Innanzitutto perché il nostro paese, pur tra tante contraddizioni, è tra quelli più avanti in Europa per capacità di riciclo dei rifiuti prodotti e per i risultati di alcune filiere. Partiamo dai dati: attraverso sistemi di raccolta differenziata si intercetta ormai più della metà dei rifiuti urbani in Italia, con numeri in costante crescita.

Le aree urbane, motore di sviluppo e innovazione ambientale

È dimostrato che proprio le città possono essere il campo di un rilancio economico fondato su innovazione e riqualificazione degli spazi urbani capace di creare e attrarre le imprese della green economy oltre che un turismo fuori dai soliti circuiti delle città d’arte. Perché ciò accada è però necessario compiere un grande salto in avanti nelle politiche, superando l’approccio basato sugli interventi incrementali business as usual, cambiando il paradigma della mobilità, chiudendo il ciclo dei rifiuti, attuando una rivoluzione nella generazione energetica distribuita all’interno degli agglomerati urbani, riqualificando il patrimonio edilizio e realizzando abitazioni a prezzi accessibili all’interno delle città.

Una nuova fiscalità ambientale per l’innovazione e il lavoro

Intervenire sulla questione della fiscalità, rivoluzionandone l’approccio e modificando le priorità della tassazione ambientale, può essere l’occasione giusta per disegnare una traiettoria di sviluppo del paese alternativa, lineare e consapevole. Scegliere una chiave di innovazione ambientale per agire sul sistema fiscale italiano non è solo importante per la prospettiva che può aprire in termini di qualità dei processi e dei prodotti e di creazione di lavoro. È anche una strada realmente praticabile per individuare le risorse necessarie a rilanciare gli investimenti e promuovere la crescita.

Uscire dalla crisi puntando sulla green economy

Nel dibattito pubblico italiano continua a prevalere l’idea che la green economy sia una suggestione, o una opzione secondaria, da sottoporre a discussione, piuttosto che una concreta possibilità per uscire dalla crisi. Per l’Italia potrebbe essere invece il percorso migliore da intraprendere per dare al paese una reale possibilità di collocazione nel mondo globalizzato, valorizzando le risorse, le vocazioni e i talenti che possiede e utilizzando la chiave del clima come opportunità per permettere a famiglie e imprese di ridurre consumi energetici e importazioni di fonti fossili.

La razionale rinuncia al nucleare del colosso tedesco

La decisione del governo Merkel di chiudere tutti i reattori nucleari entro il 2022 non rappresenta un cambiamento improvviso o una reazione emotiva all’incidente di Fukushima, è invece frutto di una scelta strategica relativa al mix energetico che da più di dieci anni privilegia lo sviluppo delle fonti rinnovabili.

Le fonti rinnovabili tra conflitti locali e cambiamento del territorio

Pochi temi sollevano discussioni accese e dividono gli animi quanto l’atteggiamento da assumere rispetto all’impatto sul territorio degli impianti per la produzione di energia da fonti rinnovabili. In particolare, questa apparente inconciliabilità coinvolge l’ambientalismo, che sembra vivere un insanabile conflitto fra due componenti egualmente importanti del suo messaggio: tutela del territorio e sviluppo di un modello energetico ecosostenibile.