insegna Storia contemporanea all’Università di Modena e Reggio Emilia.
Il tracollo socialista alle elezioni amministrative del 22 maggio ha aperto una pagina nuova della storia del partito socialista spagnolo. Dopo la rinuncia di Zapatero a ricandidarsi nel 2012 la scelta è caduta su Alfredo Pérez Rubalcaba: i prossimi mesi ci diranno quanto profondo sarà il cambiamento.
Il nuovo corso socialista spagnolo ha assecondato e cavalcato le trasformazioni sociali e di mentalità che, germinate negli anni Sessanta, erano giunte a maturazione dopo la morte di Francisco Franco. Zapatero ha raccolto e rilanciato sul piano dei diritti ciò che l’euforia democratica aveva seminato durante la Transizione e che il vento gelido del “desencanto” non era riuscito a sradicare. La crisi economica ha però evidenziato le carenze strutturali dell’economia spagnola e messo a nudo anche i limiti del nuovo corso socialista.
Dalla morte di Franco alle ultime elezioni politiche, la Spagna è riuscita a stupire per la capacità con cui ha attuato la transizione alla democrazia, ed è stata in grado di sviluppare uno stabile sistema politico e un altrettanto stabile sistema partitico. È quindi soprattutto sul terreno delle relazioni con i nazionalismi periferici che la Spagna ha incontrato, e incontra tuttora, ragioni di instabilità ed è su questo tema che avverrà lo scontro elettorale fra il Partido Socialista di Zapatero e il Partido Popular di Rajoy.