Pietro Giovanni Guzzo

Pietro Giovanni Guzzo

è sovrintendente di Pompei

Promemoria per un'analisi dei beni culturali in Italia oggi

È forse opportuno riaffermare che il «bene culturale», in sé, non ha valore economico: almeno nel senso volgare nel quale lo si intende quando lo si sente definire come «tesoro» o simili. Certamente ogni manufatto ha un suo proprio valore venale, e quindi anche i beni culturali, ma non è quest’ultimo che rende un qualsiasi manufatto bene culturale. E sarà quindi opportuno insistere sulla definizione. Da un punto di vista storico, l’attribuzione ai beni culturali di un valore economico (che occorre tenere distinto da una sempre possibile valutazione commerciale) deriva da un pernicioso fraintendimento circa il loro inserimento nel Patrimoine National, a seguito delle confische operate dalla Repubblica francese, appena nata sulla spinta della Rivoluzione. In quel periodo si procedette a incamerare nel generale Patrimoine National anche le opere d’arte che fino ad allora costituivano decorazione delle dimore nobiliari e ornamento delle chiese e dei conventi e, quindi, pertinevano a patrimoni privati.