Lo sviluppo dell’economia cinese impressiona gli uomini politici di tutto il mondo. D’altronde, come potrebbero non rimanere affascinati da tassi di crescita che sfiorano il10%, quando a casa propria hanno difficoltà a raggiungere l’1,5%? Il ragionamento che ne consegue è ovvio: un mercato che registri una simile espansione non potrebbe mai essere ignorato dai paesi occidentali, in particolare da quelli europei. Tale atteggiamento è condiviso sia dalle forze conservatrici che da quelle progressiste in seno all’Unione europea. Da qualche anno assistiamo a un arrembaggio al mercato cinese da parte degli uomini politici, dei diversi paesi europei, tanto di sinistra che di destra. Chirac, Berlusconi, Schroeder, Blair, tutti sono andati in pellegrinaggio a Pechino durante lo scorso anno. E tutti si sono meravigliati del successo di quella che non si chiama più la nuova Cina.