La conquista di ogni giorno. A proposito di Fernando Santi e dei socialisti nella CGIL

Curioso destino quello dei leader del sindacalismo italiano del Novecento. Tanto conservano un minimo livello di notorietà i capi politici del socialismo e del comunismo, da Turati a Nenni, da Togliatti ad Amendola, quanto restano più sfocati i nomi di un Bruno Buozzi o di un Di Vittorio. Tutto ciò nonostante l’importanza del contributo del sindacalismo che, nell’età giolittiana e poi in quella repubblicana, non fu certo inferiore, nell’alfabetizzare politicamente le masse (e persino nel nazionalizzarle), a quello dei partiti politici.

Metamorfosi della cultura socialista? Il PSI e gli intellettuali

Negli anni tra il 1976 e il 1979 gli articoli di «MondOperaio» operano una trasformazione dei valori della cultura socialista. Il liberalismo, come filosofia politica che pone l’individuo e i suoi diritti al centro della riflessione, viene riscoperto come valore fondamentale senza il quale il socialismo non può nulla. Peggio, esso rischia di trasformarsi in una pratica autoritaria e burocratica se non tiene conto che la lotta per l’incremento della giustizia sociale deve andare di pari passo con quella per l’estensione e la difesa delle libertà individuali. Qui il nume tutelare è Bobbio che, non a caso, in quegli anni scrive intensamente sulla rivista. Per gli intellettuali di «area socialista», Bobbio rappresenta il modello da seguire, con il suo «sapere impegnato», «più preoccupato di seminare dubbi che di raccogliere consensi».

Modernizzazione e «fedeltà ai valori». A proposito di François Mitterand

Il 1986 è un anno chiave nella storia della Francia della V Repubblica e della sinistra francese in particolare. Nelle elezioni legislative che si svolgono il 16 marzo, la destra ritorna al potere dopo la fragorosa, e per certi versi inaspettata, vittoria della sinistra nel 1981, prima alle presidenziali e poi alle legislative. A guidare il governo, Mitterrand sceglie Jacques Chirac, leader del principale partito dello schieramento conservatore, l’RPR. Inizia così il governo di coabitazione, dove il presidente della Repubblica, socialista, si trova una maggioranza parlamentare di centrodestra. Si tratta di una eventualità resa possibile dai vuoti e da certe ambiguità della Costituzione gollista del 1958, un’eventualità fino a quel momento esorcizzata perché vista come foriera di instabilità e addirittura come produttrice di un conflitto istituzionale capace di paralizzare l’attività politica.

 

De Gaulle, il suo e il nostro tempo

Un recente sondaggio indica che, per la maggior parte dei francesi, De Gaulle è il personaggio più importante del XX secolo. Qualche anno fa, un libro dello scrittore Régis Debray spiegava come De Gaulle fosse un personaggio la cui attualità è ancora tutta da scoprire, un protagonista del XXI secolo. In questi anni, tuttavia, si sono intensificate, e non solo da sinistra, le critiche alla creatura di De Gaulle, la Costituzione della V Repubblica e, per un certo periodo, nel dibattito pubblico il tema, inimmaginabile fino a cinque anni fa, è stato: «è necessaria una VI Repubblica?».

 

Oltre il revisionismo. Emilio Gentile e il fascismo preso sul serio

A scorrere le novità nella saggistica storiografica, ci si accorge che da tempo il fascismo costituisce uno degli argomenti più presenti, con dovizia e costanza, negli scaffali delle librerie. I documentari storici trasmessi in televisione, spesso anche in prima serata, mostrano sempre uno share più elevato quando sono diffuse immagini di Mussolini e di Hitler. Infine, tutti coloro che insegnano storia, nelle scuole superiori come nelle università, possono testimoniare di come l’attenzione degli studenti sia molto superiore allorché s’inizi a parlare del ventennio. Il «fascino dei totalitarismi», si potrebbe dire parafrasando un articolo del prestigioso «Journal of Contemporary History», che si interroga sulle ragioni del proliferare della produzione storiografica attorno a fascismo e nazismo, e anche sul relativo successo di pubblico riservato a volumi a questi temi dedicati.