insegna Legislazione dei beni culturali all'Università della Calabria
Da anni, ormai, i governi della Capitale non si dimostrano in grado di discostarsi da un modello di offerta culturale obsoleta, incapace di valorizzare la cultura nella sua dimensione creativa e produttiva e, in definitiva, di trasformarla in motore dello sviluppo turistico-economico della città.
Roma è una metropoli molteplice, composta da tante diverse città che si affiancano nello spazio e che si sono sovrapposte nel tempo. Nel medesimo perimetro si fiancheggiano e si affastellano la capitale della Repubblica e la Città del Vaticano, la sede di governo e parlamento, le rappresentanze diplomatiche, i ministeri, la regione, la provincia e il comune, oltre a una miriade di enti, aziende e organismi nazionali e internazionali, pubblici e privati. A questa mappa orizzontale si aggiunge quella verticale che corrisponde alla sedimentazione delle città che si sono susseguite – senza mai sostituirsi completamente alla precedente – nei millenni. Non si può parlare di Roma senza volgere lo sguardo al suo passato, e al suo essere diventata capitale malgrado la mancanza di un vero progetto per la sua crescita e per il suo sviluppo (non solo immobiliare). Queste deficienze hanno impedito per decenni che si realizzasse un sistema per la cultura capace di inverare un’idea partecipata e risolta di città e di capitale.