Cari Massimo e Giuliano, l’analisi delle recenti sconfitte subite dai governi socialdemocratici europeitracciata nella vostra lettera è senza dubbio stimolante. La vostra riflessione tocca da vicino il Partito socialista francese dopo l’esito traumatico delle elezioni presidenziali della scorsa primavera, che hanno documentato inequivocabilmente il rifiuto dei francesi nei confronti della sinistra e di Lionel Jospin.
L’elezione di Nicolas Sarkozy, lo scorso 6 maggio, è stata accolta con sentimenti contrastanti nelle capitali e nelle istituzioni europee. C’è ovviamente una buona dose di sollievo per l’uscita di scena – finalmente – di Jacques Chirac dopo dodici anni di permanenza all’Eliseo. Chirac lascia in eredità una Francia isolata e chiusa in se stessa, la cui influenza politica in Europa e a livello globale si è terribilmente logorata. Mentre già comincia a depositarsi la polvere sulla vittoria di Sarkozy, nelle capitali europee i politici stanno valutando che cosa potrà significare la sua presidenza per la Francia e per l’UE.