Carlo Alberto Carnevale Maffè

Carlo Alberto Carnevale Maffè

insegna Strategy & Entrepreneurship all’Università “Bocconi”.

L’impero digitale colpisce ancora

Il più ambizioso esperimento istituzionale del Terzo millennio sarà scrivere il nuovo “contratto sociale globale” ai tempi di internet. L’Europa, luogo di nascita della sintassi universale che ancora oggi definisce il world wide web, si candida a diventare, in questa grande sfida, la “fabbrica delle regole digitali” per il mondo. Il digitale è diventato istituzione: con l’invasione del suo esercito intangibile di dati, imponendo la sua lingua fatta di algoritmi, come una potenza imperiale dei tempi antichi, la tecnologia dell’informazione è arrivata a occupare quasi tutti i territori della vita sociale ed economica.

L’internet dei doveri: da infrastruttura a istituzione

Si parla comunemente di internet dei diritti come di una sorta di estensione dell’ambito in cui questi possono essere fatti valere, sebbene non sia ancora chiaro chi, come e fino a che punto sia in grado di garantirli. Meno noto è il concetto di internet dei doveri, in base al quale la rete può divenire a pieno titolo un’istituzione sociale e di mercato, purché si vada oltre l’approccio individualista e opportunistico con il quale gli utenti hanno finora usato il web. Tuttavia, è evidente che in internet lo Stato non è più in grado di esercitare appieno la sua coercizione legittima e che anzi vi si realizzano delle forme alternati vedi organizzazione sociale per le quali non valgono più le tradizionali regole definite dalla politica. Nonostante questo conflitto di interessi, la politica ha un’opportunità per intervenire positivamente nella formazione di domanda di innovazione al fine di migliorare le efficienze economiche e sociali e di conseguenza la vita dei cittadini.