insegna Politica economica all’Università di Roma “Sapienza” ed è commissario dell’AgCom
Nel quadro del generale ritardo rispetto al raggiungimento degli obiettivi dell’agenda digitale europea, la situazione italiana presenta alcune caratteristiche peculiari. Prima tra tutte l’esistenza di condizioni estremamente differenziate per quanto riguarda la diffusione della banda larga e ultra-larga. Il rischio è che, ad aree interessate da una concorrenza feroce tra gli operatori e a elevata infrastrutturazione, si affianchino zone del paese alle prese con un drammatico digital divide. Dati questi presupposti, il modello della concorrenza infrastrutturata su base nazionale, seguito finora, rischia di essere inefficace, se non addirittura controproducente. Quali policy alternative sono allora possibili?