Italianieuropei 4/2019
Italianieuropei 4/2019

In questo numero

Il 17 luglio ci ha lasciati l’amico e compagno Andrea Camilleri. Per ricordarlo e fare tesoro delle ultime riflessioni che ha voluto consegnarci sui tempi cupi che stiamo vivendo, riproponiamo il “Dialogo tra compagni” che avemmo con lui nell’autunno 2017.

Dare un futuro all’Europa | Le elezioni dello scorso maggio ci hanno consegnato un quadro politico europeo che è possibile leggere in duplice modo. Da un lato come l’esito dell’avanzamento netto delle forze politiche sovraniste e antieuropee; dall’altro come il segno della tenuta delle forze europeiste, di fronte alle quali, ora, si presenta l’occasione di rilanciare e consolidare il progetto di integrazione continentale. Su come farlo nel campo dei diritti, dell’economia e della sicurezza e difesa si concentrano gli articoli di Giuliano Amato, Paolo Guerrieri, Maurizio Melani.

Il neoliberismo nelle politiche | Decenni di dominio incontrastato di ideologia neoliberista hanno fatto sì che l’impostazione ad essa ispirata penetrasse a fondo nel modo di concepire e strutturare le politiche pubbliche: che si tratti di fiscalità o di scuola, di sanità o di politiche per il lavoro, il cammino da fare per raggiungere il traguardo del completo superamento del paradigma neoliberista è ancora lungo. Sulle storture introdotte dal neoliberismo nell’azione pubblica e su come superarle riflettono gli articoli di Maria Cecilia Guerra, Francesco Sinopoli, Marco Geddes da Filicaia, Gianluca Busilacchi, Emmanuele Pavolini, Luciano Forlani, Roberta Pompili e Adalgiso Amendola.

il Sommario

gli Articoli

“Detto Tra Compagni”. Dialogo Tra Andrea Camilleri e Massimo D’Alema

In ricordo di Andrea Camilleri riproponiamo la sua conversazione con Massimo D’Alema apparsa nel numero 6/2017 di “Italianieuropei”.

Agenda. Dare un futuro all’Europa

Più Europa e meno uniformità europea

di Giuliano Amato

Non ci attendiamo grandi trasformazioni nel funzionamento interno e nell’azione dell’Unione europea per il solo fatto che tutti, europeisti e antieuropeisti, hanno promesso che i cambiamenti ci saranno. C’è di mezzo la capacità di resistere al nuovo che le istituzioni europee hanno dimostrato in più occasioni di avere; e c’è l’attitudine dei leaders a evitare decisioni atte a modificare uno status quo in cui ciascuno, negli anni, ha trovato il suo spazio e le sue autodifese.

Agenda. Dare un futuro all’Europa

Dopo il voto europeo, un’agenda economica per l’UE

di Paolo Guerrieri

La fotografia complessiva dei risultati delle recenti elezioni europee è abbastanza chiara. Il dato sicuramente più sorprendente è l’elevata partecipazione al voto (con l’eccezione dell’Italia), la più alta dopo le prime elezioni europee che si svolsero quarant’anni fa. La tanto temuta spallata sovranista e populista non si è verificata. Gli euroscettici si sono fermati a poco meno di un quarto dei seggi, e questo nonostante i grandi errori commessi nella conduzione delle politiche europee in questi anni.

Agenda. Dare un futuro all’Europa

Più integrazione europea in materia di sicurezza e difesa

di Maurizio Melani

L’adozione di una efficace politica estera dell’Unione europea che dia coerenza a tutti gli aspetti dei suoi rapporti internazionali è cruciale per la sua tenuta, e quindi per quella degli Stati membri in un mondo multipolare in cui da soli essi sono sempre meno rilevanti.
Per politica estera si intendono qui tutte le attività riguardanti le relazioni esterne dell’UE a fronte di criticità e minacce di vario tipo, ma anche di opportunità che l’evoluzione della situazione internazionale comporta.

Agenda. Dare un futuro all’Europa

L’Europa di oggi e il cammino futuro

Pubblichiamo l’Introduzione al volume di Joseph E. Stiglitz – premio Nobel per l’Economia 2001, docente alla Columbia University, co-presidente dell’Initiative for Policy Dialogue e capo economista presso il Roosevelt Institute – scritto in collaborazione con Ernst Stetter, Carter Dougherty, Stephany Griffith-Jones, Isabel Ortiz, Jeronim Capaldo, Daniela Gabor e Margit Schratzenstalle-Altzinger, dal titolo “Rewriting the Rules of the European Economy”, pubblicato nel 2019 dalla Foundation for European Progressive Studies (FEPS).

Focus. Il neoliberismo nelle politiche

Meno tasse: dal pensiero liberale alle pratiche populiste

di Maria Cecilia Guerra

C’è un modo comune di guardare alle tasse, tipico del pensiero neoliberista, che si è affermato come culturalmente egemone nella narrazione politica, aprendosi non pochi varchi anche nel pensiero del centrosinistra. Si fonda sull’assunto fondamentale che ridurre le tasse sia sempre un bene, indipendentemente dalle modalità con cui lo si fa. E lo è per un insieme ampio di motivi che hanno a che fare, da un lato, con l’effetto positivo che il taglio delle tasse potrebbe esercitare sulla crescita economica, dall’altro con la necessità di liberare almeno parzialmente il contribuente da un onere considerato comunque vessatorio e iniquo.

Focus. Il neoliberismo nelle politiche

La deriva neoliberista che minaccia la scuola democratica

di Francesco Sinopoli

Di cosa parliamo quando parliamo di neoliberismo? E quando parliamo di senso e missione dell’istruzione e dell’educazione? Vi è un nesso fra i due termini? «Il liberismo – ha spiegato Gramsci – è un programma politico, destinato a mutare, in quanto trionfa, il personale dirigente di uno Stato e il programma economico dello Stato stesso, cioè a mutare la distribuzione del reddito nazionale». Il liberismo, dunque, non è «espressione spontanea, automatica del fatto economico», ma è una “regolamentazione” di carattere statale, un fatto di volontà consapevole dei propri fini.

Focus. Il neoliberismo nelle politiche

Il neoliberismo e le politiche della salute

di Marco Geddes da Filicaia

Il neoliberismo ha trovato nel mercato sanitario un “piatto forte”, vale a dire l’ambito in cui i propri principi economici danno maggiori frutti, cioè maggiori profitti. Si tratta infatti di un mercato in espansione, legato ad alcuni fattori fondamentali: l’aumento della popolazione mondiale, l’invecchiamento, che comporta una più ampia necessità di farmaci e di assistenza sanitaria, il fatto che la salute è un bene primario per la cui tutela siamo disposti – o costretti – a spendere.

Focus. Il neoliberismo nelle politiche

Il welfare state tra diritti e investimento sociale

di Gianluca Busilacchi

Storicamente il welfare state ha rappresentato uno dei principali meccanismi di regolazione degli effetti distributivi del mercato. Fin dalla sua nascita, sul finire del XIX secolo, è stato grazie alle prime assicurazioni sociali obbligatorie che i lavoratori hanno potuto godere di una minima tutela della loro condizione economica nei casi in cui si trovavano sprovvisti di salario a causa dei rischi sociali.

Focus. Il neoliberismo nelle politiche

Welfare occupazionale e pubblico in Italia: quali intrecci?

di Emmanuele Pavolini

La protezione sociale nei paesi occidentali si basa su quattro pilastri. Accanto alla famiglia e alle reti comunitarie (il Terzo settore), possiamo infatti individuare quelli che Richard Titmuss già sessanta anni fa definiva “welfare sociale” (le prestazioni sociali e i servizi forniti dallo Stato), “welfare fiscale” e “welfare occupazionale”.
Con il concetto di welfare occupazionale si fa riferimento alla fornitura diretta di interventi di protezione sociale a partire da accordi fra le parti sociali e/o le singole aziende.

Focus. Il neoliberismo nelle politiche

Occupazione e formazione, quanto ancora c’è da fare

di Luciano Forlani

La questione occupazionale e la qualificazione delle risorse umane dovrebbero essere due temi prioritari del governo italiano, ma il contratto di programma prima e la legge di bilancio 2019 poi lasciano più di un dubbio sulle scelte fatte e sulle urgenze trascurate. La maggioranza giallo-verde ha scommesso tutto sui provvedimenti bandiera annunciati durante la campagna elettorale (reddito di cittadinanza, flat tax) e su una postura anti-immigrati non giustificata dai numeri sugli sbarchi mescolata ad accuse fuori luogo rivolte a Bruxelles. Più di recente ha ripreso vigore la richiesta della Lega, a lungo dissimulata, riguardante il tema dell’autonomia regionale.

Focus. Il neoliberismo nelle politiche

Produzione di soggettività e politiche europee nell’epoca neoliberista

di Roberta Pompili e Adalgiso Amendola

In “La nuova ragione del mondo. Critica della razionalità neoliberista”, Pierre Dardot e Christian Laval prendono in esame l’affermarsi del neoliberismo nella società contemporanea a partire dalla crisi del keynesismo negli anni Settanta e grazie al contributo dei principali think tank internazionali, che hanno la loro radice nel colloquio Walter Lippmann di Parigi del 1938, nell’attività della London School of Economics e della scuola di Chicago per l’analisi teorica, nella Commissione Trilaterale e nel Forum economico mondiale di Davos per gli aspetti di governance e di policy.

I fatti. L'Italia a puntate

Solo la Chiesa all’opposizione?

di Franco Monaco

La domanda condensata nel titolo va intesa come una suggestiva provocazione. Naturalmente le cose sono più complesse. Si richiedono alcune messe a punto preliminari. Intanto, fortunatamente, all’opposizione del governo nazional-populista italiano vi sono anche altri. Per quanto si sia messi male, non siamo a questo punto. Certo, a monte della domanda-provocazione, sta la constatazione della debolezza delle opposizioni politico-parlamentari, la loro afonia, le loro divisioni, la loro vistosa minorità e soprattutto una condizione debilitata che non fa intravedere, nel breve-medio termine, un’alternativa di governo.

Le persone. Parliamo di lui/lei

È Biden l’uomo giusto?

di Martino Mazzonis

Secondo quanto raccontato dalla moglie Jill a “Vogue”, Joe Biden ha sciolto definitivamente la riserva sul correre o meno per le primarie democratiche del 2020 il giorno dei funerali di George W. Bush. L’atmosfera istituzionale, «il decoro e il rispetto reciproci» hanno convinto il senatore del Delaware per trentacinque anni, divenuto vice di Obama, che si possa tornare a quel tempo in cui la politica era anche decorosa.
Per certi aspetti la promessa politica di Biden è tutta qui. Nei suoi comizi non si perde in descrizioni puntuali delle politiche che intende adottare ma spiega che, per tornare a funzionare, le istituzioni americane hanno bisogno di compromessi, di negoziati e accordi tra i due principali partiti.

Le recensioni di Italianieuropei

La democrazia liberale: crisi o débacle?

di Paolo Corsini

Attorno all’ascesa del populismo di impronta nazionalista e sovranista in Europa, e non solo, si ragiona ormai da tempo e si scrive a iosa. Stando a quanto riferisce Paolo Graziano in un recente lavoro di sintesi, sono oltre sessantamila le pubblicazioni comparse dopo il Duemila: una saggistica sterminata che non dice solo di un “momento populista” – la definizione è della politologa belga Chantal Mouffe, musa ispiratrice di Jean-Luc Mélenchon – ma di una globalizzazione populista ormai estesa a ogni latitudine. Per limitarci al Vecchio continente si registra un guadagno di 17 milioni di voti negli ultimi quindici anni da parte delle destre antiliberali e populiste e per quanto riguarda la loro estensione le recenti consultazioni elettorali documentano, se pure con dimensioni diversificate, una diramazione in tutte le geografie territoriali europee.

Le recensioni di Italianieuropei

Un racconto controcorrente del socialismo di De Martino

di Peppino Caldarola

Marco Zanier ha pubblicato per Biblion edizioni una raccolta di scritti e discorsi di Francesco De Martino degli anni compresi tra il 1944 e il 2000. Una scelta, quella dell’autore e dell’editore, coraggiosa e in controtendenza. In cosa consiste l’essere controcorrente di questo volume, del suo curatore e dell’editore?
In primo luogo nel restituire al dibattito politico-culturale un protagonista di primissimo piano, un intellettuale di straordinario valore, che si occupò di diritto romano creando una vera “scuola”, un socialista senza se e senza ma. Viviamo un tempo – di cui non dobbiamo smettere di lamentarci – in cui la cultura e i suoi protagonisti sembrano appartenere a un passato che le nuove correnti politiche vorrebbero cancellare.

Dizionario Civile

Consenso

di Gianfranco Pasquino

Consenso, non solo in politica, significa accettazione e approvazione, di regole e leggi, di decisioni e comportamenti. Il consenso viene dal basso, ma deve essere conquistato da coloro che stanno in alto ovvero vogliono arrivarci e restarci, di solito il più a lungo possibile. Costoro, i politici, soprattutto quelli che non hanno altro mestiere, si curano del consenso, in tempi recenti lo agognano in maniera ossessiva e spasmodica. La campagna elettorale permanente è per l’appunto il prodotto e, al tempo stesso, lo strumento con il quale rincorrono, cercano di catturare e di ingabbiare il consenso del popolo, dell’opinione pubblica, dei mass media.