Mappa delle centrali nucleari del Giappone e densità della popolazione a cura di Vittorio Castelli
La tragedia che vive il Giappone dall’11 marzo scorso, giorno in cui un terribile terremoto ha colpito il paese, investe tutta la comunità internazionale, che assiste ora impotente al succedersi di una serie di catastrofi naturali, con il loro seguito di morte e distruzione.
A questa catastrofe si aggiunge il dramma degli effetti degli incidenti che stanno riguardando le centrali nucleari nipponiche (incidenti di gravità pari a 5/6 su una scala da 1 a 7).
Italianieuropei presenta in "Il dramma nucleare in Giappone: perché non si ripeta in Italia" il suo punto di vista sui rischi di un programma energetico nucleare per l'Italia.
Il tema della sicurezza e della opportunità della scelta nucleare in Italia è stato già affrontato da Italianieuropei sul n. 4/2008, con articoli di Luigi De Paoli, Pierluigi Bersani e Bernard Laponche, che qui riproponiamo.
Il dossier si arricchisce dell'intervento di Bernard Laponche al seminario di Italianieuropei "Le opportunità di una politica energetica sostenibile" (Milano, 16 dicembre 2008), di una valutazione di Yves Marignac delle garanzie di sicurezza offerte dai reattori EPR alla luce di quanto avvenuto a Fukushima e di un documento video che riteniamo particolarmente significativo: il dibattito televisivo del 14 marzo su Antenne 2 fra l’eurodeputato dei Verdi Daniel Cohn-Bendit e il geologo, convinto nuclearista e già ministro francese dell’Educazione, della ricerca e della tecnologia Claude Allègre. Del dibattito si segnala in particolare la valutazione dell’impatto sul nucleare in Italia (min. 7 in poi). Vale la pena seguirlo per comprendere i motivi per cui una personalità dichiaratamente favorevole al nucleare ritiene che non sia auspicabile l’attuazione di un programma nucleare nel nostro paese.
Il dramma in Giappone ha riportato alla ribalta la questione nucleare. La crisi giapponese è dovuta a una concatenazione di eventi eccezionale, ma non impossibile e in un paese come l’Italia, con un elevato rischio sismico, il nucleare non dovrebbe essere un’opzione.
Dopo un periodo di stagnazione, la produzione di elettricità di origine nucleare conosce oggi un rinnovato interesse da parte di numerosi governi, che puntano sui vantaggi di questa tecnologia in termini di sicurezza energetica e di lotta al cambiamento climatico. La Francia ha già sviluppato il più importante programma nucleare del mondo. Anche in Italia il governo ha manifestato l’intenzione di lanciare un piano di costruzione di centrali nucleari nel prossimo decennio. Un’analisi del caso francese, integrata da elementi relativi alle dovute valutazioni economiche, permette di portare uno sguardo critico sulle proposte relative a un piano di centrali nucleari in Italia. | di Bernard Laponche
Quando si parla di avviare in Italia un programma nucleare, bisogna chiedersi dapprima se l’obiettivo è quello di avere maggior peso politico nello scenario internazionale o se invece si intende attuarlo per ragioni economiche. Partendo dal presupposto che la prima ipotesi non sia opportuna, bisogna comunque tenere conto dei vari costi e problemi connessi allo sviluppo di tale tecnologia. In Italia sembra più urgente risolvere i numerosi problemi infrastrutturali e di efficienza energetica, piuttosto che lanciarsi nella posa di “prime pietre”. | di Pier Luigi Bersani
L’energia nucleare è un’energia tecnologica, capital intensive, per la sola produzione elettrica, con impatto sistemico. Oggi le preoccupazioni ambientali e per la sicurezza di approvvigionamento rendono attraente un ritorno al nucleare, mentre la liberalizzazione del settore elettrico lo rende più difficile. Anche la convenienza economica si presenta sotto buona luce, ma non va data per scontata. I policymakers farebbero bene a riflettere sui tentativi passati di sfruttare l’energia nucleare in Italia per capire se oggi esistano le condizioni per operare con successo e quale sia il loro contributo. | di Luigi De Paoli